Monti non firma garanzia
addio Olimpiadi Roma 2020
Il presidente del Consiglio ha comunicato la decisione del Governo sulla possibilità di sostenere la corsa della capitale nell'organizzazione dei Giochi del 2020: "Non possiamo correre rischi"
ROMA - Ora è ufficiale: cade la candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2020. Il presidente del consiglio Mario Monti ha comunicato ai rappresentanti del comitato organizzatore che non firmerà la garanzia finanziaria richiesta dal Cio. "Siamo arrivati alla conclusione unanime che il governo non ritiene che sarebbe responsabile nelle attuali condizioni dell'Italia assumere un impegno di garanzia. Abbiamo esaminato il progetto con grande attenzione, sia nelle sue parti generali sia nella molto approfondita analisi economica che lo ha accompagnato. Desideriamo esprimere grande condivisione delle linee di questo progetto e abbiamo veramente ammirato in Consiglio dei Ministri i vari motivi di interesse di questo progetto".
Tanti elogi al lavoro presentato dal comitato organizzatore, ma anche tanta fermezza nel motivare il no del Governo. L'Italia sta attraversando una grave crisi e non può permettersi distrazioni o rischi economici. "L'Italia può e deve avere mete ambiziose. Il nostro Governo è concentrato anche sulla crescita, non solo sul rigore, ma in questo momento non pensiamo che sarebbe coerente impegnare l'Italia in questo tipo di garanzia che potrebbe mettere a rischio denari dei contribuenti. Siamo in mesi in cui è prematuro sganciare la cintura di sicurezza. Se siamo a che fare i conti con una condizione dell'Italia finanziaria difficile è perchè in passato sono state prese, da governi di ogni segno, decisioni senza molto riguardo a conseguenze finanziarie negli anni
successivi. Noi non vogliamo che chi governerà nei prossimi anni si trovi in difficoltà. Il piano di rientro del debito previsto dal fiscal compact prevede per l'Italia uno sforzo significativo che imporrà una gestione estremamente rigorosa dei conti pubblici, per molti anni".
E' sembrato chiaro come il presidente Monti abbia apprezzato il modello di business illustrato da Pescante, Petrucci e Alemanno sui giochi di Roma 2020, ma non abbia certo dimenticato il passato: dagli sprechi di Italia '90 ai mondiali di Nuoto del 2009. "Essendomi occupato di economia qualche volta so che in uno studio, pur autorevole e fatto con grande accuratezza, ci possono essere scostamenti molto rilevanti fra preventivi e consuntivi: in altre circostanze dell'economia italiana, forse, avremmo considerato il rischio accettabile, ma in queste circostanze non sarebbe responsabile. E' vero che la Spagna si è candidata: non mi permetto di entrare nelle valutazioni del governo spagnolo di cui non conosco le motivazioni. Noi dobbiamo occuparci di quello italiano e siamo arrivati alle conclusioni esposte".
GNUDI: "DECISIONE SOFFERTA" - "E' stata una decisione molto sofferta, ma abbiamo approvato tutti la decisione che ci e' stata delineata dal nostro presidente. La decisione di non appoggiare la candidatura di Roma 2020 non significa che questo governo non voglia valorizzare lo sport, anzi stiamo lavorando a tutta una serie di provvedimenti mirati a diffondere la pratica sportiva, tra i giovani e non solo. Non è che questo governo non abbia ben chiara l'importanza dello sport, ma l'obiettivo è quello di incrementarne la pratica tra gli italiani. Quanto al turimo, sappiamo che le Olimpiadi aiutano anche il turismo. Ma abbiamo un tale patrimonio culturale che ci consente di attrarre turisti anche senza questi eventi. Dobbiamo sanare certe storture, e dobbiamo anche far capire a tutta la popolazione che il turismo è un bene di tutti. Anche se purtroppo non ci saranno le Olimpiadi".
ALEMANNO: "NON MI DIMETTO" - "Monti ha detto no. La notizia è stata negativa. Ha dato delle motivazioni molto chiare sulla sua scelta di non sostenere le Olimpiadi di Roma 2020, anche se non condivisibili. Dimissioni? "No, assolutamente no. Mi dispiace deludere i miei oppositori". Lo ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno lasciando palazzo Chigi a proposito del no del governo alla candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020.
L'AMAREZZA DI PESCANTE - "C'è tanta amarezza per una grandissima occasione persa. Il progetto era serio anche da un punto di vista economico ma è stata una decisione molto ponderata che dobbiamo accettare. Da parte nostra c'era anche l'illusione che i Giochi potessero dare un contributo per il rilancio del paese e per spiegare ai giovani che nel 2020 ci saremo. Ma non è stata condivisa. Siamo stati ore a parlare ma è il presidente del Consiglio è stato irremovibile sul discorso dei conti collegati alla situazione economica generale. Dobbiamo rassegnarci, per almeno 10 anni non si parlerà più di Giochi in Italia. Direi una bugia se dicessi che e' stata una risposta inaspettata. E' stata una decisione molto ponderata, esclusivamente di carattere economico".
FONTE: La Repubblica