No ma certi quartieri paragonarli ad una specie di campi rom non è così assurdo fidati :lol:
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Io trovo assurdo che per l'ennesima volta siamo noi italiani a dover cercare di integrarci nel nostro Paese..
Poi boh, io alle elementari eliminerei anche l'inglese. Cioè, i bambini ormai fanno una fatica atroce ad imparare l'italiano e coniugare due verbi, figuriamoci se devono imparare tre lingue diverse..
In realtà questo non è assolutamente vero...dipende unicamente dalla preparazione e dalla "disposizione d'animo" degli insegnanti. I bambini, presi di per sè, sono ESTREMAMENTE ricettivi alle lingue, tant'è che i figli di genitori bilingue diventano bilingue a loro volta molto presto. Sta agli insegnanti non rovinare tutto...
@Jack Daniels
La settimana scorsa sono capitato in un quartiere di Roma dove non andavo da diversi anni, il Prenestino. Ebbene è sempre stato un quartiere popolare, adesso l'ho trovato invaso da stranieri di tutte le razze, cinesi, pakistani, arabi; rarissimo trovare un negozio non gestito da loro, immagino idem per gli appartamenti.
La spiegazione di tale fenomeno è abbastanza semplice, che si tratta di un quartiere dove gli immobili, siano essi in affitto o in vendita, sono sempre costati meno rispetto ad altri quartieri più prestigiosi della città.
Ammesso che fosse possibile "invertire la tendenza" come tu dici, tu che cosa vorresti? Che gli stessi si sparpagliassero su più quartieri della città confondendosi con gli autoctoni romani? Se così fosse dovremmo dargli degli incentivi, consistenti nella differenza di affitto dai 500 attuali ai 2000 necessari euro al mese, per mandarne alcuni a vivere sull'Aventino? Oppure vorresti che se ne tornassero nei loro paesi d'origine, ignorando tutto l'indotto che s'è creato , scaturito dalla manovalanza che abbiamo chiamato, consistente in commercio e vita sociale che ha coinvolto questo intero quartiere, generando una movimentazione di denaro che è comunque salute finanziaria per il nostro paese?
Simpaticamente, mi sembra che tu stia prendendo una cantonata...
Per più di mille anni le tradizioni e culture si sono formate via via tramite mescolanze.
Negli anni 2000, dove gli unici confini ormai sono quelli territoriali, abbiamo deciso che tradizioni e culture devono essere quelle che abbiamo e stop.
Il discorso fila.
Jack, ti dò un suggerimento, e sono seria e non polemica: quando inizi un ragionamento dicendo "non saprei, ma..." o frasi equivalenti, generalmente è sintomo che qualcosa va ripensato. Se il ragionamento fosse corretto, dovresti riuscire a spiegare chiaramente:
1) Perché affittare più case nella stessa zona agli stranieri è sbagliato, quali svantaggi o problemi comporti
2) Qual è una soluzione accettabile al problema delineato nella fase 1. Dando per scontato che noi stranieri siamo un problema, e assodato che ora io (e tantissimi altri stranieri) siamo in UK regolarmente, lavoriamo e paghiamo le tasse, qual è una soluzione pratica e non lesiva dei diritti di nessuno?
Boh, ai tempi dell'apartheid negli autobus (per fare un esempio tra tanti) c'erano posti a sedere riservati ai bianchi e altri ai neri...e alcuni discorsi mi hanno ricordato proprio quello.
Inoltre è condivisibilissimo che gli italiani vogliano abitare in un paese civile, con un buon welfare, un lavoro garantito etc...ma se questo non funziona non è colpa degli immigrati. Qui c'è uno spostare il focus del problema e mi spiace vedere come tanti connazionali si facciano intortare da certi discorsi.
Sarà un discorso più teorico che pratico, ma resta il fatto che se in un paese si insidia una comunità di immigrati a tal punto che per capirsi c'è da insegnare la loro lingua a scuola, qualcosa non quadra in quel paese :183:
No perchè se a voi andrebbe bene che il vostro paese fosse come Ladispoli, meno male che la penso diversamente
Per me è abbastanza indifferente, ciò che mi basta sono le regole d'oro, stessi diritti e doveri e non esiste che come in questo caso per la loro presenza sia il paese ospitante a cambiare regole ed usanze. Poi i quartieri possono anche riempirsi di romeni, cinesi e via discorrendo. Chiaramente il dover insegnare lingue straniere secondarie nelle scuole perché una città è più romena che italiana è una motivazione che non sta in piedi.
Perché ad esempio è risaputo che nell'Adige tutti parlano italiano infatti... Toccherebbe anche lì fare una bell'azione di naturalizzazione nazionale allora.
Culture diverse che vivono a lungo insieme alla fine o si mescolano o si scontrano. Non ci sono cazzi.
Da questo tuo messaggio che ho quotato si evidenzia che non hai inteso lo spirito col quale si è deciso di fare questi corsi di apprendimento della lingua romena nelle scuole primarie.
Da come scrivi sembrerebbe che se uno va a Ladispoli e parla italiano non lo capiscono... :lol:
In questi paesi limitrofi a Roma dove ci sono tantissimi romeni (io non vivo a Ladispoli, ma comunque in una situazione simile) questi parlano tutti perfettamente italiano, al limite allungano un po' le vocali stile avversario russo di Rocky quando gli dice "ti spiezzo in due"... Lo studio della loro lingua immagino che abbia la finalità di farci comprendere meglio quella gente non da un punto di vista linguistico, ma della loro cultura, degli usi e consumi, le loro tradizioni; ma questo non deve significare che dobbiamo adeguarci a queste, ognuno manterrà le proprie.
Io credo che quando dici che è un discorso più teorico che pratico, di fatto stai solo esternando un fastidio per la presenza massiccia di questa gente che non può essere motivato da nessuna considerazione razionale.
Ma nessuno ha letto la parte in cui la stessa scuola afferma che l'insegnamento era presente nei programmi, e che quindi i genitori avrebbero potuto tranquillamente iscrivere il figlio da un'altra parte in caso di disaccordo?
Voglio dire: se firmi un contratto senza leggerlo, cazzi tuoi. Da un punto di vista legale è una questione abbastanza imbarazzante..
Invece credo proprio che sia più per una questione di lingua, se è vero che la maggior parte sono rumeni (che è logico se no per un 20% non farebbero un corso) allora si sente parlare più che altro in rumeno....e quindi gli fanno un bel corso di rumeno agli italiani, cioè noi ci dobbiamo adattare a loro nel nostro paese e parlare nella loro lingua e non il contrario, vi dovete tutti quanti indignare di una cosa del genere, ve lo dico io che non ci sono cazzi
Continui a ignorare i miei messaggi, comunque ci provo di nuovo: questa è retorica da aizzatore di folle del tipo "gli immigrati avvelenano i nostri pozzi, bruciano i nostri raccolti e portano la pestilenza nelle nostre case!".
Avevo scritto un paragrafetto su quanto la cosa sia stupida e perché (...secondo questo ragionamento, anche il fatto che studiamo l'inglese mi sembra abbastanza pericoloso: gli americani ci hanno invasi e hanno piazzato qui i loro fast food, le loro basi militari e la loro lingua!). Ma davvero, dovreste essere in grado di vederlo da soli.
No la mia retorica è quella di chi ragiona decentemente...
Poi l'inglese serve sempre a prescindere, è un paragone senza senso
Tipo immaginatevi le scuole dove ci stanno 'sti gruppetti di rumenetti....col bambino italiano che va lì a parlare in rumeno con loro, invece che i rumeni parlare in italiano con lui, una roba assurda....come se fossimo in Romania, nel loro paese e non nel nostro, ma va tutto bene :lol::lol:
Se io andassi in Romania e mi trovassi a scuola senza sapere bene la lingua non pretenderei nulla, ma mi sentirei molto più a mio agio se qualcuno si impegnasse per comunicare con me.
Troverei molto carino qualcuno che viene a parlarmi in italiano ecco.
Poi imparare più lingue effettivamente male non fa.
Anzi, per me sarebbe bellissimo se inserissero tante lingue (non tutte obbligatorie magari) a scuola.
Io non le ho studiate e me ne pento un sacco!
Ho immaginato, un bambino italiano che cerca di parlare un'altra lingua (in questo caso il romeno) con un parlante di quella lingua. ...E quindi?
I romeni impareranno benissimo l'italiano, ti assicuro (di nuovo, sono una linguista specializzata in acquisizione) che è scientificamente impossibile vivere immerso in una lingua e non imparare a parlarla. Non staranno di certo ad aspettare che gli italiani imparino il romeno "per loro". Sono gli Italiani (che per altro difficilmente escono mai di casa loro) che hanno solo da arricchirsi ad imparare un'altra lingua, qualunque essa sia.
Torno al discorso che facevo un paio di post fa: quindi una persona secondo voi è forte quando si rifiuta di arricchire se stesso, e riesce a piegare gli altri alla propria ignoranza; mentre è degradante cercare di aprirsi alle altre persone (se vuoi rimanere nel tuo paesino e parlare solo con i tuoi parenti più prossimi, immagino che l'italiano basti ed avanzi).
Mi suona familiare...
War is peace
Freedom is slavery
Ignorance is strenght
PS: Aggiungo, sempre da immigrata: io l'inglese lo parlo bene, lavoro all'uni e non devo dimostrare niente a nessuno. Ma apprezzo sempre molto quando le persone qui vogliono parlarmi in italiano, che sia per praticarla o per farmi sentire a mio agio. Spesso quando scambio due parole con sconosciuti per la strada (ad esempio se mi chiedono indicazioni), pensano che sia spagnola e cercano di dirmi qualche frase :lol: mi spiace se la trovate una cosa degradante, questi poveri britannici che si umiliano...
PPS: tutta questa fatica a scrivere, ma potete anche saltare i miei post e leggere solo quelli di Jo che ha il dono della sintesi e si fa capire molto meglio :lol: :lol:
a me ancora non è chiaro se sta cosa è obbligatoria o no.. perchè ci sta una bella differenza..
vuoi studiare il rumeno? ben venga un corso.
ma che in una città italiana si obblighi a studiare una lingua praticamente inutile ovunque non ha alcun senso.
Ci mancava il paragone con le due parole fatte per strada per gentilezza...:lol: Anni fa mi è capitato che al supermercato degli stranieri (penso tedeschi) mi chiedessero in inglese il significato di alcune parole scritte nei prodotti, anch'io gli ho risposto senza problemi, mica è quella la questione
Cosa c'entra l'arricchimento linguistico (poi cosa ti arricchisce il rumeno...), è il principio, è tutta la situazione che è una pagliacciata di merda inaccettabile, che poi cosa parlo a fare con voi se i primi a indignarsi sono gli italiani di quel paese, loro per primi si schifano della situazione, comodo invece da fuori dire che va tutto bene, sempre facile fare gli esemplari parlando da fuori :lol:
ma è questo il punto
non c'entra niente con la questione "non va bene dare interi quartieri agli stranieri" o "il problema in italia sono gli stranieri"... cose che assolutamente non penso e non condivido (perchè qui dentro è sempre meglio precisare :lol:)
E' UNA LINGUA INUTILE E CON CUI NON CI FAI UNA SEGA! PUO' SERVIRTI SOLO IN QUELLE ZONE DOVE C'E' UN 20 % (o quel che è) DI STRANIERI DELL'EST... come può servire qui da me il dialetto ascolano x parlare coi vecchi... però mica lo si studia a scuola :lol:
conosco parecchia gente che studia lingue e manco mezzo di loro studia il rumeno... è assurdo mettere spalle al muro famiglie che non vogliono far studiare una lingua inutile ai figli dicendo "o il rumeno o mandi a scuola tuo figlio in un'altro paese"
Scusate, ma voi che avete la lista, queste "lingue utili" quali sarebbero? Capisco l'inglese che è generalmente considerata una lingua universale, ma le altre...? Perché io ho studiato due lingue "utilissime", ma nella vita non ci ho fatto un cazzo, proprio meno di zero, e non è che non ci abbia provato a cercare lavoro.
Per altro, visti i rapporti ormai vicinissimi all'interno dell'EU, ce ne vuole di coraggio a definire una qualsiasi lingua europea "inutile", in particolare quella del gruppo immigrato di maggioranza. Anche qui in Irlanda si hanno molte più chance di lavorare sapendo il polacco che lo spagnolo... e indovinate perché? Perché i polacchi sono la maggioranza di immigrati!
Io a Ladispoli c'ho abitato per quattro anni della mia sfavillante carriera studentesca.
E la situazione la conosco abbastanza bene per dirti che lì un corso di rumeno obbligatorio alle elementari SERVE.
E la situazione la conosco abbastanza bene da dirti che gli italiani di quel paese che si indignano sono gli stessi che parlano di principi a vanvera, spinti da un cazzo di orgoglio nazionale palesato solo in casi come questi.
Io c'ho abitato e ho avuto a che fare con un sacco di romeni di tutta l'età, e per quanto si potesse parlare italiano, perché lo studiavano, lo sapevano e lo parlavano, pure in dialetto locale, rimaneva comunque un muro tra le due etnie.
Questo muro, in una comunità di 40mila abitanti, non va bene.
Il difetto di questo nuovo mondo è che vengono usate parole come "principio" in modo totalmente arbitrario senza vedere, in questo caso, come si è sviluppata quella piccola società, come è formata.
Quale sarebbe il principio?
Un principio di appartenenza nazionale?
Territoriale?
Lo sviluppo demografico/sociale è un discorso che va oltre i confini politici.
Ladispoli è in Italia e si parla italiano.
E questo è la prassi.
Però c'è da considerare anche la formazione demografica di Ladispoli.
40 mila abitanti di cui metà o più sono rumeni.
E allora se in una città di 40 mila abitanti il 98% parla italiano e nello stesso tempo il 62 % parla anche rumeno, non vedo perché non ci debba stare un 100% su entrambi i fronti linguistici/culturali.
E' una piccola città, sono due culture che devono convivere e che non li puoi mandare via. Non gli puoi negare le case nelle palazzine, perché c'hanno il diritto di prenderle. Perché in quel territorio c'hanno vissuto per anni, hanno portato forza lavoro in una cittadina di carciofari e panettieri.
Se questa cosa andrà in porto, non avremo una Ladispoli assoggettata al volere romeno, avremo semplicemente una città bilingue che ha riconosciuto che 'sti romeni per più di vent'anni qui ci sono stati.
Te li ricordi i libri di geografia?!? Dove parlavano delle lingue delle varie nazioni?!? Te li ricordi i paragrafi delle nazioni dove vi era scritto che oltre alla lingua nazionale se ne parlavano anche tante altre?!?
Secondo te com'era possibile?! Si svegliavano e iniziavano a imparare così a buffo??!
Quello che tu non capisci Jack, è che ormai nel 2015 il "Principio" devi lasciarlo lì dove sta... nel '38... Ormai il mondo è diverso. E' connesso, aperto. Non puoi pensare che i tuoi amati usi e costumi italiani non cambieranno mai, perché anche questi che tu tanto tieni a difendere non sono altro che il frutto di numerosi cambiamenti dovuti a varie influenze.
Quando tu continui a esternare i tuoi ragionamenti decenti spinti da un senso di appartenenza nazionale, non fai altro che esternare una grande povertà di conoscenza. Perché pare proprio che non vedi com'è fatto questo mondo.