I tossicomani potranno consumare liberamente. Saranno fornite siringhe sterili e si cercherà di creare un dialogo per favorire il ricovero
in centri di disintossicazione
ALBERTO MATTIOLI
CORRISPONDENTE DA PARIGI
La prima «salle de shoot» francese aprirà a Parigi la prossima primavera, molto probabilmente nel decimo arrondissement, fra la gare du Nord e quella dell’Est, là dove la droga circola di più. Naturalmente, essendo in Francia, impossibile chiamarla con un nome in inglese: la definizione ufficiale sarà «Salle de consommation de drogue à moindre risque», sala di consumo di droga a minor rischio e in omaggio all’ossessione nazionale per le sigle sarà abbreviata in «Scamr».
La sostanza, però, non cambia. La Scamr è una stanza attrezzata dove i tossicomani possono venire a consumare droga. Ma dove vengono anche fornite loro delle siringhe sterili per impedire la propagazione delle malattie e sono presenti dei medici per evitare l’overdose e instaurare un dialogo con i drogati per un’eventuale ricovero in centri di disintossicazione.
Dopo il matrimonio per tutti e, prossimamente, il diritto di voto per gli stranieri alle elezioni amministrative, è un’altra riforma di società del nuovo governo socialista. E’ la ministra della Sanità, Marisol Touraine, che ha fatto la proposta in via sperimentale, affermando che l’iniziativa contrivuirà a «ridurre la mortalità» e diminuire «l’esclusione sociale». Ieri il primo ministro, Jean-Marc Ayrault, le ha dato via libera. Favorevole anche il sindaco di Parigi, Bertrand Delanoë che, precedendo anche il governo, nel dicembre scorso ha già fatto votare al Consiglio comunale della capitale una sovvenzione di 38 mila euro all’associazione Gaïa per la prevenzione e la cura della tossicodipendenza, che insieme a Médecins du monde dovrà gestire la sperimentazione.
La destra si oppone decisamente. «E’ una decisione particolarmente sconvolgente», tuona Christian Jacob, capogruppo dell’Ump sarkozista all’Assemblée nationale. Si mobilitano anche gli eletti locali e, in particolare, i rappresentanti dei comitati di quartiere del decimo arrondissement di Parigi. Sta insomma scattando il ben noto «effetto nimby», acronimo di «not in my backyard», non nel mio cortile, per cui simili esperimenti si possono fare purché non si facciano vicino a casa propria.
I socialisti replicano che, poiché il consumo di droga continua a esserci e anzi aumenta, meglio controllarlo che seminare le strade di siringhe. E poi le «salles de shoot» esistono già in molti Paesi. Sono 80 in Europa e 10 nel resto del mondo. La prima fu aperta in Svizzera, a Berna, nel 1986: dopo vent’anni, il numero delle morti per overdose era dimezzato. L’esempio svizzero è stato seguito da Spagna (sette centri), Germania (ventisei) e Paesi Bassi (trentasette), più Norvegia, Lussemburgo e, da poco, Danimarca. Fuori dall’Europa, invece, l’esperimento è stato tentato solo a Vancouver e a Sidney.
I numeri francesi sulla droga sono preoccupanti. I consumatori abituali sarebbero due milioni e 200 mila: 550 mila per la cannabis, 500 mila per l’eroina, 400 mila per la cocaina e 150 mila per l’ectasy. Nella fascia d’età da 18 a 44 anni, il 45% ha provato almeno una volta le canne, di cui è consumatore abituale il 7,3% degli under 17.
Fonte: La Stampa - Parigi, apre la prima “sala da droga’ Il ministro: “Ridurrà la mortalità”