Roberta Ragusa, 44 anni, è scomparsa a San Giuliano Terme, la notte tra il 13 e il 14 gennaio. Inizialmente si era pensato a un allontanamento volontario, perché niente nella vita di questa tranquilla madre di provincia faceva pensare a eventualità più drammatiche. Ma due mesi di assenza della donna e un approfondimento nella sua vita familiare hanno fatto emergere un nuovo scenario. Gli investigatori sono ora convinti che la Ragusa sia stata uccisa. E si parla ancora una volta di un altro “caso Melania”. DA SOLA DI NOTTE Al momento della scomparsa, Roberta ha due figli che adora e un marito che ama, con il quale gestisce un’autoscuola ben avviata. Eppure qualcosa la logora interiormente, al punto da spingerla a uscire nel cuore della notte, in pieno inverno, indossando solo una tuta e un paio di scarpe da ginnastica, per non fare più ritorno a casa. Il coniuge, Antonio Logli, non sa spiegare cosa le possa essere accaduto. Racconta di essersi assopito mentre la donna faceva la lista della spesa e di essersi accorto della sua assenza soltanto il mattino dopo, al momento del suono della sveglia. Per avere notizie di Roberta, accetta di partecipare alla trasmissione Chi l’ha visto? e nulla nel suo racconto, privo di incertezze e di contraddizioni, fa pensare a un suo coinvolgimento nella vicenda. C’È UN’AMANTE Sono le amiche di Roberta a spiegare agli inquirenti che le cose non stanno esattamente come sembra. Il marito ha da quasi tre anni una relazione con un’altra donna. Roberta lo ha scoperto per caso ed è stata presa completamente alla sprovvista. Eppure l’amante di Antonio è una ragazza che la Ragusa conosce molto bene. Si tratta della segretaria dell’autoscuola di famiglia, Sara Calzolaio. Sara è più giovane, ha 28 anni, e Roberta si fida di lei al punto da farle fare da baby sitter alla figlia di 11 anni. Al momento della scomparsa però, la moglie tradita non conosce ancora l’identità della sua rivale. Sa solo che il marito le è infedele, ma non sa con chi. Almeno questo è quanto sostengono le amiche con cui si è confidata. Sono loro a insistere che, se qualcosa di male è successo a Roberta, è da mettere in relazione con quello che avvelenava la sua vita in casa. «Antonio Logli non sopportava di essere control lato – raccontano – s’arrabbiava spesso, litigavano». I PRIMI SOSPETTI Così, Antonio Logli entra nel registro degli indagati e gli esperti del Ris decidono di perquisire la sua abitazione, alla ricerca di segni di violenza o tracce di sangue. Non emerge nulla che contraddica la versione dell’uomo, che nega ogni addebito. A quel punto è Sara a crollare. Ammette la sua relazione con Antonio e racconta che le è costata l’allontanamento dai testimoni di Geova, di cui faceva parte e che anche Roberta ha frequentato saltuariamente. Spuntano inoltre due cellulari di cui non si sapeva l’esistenza. Sara e Antonio li hanno usati per parlarsi di nascosto e – racconta Sara – se ne sono disfatti al momento della scomparsa di Roberta, per paura che si sapesse della loro storia. Anche se i cellulari non ci sono più, gli investigatori possono sapere se e quando sono stati usati e recuperarne gli sms. Si scopre, così che, la notte del 13 gennaio, Sara e Antonio si sono parlati al telefono. Un dato che incrina il racconto di Loglio, che dichiara di aver dormito da mezzanotte alle sette, ma non è abbastanza per sostenere un’accusa nei suoi confronti, specie una grave come quella di omicidio. Solo le indagini della scientifica sulle tre automobili a disposizione di Lolli, a questo punto, potranno dire se i sospetti sui marito di Roberta sono fondati o meno.