Firenze, 3 dic – Non bastasse la spiaggia fascista di Chioggia – che nonostante la cagnara mediatica sollevata la scorsa estate ha visto il titolare venire assolto con formula piena – ora arriva il nuovo allarme: la bandiera nazista (o neonazista a seconda delle interpretazioni) in una caserma dei Carabinieri. Siamo a Firenze, la caserma (in realtà l’alloggio di un militare) è la Baldissera sul lungarno Guglielmo Pecori Giraldi e il video di questa presunta bandiera, diffuso dalla pagina Il Sito di Firenze, è immediatamente ripreso e amplificato da tutti i quotidiani italiani.
“Firenze, bandiera neonazista dentro la caserma dei carabinieri”, titola Repubblica. “Bandiera nazista in una caserma dei carabinieri di Firenze”, rilancia La Stampa. “Firenze, “bandiera nazista appesa nella caserma dei carabinieri”. La Pinotti: “Chiarimenti rapidi e misure rigorose””, chiosa Il Fatto Quotidiano. Ed ecco che la fake news targata repubblica è bell’e confezionata. Con codazzo di polemiche e vesti stracciate: da Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana che reputa “indecente che una bandiera neonazista sia esposta in una caserma dei carabinieri a Firenze”, al ministro della Difesa Pinotti che definisce “grave l’esposizione della bandiera nazifascista all’interno di una caserma dei carabinieri”, chiedendo “chiarimenti rapidi e provvedimenti rigorosi verso i responsabili di un gesto così vergognoso”.
Peccato che la bandiera nazista – o neonazista, o addirittura “simbolo – si legge – di gruppi neonazisti antisemiti” – sia tutto tranne che una bandiera nazista. A meno di non voler retrodatare – ma dalle parti delle redazioni e non solo devono avere qualche problema con la cronologia storica – l’ascesa del partito nazionalsocialista fino ad inizio secolo. Perché quella bandiera, in realtà, è la bandiera della Kaiserliche Marine, la marina imperiale tedesca, creata dal kaiser Guglielmo II e in servizio dal 1871 fino alla sconfitta nella prima guerra mondiale. Siamo dunque ben lontani sia dal 1933 che, a voler essere generosi, anche dal Putsch di Monaco del 1923 quando Hitler si affacciò per la prima volta sulla scena politica di Germania. Un po’ troppo per associare la bandiera incriminata al nazismo o al neonazismo. Ma in tempi di fake news e di ministero della Verità, sembra bastino tre colori – un nero un bianco e un rosso – disposti in un qualche ordine per montare subito il caso. Anche se questo fa a pugni con la storia.