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  1. #31
    FdT quasi assuefatto
    Uomo 37 anni da Venezia
    Iscrizione: 12/3/2006
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    Quote Originariamente inviata da kiwiacustico
    ora che siamo tutti cogl~ioni; abbiamo anche un inno tutto nostro

    inno dei cogli~oni
    ahahahahhahahahahahah


  2. #32
    Can che dorme Wolverine
    Uomo 39 anni
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    Quote Originariamente inviata da GLuca87

    ma ki ha detto ke sono tutti comunisti...
    ...ma nn si può di certo apprezzare e stimare un "uomo" cm Berlusconi...
    Meglio un uomo con alcuni difetti che un... boh!... cm Prodi cn forse qualche pregio e dico forse perchè voglio essere buono...
    Berlusconi nn è il migliore possibile ma è il meglio che ci possiamo permettere oggi e almeno ha impostato un qualche piano riformatore a tutto tondo. Poi ognuno può recepire le dette riforme cm meglio crede
    Hasta l huego!

  3. #33
    FdT quasi assuefatto
    Uomo 37 anni da Venezia
    Iscrizione: 12/3/2006
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    Quote Originariamente inviata da adfk

    Cazzate su cazzate , l'ici tecnicamente si può togliere sulle case, anche perchè gli introiti maggiori provengono dalle attività commerciali, e basterebbe alzare di un punto le tasse sulle seconde case per arrivare al pareggio, queste cose mi sono state dette da un ex sindaco ed esponente di un partito che fa parte della coalizione di centro sinistra, quindi quelli che vi stanno prendendo per i fondelli spacciandovi per una cosa impossibile una cosa possibililissima sono i vostri amici prodi, rutelli, fassino and company! ribadisco quello che ha detto berlusconi in altre parole, spero che gli italiani non siano così stupidi da votare la sinistra!
    credo invece ke gli italiani sarebbero stupidi se votassero ancora la destra...
    ...MA SE E' TANTO SEMPLICE TOGLIERE L'ICI XKE' BERLUSCONI NN L'HA TOLTO NEI 5 ANNI KE E' STATO AL GOVERNO??...
    ...sn sl cazzate x ingannare certi italiani...
    ...a me ha fatto ridere appena l'ha detto...ma poi ho pensato: "oh cazzo, vuoi vedere ke cn quella faccia da ebete c'è anke qualcuno ke gli crede..." ...e mi sn subito preoccupato!!!

  4. #34
    Assuefatto da FdT
    Uomo
    Iscrizione: 29/9/2004
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    Nel programma elettorale depositato, assieme al simbolo, dalla Casa delle libertà la parola Ici non ricorre nemmeno una volta. La proposta di eliminare l’Ici sulla prima casa, avanzata da Silvio Berlusconi nel confronto con Romano Prodi di lunedì sera, è quindi a tutti gli effetti un’improvvisazione. Come ogni proposta che coinvolge il disegno del sistema fiscale e, in particolare, per quanto riguarda l’Ici, anche l’autonomia finanziaria degli enti decentrati, andrebbe invece meglio meditata.


    Il finanziamento


    La proposta di abolire l’Ici sulla prima casa si aggiunge alle quindici proposte di tagli alle imposte già contenute nel programma della Casa delle libertà. Questa da sola avrebbe un costo stimato di 2,5-3 miliardi di euro (ovvero, come ha ricordato Berlusconi all’assemblea della Confcommercio, sarebbe pari a circa un punto di cuneo fiscale sul lavoro).

    Come sostituire questa imposta o come finanziarne altrimenti l’abolizione non è stato ancora indicato. Si è infatti parlato di dismissione di immobili e recupero dell’evasione fiscale, ma ci si dimentica che queste fonti sono già state “ipotecate” per il finanziamento delle misure esplicitamente previste nel programma.

    La situazione dell’economia e dei conti pubblici richiede però molta attenzione nel decidere se e quali imposte tagliare. Le perdite di gettito devono essere coperte e le poche risorse che (forse) saranno disponibili devono essere concentrate su obiettivi accuratamente selezionati.

    L’eliminazione dell’Ici sulla prima casa, se anche venisse finanziata, sarebbe inadeguata a favorire la crescita economica e discutibile sotto il profilo redistributivo.


    Un taglio inadatto a stimolare la crescita economica


    Nel caso dell’Ici sulla prima casa, si può immaginare un limitato effetto positivo sul mercato immobiliare, cosa di cui comunque non si avverte grande bisogno, e sul reddito disponibile delle famiglie proprietarie (ossia il 68 per cento delle famiglie italiane, secondo i dati dell’indagine Banca d’Italia sui redditi e la ricchezza delle famiglie italiane riferita al 2004) e, quindi, della domanda. L’esperienza recente insegna che non bisogna far molto conto su quest’ultimo effetto. Nel 2005 la riduzione delle aliquote Irpef, per un ammontare almeno doppio (6 miliardi) di quello di cui si parla per l'Ici, non sembra aver dato i risultati sperati: il contributo della spesa delle famiglie alla crescita del Pil nel 2005 è stato esattamente pari a zero (nei due anni precedenti era stato di 0,3 e 0,6 punti percentuali). Questa via non sembra, insomma, quella migliore per stimolare l'economia.


    Una misura con discutibili effetti distributivi


    La tutela fiscale riconosciuta al bene “casa di abitazione” è oggi nel nostro paese fortemente asimmetrica. Chi abita in una casa di sua proprietà gode di una agevolazione Irpef: la rendita della prima casa è infatti, dal 2000, esente da ogni imposta; in più, se ha contratto un mutuo per acquistarla, può detrarre in buon parte gli interessi dall’Irpef, conseguendo un ulteriore risparmio fiscale. Chi invece abita una casa in affitto non gode di nessuna agevolazione fiscale (una detrazione è riconosciuta infatti solo in presenza di “canoni convenzionali” ancora poco diffusi).

    Eliminare l’Ici sulla prima casa significherebbe in primo luogo ampliare ulteriormente questa asimmetria.

    Il concetto di prima casa è poi un concetto ambiguo: è prima casa un appartamento di 80 metri quadrati in periferia, ma è prima casa anche l’appartamento ristrutturato in centro a Roma o la villa di Arcore. L’esenzione dall’imposta distribuirebbe quindi un beneficio in modo molto sperequato fra cittadini. Come è invece attualmente disegnata l’Ici permette di andare incontro ai piccoli proprietari (con una generosa detrazione di imposta), senza favorire troppo i patrimoni milionari.

    Gli studi condotti sugli effetti distributivi dell’Ici nel nostro paese mettono in evidenza che essa è un’imposta proporzionale rispetto al valore del patrimonio, ma progressiva rispetto al reddito (questo perché il patrimonio immobiliare è distribuito ancora meno equamente di quanto non lo sia il reddito). Eliminare o depotenziare questa imposta significherebbe quindi ridurre ulteriormente l’efficacia redistributiva complessiva del nostro sistema fiscale.

    Con l’abolizione dell’Ici i proprietari della prima casa si troverebbero a beneficiare dei servizi comunali rivolti a tutte le abitazioni (fognature, illuminazione delle strade, altre spese di urbanizzazione, eccetera) senza concorrere a pagarli, trasferendone cioè l’onere su altri soggetti (nel caso in cui l’Ici venisse sostituita con trasferimenti statali finanziati con la fiscalità generale si potrebbe trattare addirittura di cittadini residenti in altre parti di Italia). Anche questo effetto non sembra certo condivisibile sotto il profilo distributivo.

  5. #35
    Assuefatto da FdT
    Uomo
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    no comment 2, 05.04.2006 ore 18:29h

    18:29 Berlusconi: "Confermo quel che ho detto ieri"
    "Confermo quel che ho detto ai commercianti". Silvio Berlusconi torna a definire "cogl~ioni" gli elettori del centrosinistra


    fonte Repubblica

  6. #36
    ti confondo e ti piace Ligaro
    Uomo 39 anni da Torino
    Iscrizione: 29/12/2005
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    Quote Originariamente inviata da darkness_creature


    Berlusconi nn è il migliore possibile ma è il meglio che ci possiamo permettere oggi
    Allora siamo proprio messi male :smt009

    A mio avviso nel centrodestra Fini sarebbe molto più credibile come premier...

  7. #37
    Can che dorme Wolverine
    Uomo 39 anni
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    Quote Originariamente inviata da filosofo

    Allora siamo proprio messi male :smt009

    A mio avviso nel centrodestra Fini sarebbe molto più credibile come premier...
    Anch'io apprezzo Fini e credo che sarebbe il più indicato nella CdL cm successore, ma nessuno oggi ha una personalità magnetica, nel bene e nel male, cm Berlusconi, capace pur con i suoi tanti difetti di tener unita la destra e per motivi molto diversi anche la sinistra. Nn so se Fini riuscirebbe a fare altrettanto, anke se, ribadisco, ha il mio apprezzamento molto di più di Casini, Follini e tutti i dannati voltagabbana cm loro che sanno sl sputare nel piatto dove mangiano e hanno mangiato. Riesci ad immaginare cosa ne sarebbe della tua sinistra senza un nemico comune cn quella personalità da battere? Credi che senza Berlusconi, Mastella e Rutelli riusirebbero a tapparsi il naso e stringere la mano a Bertinotti, Diliberto e gli altri cm loro? Nn che adesso ne siano felicissimi, figurati dopo...

  8. #38
    Overdose da FdT
    Uomo 34 anni da Bergamo
    Iscrizione: 23/11/2005
    Messaggi: 5,062
    Piaciuto: 1 volte

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    Concordo ankio su Fini...

  9. #39
    Sempre più FdT
    Uomo 40 anni da Trento
    Iscrizione: 28/9/2005
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    Quote Originariamente inviata da s@ve

    Se così fosse perche' aspettare tanto, 3 giorni dalle elezioni, per prendere una decisione che poteva essere presa 5 anni fa?
    Qualcuno ci sta coglionando non trovi?
    I comuni non sn tutti uguali, quelli di mare per esempio hanno tante seconde case, altri nemmeno una...
    Tranquillo ti ho detto che tecnicamente si può strafare, e sono esponenti di centro sinistra che lo affermano, in italia c'è la mania dell'investimento sul mattone, basta tassare chi ha una seconda casa ti ripeto e hai risolto il problema, in più aggiungi il 30 per cento degli introiti dalla lotta all'evasione e vedrai che anzi ci guadagnano, l'importante è che lavorino un poketto di più, perchè gli statali non si sbregano proprio il culetto di lavoro neh! e cmq anche prodi quando era al governo poteva mettere il bonus bebè e tutto quello che ha detto ma non l'ha fatto...è ovvio che tutti cercano di promettere di più, io potrei chiedere a prodi a sto punto dove trova 2500 euro per ogni bebè fino ai 18 anni non trovi?

  10. #40
    Sempre più FdT
    Uomo 40 anni da Trento
    Iscrizione: 28/9/2005
    Messaggi: 2,214
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    Quote Originariamente inviata da kiwiacustico
    Nel programma elettorale depositato, assieme al simbolo, dalla Casa delle libertà la parola Ici non ricorre nemmeno una volta. La proposta di eliminare l’Ici sulla prima casa, avanzata da Silvio Berlusconi nel confronto con Romano Prodi di lunedì sera, è quindi a tutti gli effetti un’improvvisazione. Come ogni proposta che coinvolge il disegno del sistema fiscale e, in particolare, per quanto riguarda l’Ici, anche l’autonomia finanziaria degli enti decentrati, andrebbe invece meglio meditata.


    Il finanziamento


    La proposta di abolire l’Ici sulla prima casa si aggiunge alle quindici proposte di tagli alle imposte già contenute nel programma della Casa delle libertà. Questa da sola avrebbe un costo stimato di 2,5-3 miliardi di euro (ovvero, come ha ricordato Berlusconi all’assemblea della Confcommercio, sarebbe pari a circa un punto di cuneo fiscale sul lavoro).

    Come sostituire questa imposta o come finanziarne altrimenti l’abolizione non è stato ancora indicato. Si è infatti parlato di dismissione di immobili e recupero dell’evasione fiscale, ma ci si dimentica che queste fonti sono già state “ipotecate” per il finanziamento delle misure esplicitamente previste nel programma.

    La situazione dell’economia e dei conti pubblici richiede però molta attenzione nel decidere se e quali imposte tagliare. Le perdite di gettito devono essere coperte e le poche risorse che (forse) saranno disponibili devono essere concentrate su obiettivi accuratamente selezionati.

    L’eliminazione dell’Ici sulla prima casa, se anche venisse finanziata, sarebbe inadeguata a favorire la crescita economica e discutibile sotto il profilo redistributivo.


    Un taglio inadatto a stimolare la crescita economica


    Nel caso dell’Ici sulla prima casa, si può immaginare un limitato effetto positivo sul mercato immobiliare, cosa di cui comunque non si avverte grande bisogno, e sul reddito disponibile delle famiglie proprietarie (ossia il 68 per cento delle famiglie italiane, secondo i dati dell’indagine Banca d’Italia sui redditi e la ricchezza delle famiglie italiane riferita al 2004) e, quindi, della domanda. L’esperienza recente insegna che non bisogna far molto conto su quest’ultimo effetto. Nel 2005 la riduzione delle aliquote Irpef, per un ammontare almeno doppio (6 miliardi) di quello di cui si parla per l'Ici, non sembra aver dato i risultati sperati: il contributo della spesa delle famiglie alla crescita del Pil nel 2005 è stato esattamente pari a zero (nei due anni precedenti era stato di 0,3 e 0,6 punti percentuali). Questa via non sembra, insomma, quella migliore per stimolare l'economia.


    Una misura con discutibili effetti distributivi


    La tutela fiscale riconosciuta al bene “casa di abitazione” è oggi nel nostro paese fortemente asimmetrica. Chi abita in una casa di sua proprietà gode di una agevolazione Irpef: la rendita della prima casa è infatti, dal 2000, esente da ogni imposta; in più, se ha contratto un mutuo per acquistarla, può detrarre in buon parte gli interessi dall’Irpef, conseguendo un ulteriore risparmio fiscale. Chi invece abita una casa in affitto non gode di nessuna agevolazione fiscale (una detrazione è riconosciuta infatti solo in presenza di “canoni convenzionali” ancora poco diffusi).

    Eliminare l’Ici sulla prima casa significherebbe in primo luogo ampliare ulteriormente questa asimmetria.

    Il concetto di prima casa è poi un concetto ambiguo: è prima casa un appartamento di 80 metri quadrati in periferia, ma è prima casa anche l’appartamento ristrutturato in centro a Roma o la villa di Arcore. L’esenzione dall’imposta distribuirebbe quindi un beneficio in modo molto sperequato fra cittadini. Come è invece attualmente disegnata l’Ici permette di andare incontro ai piccoli proprietari (con una generosa detrazione di imposta), senza favorire troppo i patrimoni milionari.

    Gli studi condotti sugli effetti distributivi dell’Ici nel nostro paese mettono in evidenza che essa è un’imposta proporzionale rispetto al valore del patrimonio, ma progressiva rispetto al reddito (questo perché il patrimonio immobiliare è distribuito ancora meno equamente di quanto non lo sia il reddito). Eliminare o depotenziare questa imposta significherebbe quindi ridurre ulteriormente l’efficacia redistributiva complessiva del nostro sistema fiscale.

    Con l’abolizione dell’Ici i proprietari della prima casa si troverebbero a beneficiare dei servizi comunali rivolti a tutte le abitazioni (fognature, illuminazione delle strade, altre spese di urbanizzazione, eccetera) senza concorrere a pagarli, trasferendone cioè l’onere su altri soggetti (nel caso in cui l’Ici venisse sostituita con trasferimenti statali finanziati con la fiscalità generale si potrebbe trattare addirittura di cittadini residenti in altre parti di Italia). Anche questo effetto non sembra certo condivisibile sotto il profilo distributivo.
    se ascoltavi un pò di tg e messaggi politici forse ti saresti accorto che è 15 gg che casini ne parla!

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