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Correre Della Sera
l'ala liberal dei democratici americani: «questa è mancanza di leadership»
Anche con Obama gli Usa non aderiscono al trattato sulle mine antiuomo
Confermata la tradizionale posizione americana che attende che vi aderiscano anche Russia e Cina
WASHINGTON (USA) - Gli Stati uniti non aderiranno al Trattato contro le mine antiuomo in vigore dal ’99, a cui hanno già aderito 156 altri paesi tra cui l’Italia. Lo ha annunciato il portavoce del Dipartimento di stato Ian Kelly: «Ce lo impediscono questioni di sicurezza nazionale» ha dichiarato Kelly. Ma per la prima volta, ha aggiunto il portavoce, gli Stati uniti manderanno degli osservatori alla Conferenza sul decennale del trattato in programma tra una settimana a Cartagena in Columbia. Kelly non ha accennato a un futuro «si» degli Stati uniti al trattato. Ma esprimendo rammarico per il loro “no”, Steve Goose di Human right watch non ha escluso che alla Conferenza a Cartagena Washington rilasci una «dichiarazione di intenti» di aderirvi in futuro. CRITICHE - Secondo Human right watch, l’anno scorso le mine anti uomo hanno fatto 5.179 vittime in tutto il mondo, di cui circa la metà bambini. Gli Stati uniti, ha lamentato Steve Goose, hanno un arsenale di 10 milioni di mine, e sebbene non le abbiano usate dal 1991, dalla prima guerra del Golfo Persico, si riservano ancora il diritto di farlo. Ian Kelly ha ribattuto che Washington non esporta più mine anti uomo dal 1998 e che di recente ne ha sospeso la produzione. Il portavoce ha aggiunto che dal 1993 gli Stati uniti hanno speso un miliardo e mezzo di dollari, molti di più di ogni altro paese, nello smantellamento delle mine sui teatri di guerra e nella prevenzione di incidenti. La decisione dell’amministrazione Obama di non aderire al trattato ha suscitato aspre critiche nei liberal al Congresso. Uno di loro, il senatore democratico Patrick Leahy, ha accusato il presidente di seguire la politica del predecessore Bush, venendo meno alla promessa di cambiarla: «Questa è mancanza di leadership» ha protestato. «Abbiamo perso una buona occasione per dare l’esempio». Kelly ha respinto le critiche: «Gli Stati uniti devono potersi difendere nelle circostanze più diverse» ha sostenuto. «Non siamo i soli ad avere questa posizione». Un’allusione al rifiuto di aderire al trattato di altre potenze come la Russia, la Cina, l’India e il Pakistan.
NEGOZIATI - Di fatto, le probabilità che Washington ricorra alle mine antiuomo sono minime: nonostante l’avverso andamento dei conflitti, non le ha impiegate in Iraq né in Afganistan. Stando alla Casa bianca, Obama è pronto a vietarle se la Russia, la Cina, l’India, il Pakistan faranno altrettanto: negoziati al riguardo sarebbero in corso dietro le quinte. Il trattato è universalmente considerato essenziale nello interesse dei bambini, le vittime più numerose delle mine antiuomo nei paesi terzi. Tra le celebrità che lo vollero ci fu anche la principessa Diana d’Inghilterra.