La corte d'Appello di Milano decide in sostanza come aveva fatto il Tribunale, confermando che l'ex direttore del Sismi Nicolò Pollari e il funzionario dello stesso servizio Marco Mancini non sono giudicabili per il sequestro di Abu Omar a causa del segreto di Stato, apposto sia dal golverno Prodi sia dal governo Berlusconi e confermato dalla Corte Costituzionale. I giudici di secondo grado riformando parzialmente il verdetto del giudice monocratico Oscar Magi aumentano le pene per i 23 agenti della Cia, dal momento che hanno "tagliato" le attenuanti generiche. 22 condanne passano da 5 a 7 anni e quella di Bob Lady, capo della stazione di Milano del servizio, passa da 8 a 9 anni. Un'altra modifica riguarda Pio Pompa, collaboratore di Pollari e responsabile dell'archivio di via Nazionale a Roma, e Luciano Seno. Per entrambi, imputati solo di favoreggiamento, c'è uno sconto di pena, da 3 anni a 2 anni e 8 mesi e soprattutto non dovranno risarcire in solido con gli altri imputati Abu Omar (un milione di euro) e la moglie (mezzo milione). Pollari, attraverso il suo difensore Nicola Madia, fa sapere di essere "soddisfatto" per la sentenza. Per Mancini parla il legale Luigi Panella che dice: "Non doveva nemmeno essere celebrato l'Appello. Era stato molto chiaro il Tribunale alla luce della decisione della Corte Costituzionale".
Il verdetto arrivato dopo quattro ore di riunione in camera di consiglio conferma l'impianto accusatorio e non costituisce una sorpresa dal momento che le prove acquisite erano le stesse del processo di primo grado. Sia il Tribunale sia la corte d'Appello non hanno accettato infatti nel fascicolo le conversazioni intercettate perchè coperte da segreto di Stato. Il giudice Magi non le aveva nemmeno esaminate, mentre in secondo grado sono state visionate ma alla fine non acquisite. Per altri tre imputati statunitensi, Jeff Castelli, Betty Madero e Ralph Russomanno il processo sarà celebrato a parte. La loro posizione è stata stralciata perchè avevano ricevuto la notifica ancora come latitanti. E invece non lo erano erano più a causa della revoca dell'ordinanza di custodia in carcere come conseguenza dell'assoluzione in primo grado motivata con l'immunità diplomatica. Abu Omar venne sequestrato a Milano il 17 febbraio del 2003, trasferito in Egitto attraverso la base di Aviano, picchiato, torturato e sodomizzato, come da lui denunciato in un memoriale che fa parte delle carte del processo dove lui era costituito come parte civile ma al quale non ha potuto partecipare fisicamente. Le autorità del Cairo, dove lui vive formalmente libero ma in pratica sotto sorveglianza, non gli hanno permesso di espatriare. Dall'Egitto non hanno mai risposto alle richieste di rogatorie internazionali avviate dalla procura di Milano. I magistrati volevano tra l'altro sentire Abu Omar, imam della moschea di via Quaranta, destinatario di un ordine di custodia in carcere per terrorismo internazionale. Le richieste di arresto a fini di estradizione dei giudici di Milano per gli agenti della Cia non sono mai state inviate negli Usa per decisione dei governi italiani di diverso colore.
Abu Omar, Pollari "salvato"<br>dal segreto di Stato - Italia - l'Unità
MILANO (Reuters) - Al processo di appello per il rapimento dell'imam egiziano Abu Omar, la corte di Milano ha deciso oggi che l'ex-capo del Sismi Niccolò Pollari e l'ex-dirigente dei servizi Marco Mancini non sono giudicabili per la presenza del segreto di Stato, confermando la sentenza di primo grado.
Inasprite invece la condanne per il personale della Cia coinvolto, a causa della revoca delle attenuanti generiche: i 22 agenti che in primo grado, nel novembre 2009, erano stati condannati a cinque anni, si sono visti aumentare la pena a sette anni, mentre la condanna dell'ex-capo della Cia Robert Seldon Lady -- a cui era stata inflitta una pena di otto anni -- è diventata di nove anni.
Gli ex agenti Pio Pompa e Luciano Seno sono stati condannati a 2 anni e otto mesi. In primo grado la condanna era a tre anni di reclusione per favoreggiamento.
La procura di Milano aveva chiesto per Pollari -- che tramite il suo avvocato ha fatto sapere di essere molto soddisfatto della sentenza -- una condanna a 12 anni di carcere, e di 10 per Mancini.
"Questa sentenza restituisce dignità e onore a Pollari, il quale comunque sarebbe stato disposto a subire la condanna pur di non violare il segreto, da vero servitore dello Stato", ha detto Nicola Madia, il legale di Pollari, che ha sempre ribadito la propria estraneità ai fatti.
Stamani intanto sono state stralciate le posizioni di Jeff Castelli, ex responsabile dell'ufficio della statunitense Cia a Roma e Ralph Russomando, funzionario Usa, per un difetto di notifica del decreto di citazione in appello: per loro il processo ricomincerà daccapo.
La vicenda riguarda il rapimento di Abu Omar nell'ambito di una cosiddetta operazione di "rendition", il suo trasferimento in Egitto, dove il religioso ha raccontato di essere stato torturato nel corso degli interrogatori e di essere stato detenuto per anni senza che gli venissero formalizzate accuse.
All'epoca del rapimento, l'imam era imputato a Milano per terrorismo internazionale.
Processo Abu Omar: Pollari non giudicabile,pene più dure per Cia | Prima Pagina | Reuters
ABU OMAR: AMNESTY, PASSO AVANTI, POLLARI ANDAVA GIUDICATO
Amnesty International ha accolto positivamente la conferma in appello delle condanne di 23 agenti della Cia per il sequestro dell'ex imam Abu Omar. Si tratta di 'un altro passo in avanti verso la ricerca della verita' e l'accertamento delle responsabilita' in Europa per gli abusi commessi nel contesto del programma Cia di rendition e detenzioni segrete' ha dichiarato Julia Hall, esperta di Amnesty su antiterrorismo e diritti umani in Europa .
ABU OMAR: AMNESTY, PASSO AVANTI, POLLARI ANDAVA GIUDICATO | News | La Repubblica.it
Gli agenti della Cia condannati, e per l'ex capo dei servizi segreti c'è il "segreto di Stato"... Che ne pensate?