Cina: incatena il figlio, devo andare al lavoro
Un guidatore di riscio' teme che venga rapito come la sorellina
04 febbraio, 15:22
ROMA - "L'ho legato alla catena per paura di perderlo": non parla di un cagnetto ma del proprio figlio di due anni un guidatore abusivo di risciò che ha incatenato il bimbo, Laolu, a un palo davanti a un centro commerciale di Pechino per proteggerlo da brutti incontri in sua assenza. Lo ha riportato oggi il sito d'informazione sina.com. Alle autorità che gli hanno ordinato di liberare il figlio, Chen Chianlu ha spiegato che questo è l'unico modo per salvarlo dalla tragica sorte toccata poche settimane fa alla sorellina di quattro anni: rapita e forse venduta a gente senza scrupoli, come accade ogni anno in Cina a migliaia di bambini. Chen, 42 anni, originario della provincia del Sichuan, è uno dei milioni di lavoratori cinesi che dalle aree rurali migrano verso le grandi metropoli in cerca di fortuna. Non ha diritto agli aiuti statali e vive con la sua famiglia in una stanza di neanche 3 metri per 2 e mezzo. Per guadagnare l'equivalente di cinque euro, lavora tutto il giorno come guidatore abusivo di risciò, mentre la moglie disabile raccoglie rifiuti. "Mia moglie non può prendersi cura di Laolu e io devo provvedere al sostentamento della famiglia, per questo lo incateno quando sono in giro con il risciò", ha spiegato Chen. "Non posso perdere anche lui", ha poi mormorato con negli occhi l'immagine della figlioletta rapita in un momento di distrazione e mai più ritrovata.