Diego Carmignani
CACCIA. Da oggi stop alla circolazione, nella Comunità europea, di prodotti derivati dall’uccisione dei mammiferi marini. Duro colpo per Paesi come il Canada, per cui il Vecchio continente rappresentava un terzo del mercato.
L'orrendo fenomeno della caccia alle foche è stato oggetto di continue e accese contestazioni da parte dell’opinione pubblica, numerose le campagne delle associazioni animaliste messe in atto negli ultimi quarant’anni per denunciare una barbarie che si perpetra quotidianamente in molti Paesi.
Nella lunga vicenda in nome dei diritti degli animali, la giornata di oggi rappresenta una conquista importante, almeno per questa parte di mondo: entra infatti ufficialmente in vigore il Regolamento comunitario che ha messo al bando, in maniera definitiva e in tutto il territorio dell’Unione Europea, il commercio dei prodotti derivati dall’uccisione delle foche, «esseri senzienti - recita la disposizione -, che possono provare dolore, angoscia, paura e altre forme di sofferenza» e la cui «caccia ha suscitato vive preoccupazioni presso il pubblico e i governi sensibili al benessere degli animali».
Niente più circolazione e vendita di merci ottenute dalla mattanza: ovvero carne, olio, grasso, organi, pelli per pellicceria e prodotti vari come le capsule di Omega 3 (in vendita da 10 anni in Canada, Europa e Asia). Stop al traffico e controlli alle dogane che si spera vengano da subito avviati in maniera severa, auspica la Lav, Lega antivivisezione italiana, che sei anni fa colse la richiesta di sostegno dell’International Fund for Animal Welfare, recandosi con una propria delegazione in Canada al fine di essere testimone, insieme ad alcuni giornalisti di testate nazionali, della crudeltà con cui sono legalmente sterminate le foche.
Una missione che ha permesso all’Italia di diventare, già nel 2004, il primo Paese europeo a mettere al bando questo commercio e ad adottare il sistema sanzionatorio comunitario. Il blocco della commercializzazione e l’esistenza di prodotti “Alternative cruelty free”, non significano certo la fine della battaglia perché gli eccidi terminino. La caccia alle foche è praticata con spietata regolarità in Russia, Groenlandia, Norvegia e Islanda.
Al Canada spetta però l’ignobile primato, con un massacro che annuale di 200.000 mammiferi marini di media, prevalentemente cuccioli tra le due e le dodici settimane di vita. Prima dell’approvazione del bando europeo, i nordamericani esportavano il 32% dei prodotti derivanti dalla foca proprio verso gli Stati membri dell’Unione europea. Le nuove norme li rispediscono, si spera, al mittente.