Originariamente inviata da
Lucien
Son d'accordo sì e no. Secondo me è sbagliato il principio giuridico dell'affidare interamente la responsabilità di quanto succede a un minorenne all'adulto più vicino, come se fino a 18 anni suonati ogni persona fosse una specie di animale domestico incosciente, da condurre e sorvegliare, esente da ogni responsabilità. L'adulto "responsabile" non può essere onnipresente e non è ammissibile il pensare che un minorenne sia del tutto ignaro delle conseguenze delle sue azioni dunque non responsabile. La responsabilità va sempre condivisa.
Esempio del coma etilico: come succede regolarmente in gita scolastica, gli alunni nascondono le bottiglie nelle valigie e in albergo si chiudono in camera a bere e a farsi le canne. Gli insegnanti devono controllare, ma non possono nemmeno passare la notte a sfondare le porte delle camere e a perquisire bagagli.
Esempio del caso in questione: può darsi che questo poveretto per non passare per il sacco di lardo della comitiva abbia stretto i denti senza dire nulla fino a quando non è crollato. Si può solo imputare agli accompagnatori, se così fosse, di non essere dei cardiologi e di non saper leggere nel pensiero.