I risultati delle ultime analisi di Greenpeace, commissionate all’Università di Vienna, mostrano che circa il 70 per cento dei fanghi rossi dell'Ungheria emersi dal disastro ecologico di qualche giorno fa, contengono particelle ultrafini, addirittura al di sotto dei due micron.Il rischio è un'alta concentrazione di queste microparticlelle tossiche nell'aria."Crediamo sia giunto il momento che le autorità ungheresi
sostiene Vittoria Polidori, responsabile della campagna inquinamento di Greenpeaceinformino adeguatamente la gente, invece di pensare solo a terminare l’evacuazione del villaggio di Kolontar."
La presenza di sostanze pericolose come l’arsenico, rilevate da Greenpeace nei precedenti test, determina un ulteriore rischio.Quando il fango si secca, infatti, può essere trasportato dal vento come polvere fine e mettere a rischio la popolazione locale che respira queste particelle contenenti sostanze tossiche.L’arsenico è pericoloso per piante e animali, e può danneggiare il sistema nervoso degli uomini.
"Se nei prossimi giorni il tempo in Ungheria dovesse diventare più secco e con vento forte, la concentrazione nell’aria di queste particelle fini crescerà molto. Per questo
continua Polidorichiediamo al governo ungherese di tenere chiuso l’impianto di produzione dell’alluminio della Mal, fino a quando una commissione internazionale e indipendente di esperti attesti la totale sicurezza della struttura e fornisca una valutazione dei rischi sanitari attuali e a lungo termine.”
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