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Della Valle [vs] FIAT

  1. #11
    SS-Hauptsturmführer Wittmann
    Uomo 42 anni da Reggio Emilia
    Iscrizione: 21/12/2007
    Messaggi: 5,371
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    Ma della valle chi pensa di essere per fare ste sparate contro marchionne??
    Che pensi a far le sue scarpette e andare alla partita la domenica pomeriggio, va.
    Marchionne, con tutti i suoi difetti ha fatto quello che in quel momento sembrava impossibile.
    Ha preso la fiat quando nessuno avrebbe scommesso 1€ sul suo salvataggio, l'ha riportata all'utile, ha assorbito chrysler (anche quella appena finita in bancarotta) e ha riportato all'utile pure quella, ripagando in anticipo i prestiti ottenuti dal governo usa.
    Guida -con successo- un gruppo che incassa qualcosa come 60 miliardi di euro, ha decine di migliaia di dipendenti e decine di stabilimenti in tutto il mondo. E della valle???
    Poi, per i sindacati sarà il diavolo, e lo è anche per chi pretende sempre tutto (pur non essendo mai responsabile in prima persona), non sognandosi minimamente di mettersi un attimo nei panni dell'imprenditore.
    E' vero che i piani fatti un paio d'anni fa ora sono carta straccia, ma..voi che avreste fatto?
    Piccolo esempio. Avete una ditta che produce e vende 1000 frigoriferi all'anno. Fate un piano per rinnovare delle macchine e assumere delle persone perchè stimate che da li a 3 anni venderete 1500 frigoriferi. Anche a causa di una crisi economica mondiale e di un settore (elettrodomestici) particolarmente colpito, vi trovate a vendere 700 frigoriferi, con la prospettiva di venderne 600 l'anno dopo.
    Volete farmi credere che a una situazione radicalmente diversa rispondereste facendo come se nulla fosse e investireste per produrre 1500 frigoriferi, magari concentrando la produzione nel luogo (italia) dove produrre e assumere costa di più in assoluto? Dai.
    Solo i sindacalisti, soprattutto quelli che non hanno mai preso una chiave inglese in mano, e i politici, che vivono di discorsi e parole vuote, possono "ragionare" così.
    Un imprenditore deve fare quello che ritiene più utile alla sua società, se possibile conciliando questi obiettivi con altre considerazioni di carattere "sociale". Se ciò non è possibile, non essendo la sua fabbrica una sorte di ente assistenziale/previdenziale privato, come gli si può chiedere -o prentendere-il suicidio economico, la cecità rispetto alle condizioni del mercato, ecc.??

    Ultima modifica di Wittmann; 26/9/2012 alle 10:46

  2. #12
    Assuefatto da FdT
    Uomo 43 anni
    Iscrizione: 11/9/2012
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    Witt quello che dici è vero (anche se io non ammiro affatto Marchionne per il modo in cui ha conseguito i risultati, ma questo è un mio problema).
    Ma come giudichi il fatto che nell'era Marchionne FIAT ha perso quote di mercato in Italia? Questo non è imputabile alla crisi, affatto. Si parla di quote di vendita nel paese di bandiera con macchine che, mediamente, hanno costi più bassi delle omologhe estere...
    Tu come valuti questa cosa? Per me è una macchia enorme (parlo dal solo punto di vista imprenditoriale, sia chiaro).
    Così come, al di là dei risultati di bilancio, certe uscite di brand tipo la 500 negli USA o la Freemont qui da noi sono state un passo falso abbastanza evidente (non certo del solo Marchionne, parlo del suo entourage).

  3. #13
    SS-Hauptsturmführer Wittmann
    Uomo 42 anni da Reggio Emilia
    Iscrizione: 21/12/2007
    Messaggi: 5,371
    Piaciuto: 799 volte

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    Quello è uno dei punti deboli, ma in verità non so quanto sia imputabile a lui.
    Deboli relativamente, oltretutto, vero che c'è stato un calo ma la quota di mercato del gruppo in italia si aggira tutt'ora attorno al 30%.
    Purtroppo col passare degli anni la tendenza è quella di puntare ad acquistare vetture straniere, la fiat ha ancora poco appeal (a parte alcuni modelli tipo appunto la 500), e in un momento di calo vertiginoso del mercato e concorrenza è selvaggia di marche ancor più in salute - le tedesche sopra tutte - un modesto calo è quasi fisiologico.
    Cioè non so come si sarebbe è potuto evitare, se non forse azzeccando il lancio di 2-3 modelli di successo in vari segmenti, ma anche lì sarebbe stato un rischio enorme buttar fuori e "sprecare" l'effetto novità del lancio di nuovi modelli in un momento di stagnazione.
    Ah come flop di modelli ne metterei anche un paio di lancia (la flavia e un'altra che non ricordo), che non vendono un cacchio, ma anche lì: può capitare che un modello riesca male e venda poco, ma l'AD deve guidare un gruppo (cosa che sta facendo), il profilo finanziario e la salute economica della società nel suo complesso sono più importanti.

    Una domanda generale.
    Al di là delle considerazioni "nazionalistiche" (che in linea di principio mi vedrebbero anche d'accordo) del tipo "fiat è italiana e deve produrre in italia e dare da lavorare agli italiani", che poco c'entrano con le leggi del mercato e con la salute dei bilanci, se foste un imprenditore COSA - in concreto - vi stimolerebbe e porterebbe a investire in Italia piuttosto che in uno dei tanti altri paesi in cui avete stabilimenti e vendete i vostri prodotti? Per quali motivi oggettivi lo fareste?
    Cioè, questi politici e sindacalisti, con le loro accuse e le loro critiche, in che modo favoriscono e creano le condizioni adatte a ottenere quello che chiedono?
    Questi sono i fatti: Costo del lavoro spropositato. Burocrazia soffocante. Infrastrutture carenti. Costi di energia, trasporti, materie prime più elevati d'europa. Tassazione al top nel mondo. Mercato del lavoro assolutamente inefficiente con alta litigiosità, scarsa flessibilità, situazione normativa confusa e sindacalizzazione/politicizzazione. Mercato interno stagnante. E sicuramente tralascio un sacco di altri fattori negativi!

  4. #14
    Assuefatto da FdT
    Uomo 43 anni
    Iscrizione: 11/9/2012
    Messaggi: 796
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    Infatti imputare ad un imprenditore di un gruppo privato colpe di tipo etico o pseudotale è una boiata, hai ragione quando dici che non c'entra nulla con il mercato e con il comparto economico.
    Non so davvero come rispondere alla tua domanda. Probabilmente io, da imprenditore e con lo status attuale dell'Italia, fuggirei alla grande e produrrei altrove.
    Il fatto è che io mi chiedo come mai stati virtuosi dal punto di vista dell'automotive (i classici tedeschi e francesi) riescono a produrre parecchio nei loro Stati di appartenenza (non solo, va detto, ma ben più di quanto non faccia il gruppo FIAT) e contemporaneamente a vendere discretamente bene. E' vero, lì è tutto il sistema ad essere più virtuoso del nostro (salari e quant'altro) però non capisco il cambio di tendenza di FIAT.
    O ha dovuto correggere una tendenza che non le avrebbe permesso di sopravvivere (e quindi si denota scarsa lungimiranza in passato... è una colpa imprenditoriale anche quella) oppure c'è altro che io non sono in grado di vedere.

    Quando alle quote, a me il trend sembra decisamente negativo, quasi senza appello.
    Se parliamo non solo di Italia (dove è comunque in calo) ma di Europa, data la globalità di cui spesso anche "loro" parlano, il dato è imbarazzante.

    quote-fiat-europa.gif

    Ripeto, quote relative. Non c'entra nulla, con questo dato, la crisi economica.
    E aggiungo una domanda, da ignorante totale: come ha fatto il gruppo FIAT a vedere incrementato il proprio valore con questi dati? Non posso credere che Chrysler da sola sia riuscita a sollevare un dato tanto negativo...

  5. #15
    Get behind me, Satan Mister White
    Uomo 37 anni
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    Quote Originariamente inviata da Wittmann Visualizza il messaggio
    Marchionne, con tutti i suoi difetti ha fatto quello che in quel momento sembrava impossibile.
    Ha preso la fiat quando nessuno avrebbe scommesso 1€ sul suo salvataggio, l'ha riportata all'utile, ha assorbito chrysler (anche quella appena finita in bancarotta) e ha riportato all'utile pure quella, ripagando in anticipo i prestiti ottenuti dal governo usa.
    Guida -con successo- un gruppo che incassa qualcosa come 60 miliardi di euro, ha decine di migliaia di dipendenti e decine di stabilimenti in tutto il mondo. E della valle???
    Poi, per i sindacati sarà il diavolo, e lo è anche per chi pretende sempre tutto (pur non essendo mai responsabile in prima persona), non sognandosi minimamente di mettersi un attimo nei panni dell'imprenditore.
    E' vero che i piani fatti un paio d'anni fa ora sono carta straccia, ma..voi che avreste fatto?
    Piccolo esempio. Avete una ditta che produce e vende 1000 frigoriferi all'anno. Fate un piano per rinnovare delle macchine e assumere delle persone perchè stimate che da li a 3 anni venderete 1500 frigoriferi. Anche a causa di una crisi economica mondiale e di un settore (elettrodomestici) particolarmente colpito, vi trovate a vendere 700 frigoriferi, con la prospettiva di venderne 600 l'anno dopo.
    Volete farmi credere che a una situazione radicalmente diversa rispondereste facendo come se nulla fosse e investireste per produrre 1500 frigoriferi, magari concentrando la produzione nel luogo (italia) dove produrre e assumere costa di più in assoluto? Dai su.
    Solo i sindacalisti, soprattutto quelli che non hanno mai preso una chiave inglese in mano, e i politici, che vivono di discorsi e parole vuote, possono "ragionare" così.
    Un imprenditore deve fare quello che ritiene più utile alla sua società, se possibile conciliando questi obiettivi con altre considerazioni di carattere "sociale". Se ciò non è possibile, non essendo la sua fabbrica una sorte di ente assistenziale/previdenziale privato, come gli si può chiedere -o prentendere-il suicidio economico, la cecità rispetto alle condizioni del mercato, ecc.?? Suvvia.
    Witt no, ma proprio per niente.

    Uno che mi viene a dire che la condanna per discriminazioni nell'assunzione è frutto di una "legislazione folkloristica"... fai te che di legge ne sai di più.

    La sua leadership è stata talmente incapace che ha puntato tutto nel buttare nel cesso i diritti dei lavoratori per stare a galla - non mi pare che altri grandi società automobilistiche sopravvivono grazie ai soldi dei cittadini e lo sfruttamento dei lavoratori - quindi è mi viene da quotare chi gli da del parassita.

    Però è contrario agli aiuti di Stato... Allora perchè se li è presi al tempo? Perchè non restituisce tutti i sussidi ricevuti? Perchè voleva andare in Brasile perchè "lì lo Stato ci darebbe dei soldi" (dopo esserseli già presi dall'Italia)? Perchè il marchio italiano se lo tiene ben stretto quando le macchine le va a fare in Burundi?

    Potrei andare ancora avanti ma il punto è che un imprenditore non deve fare carità, e fin qui siamo d'accordo, ma nemmeno oltrepassare il limite di "civiltà" o come la vuoi chiamare...

  6. #16
    Se muoio rinasco P S Y C H O
    da Estero
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    Quote Originariamente inviata da Diabolicus23 Visualizza il messaggio
    Ma come giudichi il fatto che nell'era Marchionne FIAT ha perso quote di mercato in Italia? Questo non è imputabile alla crisi, affatto. Si parla di quote di vendita nel paese di bandiera con macchine che, mediamente, hanno costi più bassi delle omologhe estere...
    Tu come valuti questa cosa? Per me è una macchia enorme (parlo dal solo punto di vista imprenditoriale, sia chiaro).
    Ti dico come la valuto io.
    Che un paese super sviluppato che non punta più, perché non può puntarci per problemi di costo della vita, al lavoro manuale, dovrebbe sopperire con la tecnologia. In Italia avevamo il gruppo FIAT che avrebbe dovuto dare un serio contributo alla produzione tecnologica, invece fornisce un prodotto che -tecnologicamente - non vale un cazzo.
    Non credo che sia per caso che se fai un sondaggio su quali sono le automobili migliori, la stragrande maggioranza delle persone nomina un marchio tedesco.
    A Diabolicus23 piace questo intervento

  7. #17
    Assuefatto da FdT
    Uomo 43 anni
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    Quote Originariamente inviata da Mr White Visualizza il messaggio
    Potrei andare ancora avanti ma il punto è che un imprenditore non deve fare carità, e fin qui siamo d'accordo, ma nemmeno oltrepassare il limite di "civiltà" o come la vuoi chiamare...
    Ci sono imprenditori più "etici" di altri, non c'è dubbio.
    Ma dire "perchè FIAT ha preso i soldi all'epoca" purtroppo è un discorso che non porta a nulla con questa gente (parlo degli imprenditori alla Marchionne) perchè loro rispondo solo a leggi e logiche di mercato, punto. Idem dicasi per i diritti dei lavoratori.
    Sono cose su cui possiamo essere d'accordo noi, ma nelle sale riunioni questi "ideali" non trovano posto a sedere.

    - - - Aggiornamento - - -

    Quote Originariamente inviata da Mr White Visualizza il messaggio
    Potrei andare ancora avanti ma il punto è che un imprenditore non deve fare carità, e fin qui siamo d'accordo, ma nemmeno oltrepassare il limite di "civiltà" o come la vuoi chiamare...
    Ahimè, non voglio fare l'esterofilo anzi (mio papà ha lavorato per tutta la vita in FIAT), però è dura dar loro torto...
    Non voglio scatenare un pro/contro macchine italiane, ma la mia esperienza mi porta ad essere d'accordo non tanto sui tedeschi, quanto sul fatto che FIAT non sia certo al top globale (pur con le note eccellenze ingegneristiche). E' il totale ha lasciare l'amaro in bocca.

  8. #18
    SS-Hauptsturmführer Wittmann
    Uomo 42 anni da Reggio Emilia
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    Quote Originariamente inviata da Diabolicus23 Visualizza il messaggio
    E aggiungo una domanda, da ignorante totale: come ha fatto il gruppo FIAT a vedere incrementato il proprio valore con questi dati? Non posso credere che Chrysler da sola sia riuscita a sollevare un dato tanto negativo...
    In europa il calo è molto accentuato, verissimo. Non saprei dire però se per colpa di fiat o per merito di altri..da quanto so (poco) quasi tutte le case automobilistiche se la passano male, le uniche a prosperare rimangono le tedesche.
    Altro motivo di grande ammirazione, uno dei tanti per cui la Germania rimane forse il paese migliore e meglio organizzato del mondo.

    Per la tua domanda, credo sia proprio così. Al momento la parte "automobili" di fiat è di nuovo leggermente in rosso, ma gli utili portati da chrysler consentono al gruppo di restare in positivo.
    Sarà brutto da riconoscere, e pare proprio che parecchi (ce l'ho con sindacalisti e politici, mi spiace) non ce la facciano.
    L'italia, per il gruppo fiat-chrysler, non è il centor del mondo. E' solo uno dei tanti mercati. Un mercato stagnante e in perdita, tra l'altro, a dispetto di tanti altri in cui invece il brand tira e può crescere (sudamerica, asia, nordamerica). Bisogna che inizino a farsi entrare il concetto nella zucca, insieme a tanti altri.

    Mr. White, non puoi parlarmi di leadership incapace. Ripeto, basti guardare la situazione di quando l'ha presa (economica, finanziaria, produttiva e di prospettive) e attuale.
    Era una azienda decotta, finanziariamente allo sfascio e parecchi degli stabilimenti che marchionne ha "aggredito" erano da anni (o decenni) in piedi solo grazie a contributi diretti/indiretti statali, logiche clienterali, giochi politici. Non è lui che è stato tanto "cattivo", ha fatto cose che una società normale in un paese normale avrebbe dovuto fare decenni prima.
    Anche sullo "sfruttamento" dei lavoratori avrei da ridire. Gli operai americani (e i relativi sindacati) hanno accettato, vista la situazione difficile, di rividere i contratti, accettare compromessi, ecc. Non credo che agli italiani sia stata chiesta la luna, anzi.
    Oltretutto ha trovato un'organizzazione aziendale assolutamente ridicola.
    Stabilimenti obsoleti, fermi, sovradimensionati, sovrappopolati con gente che faceva solo della gran cig a turno, ecc.
    Giusto per fare un esempio pratico, a tichy, in polonia, la fabbrica con 6000 operai produce quasi 650.000 macchine l'anno. A pomigliano, 5000 ne facevano poco più 30.000. Senza voler poi infierire con i tassi di assenteismo, gli scioperi pilotati in occasione della partite di calcio, ecc. Vorrei verificare e paragonare questi dati con quelli di uno stabilimento audi o volkswagen in germania. Anzi non lo faccio perchè poi mi verrebbe da piangere.
    Voglio dire, forse avrà delle colpe, forse avrebbe potuto fare qualcosa meglio (cosa, nello specifico?) ma queste accuse secondo me non ci stanno. Senza di lui, e senza l'acquisizione di chrysler (che a suo tempo era vista quasi come una pazzia spericolata), che avremmo ora? O una società fallita, con una serie di fabbriche (forse tutte) chiuse e tutti a spasso, o rilevata da qualche gruppo estero, o di nuovo mezza nazionalizzata, quindi a carico della collettività. Direi che ha fatto parecchio!
    Ultima modifica di Wittmann; 26/9/2012 alle 13:22

  9. #19
    Can che dorme Wolverine
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    Esatto, Wittmann

    La perfezione non esiste...ma si è comunque mosso bene in un contesto che definire sfavorevole (dal punto di vista politico ed economico) significa usare un eufemismo. Non è un "Re Mida" dell'automobile, ovvio, ma il suo lavoro lo sa fare.

  10. #20
    Assuefatto da FdT
    Uomo 43 anni
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    Che non sia uno sprovveduto tutti d'accordo.
    Ma perchè il calo percentuale di FIAT è colpa d'altri e il gain di Chrysler è merito suo? Io non ci arrivo. Io credo che abbia "sacrificato" una per "favorire" l'altra; da un punto di vista imprenditoriale bene così. Ma epurarlo da tutte le responsabilità sul peggioramento di FIAT mi sembra un po' troppo clemente nei suoi confronti.
    A Wittmann piace questo intervento

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