Fango rosso nel Danubio blu
L'ondata di fango rosso fuoriuscito da una fabbrica di alluminio ha raggiunto le rive del secondo fiume più grande d'Europa. Si teme il disastro ambientale. La marea rossa nei giorni scorsi ha provocato la morte di quattro persone e più di cento feriti. Negli anni '70 la Montedison provocò in Corsica un caso analogo e le conseguenze furono disastrose.
Il fango tossico di colore rosso fuoriuscito da una fabbrica di allumino a 167 km da Budapest ha raggiunto il Danubio. Il composto caustico formato dallo scarto della lavorazione di bauxite stamane si è riversato nel corso del fiume, il secondo più lungo d'Europa.
A darne notizia un funzionario del servizio ungherese di controllo sulle acque. I danni all'ecosistema fluviale potrebbero rivelarsi catastrofici. Il fango rosso ha una composizione alcalina sopra la norma, cosa che porta la sostanza ad avere effetti corrosivi e irritanti.
L'ecodisastro ha già provocato la morte di quattro persone, tra cui due bambini, mentre oltre 120 persone risultano ferite a causa delle ustioni riportate a causa del contatto con la sostanza. Trenta milioni di metri cubi della sostanza si sono riversate in 40 chilometri quadrati colpendo come una vera e propria inondazione i paesi nei pressi della fabbrica. Il governo ungherese ha già stanziato la somma di centomila fiorini a famiglia, circa 4mila euro, da addebitare alla "Mal S.A.", l'azienda colpevole della fuoriuscita di liquido tossico.
Un disastro analogo è accaduto in Corsica tra il 1972 e il 1974. La Montedison incominciò a sversare nel mare a ridosso dell'isola gli scarti della lavorazione del biossido di titanio, composto utilizzato in siderurgia. L'ecosistema corso subì conseguenze fatali, soprattutto tra i pesci e i cetacei. A seguito di un'iniziativa popolare la pratica fu fermata e la società italiana condannata per i danni ambientali.
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