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Bloch: l'uomo e la speranza

  1. #1
    Dovahkiin
    Utente cancellato

    Predefinito Bloch: l'uomo e la speranza

    Da Wikipedia:
    Ne Il principio speranza, Bloch mostra come la coscienza anticipante dell'uomo, la sua capacità di anticipare i progetti più alti mettendo in moto lo sviluppo storico, si manifesti sia nelle piccole forme storiche quali: i sogni e le aspirazioni che caratterizzano la vita quotidiana, il mondo fantastico delle favole, i racconti dei films e degli spettacoli teatrali, le utopie sociali sia nelle grandi concezioni religiose, filosofiche.
    In tutte queste forme della coscienza anticipante dell'uomo, l'elemento fondamentale è la speranza, la quale non è qualcosa di puramente soggettivo ma aspetto reale dello sviluppo concreto dell'essere.
    L'essere non è infatti ontologicamente definibile nella sua immediata staticità e cristallizzazione ma il vero, vitale essere è il non-essere-ancora.
    Dall'analisi della natura della coscienza anticipante dell'uomo, infatti, emerge chiaramente il non-ancora come la sua verità più profonda che dà valore reale alla speranza, intesa non più come astratto sogno campato in aria, ma come docta spes, oggettivamente basata sul dinamismo della realtà.
    La speranza allora, non è solo un atteggiamento sentimentale, ma concreta forza di voler costruire, con precisione razionale, la realtà. Così accade nell'arte e in particolare nella musica quando, sulla base di una rigorosa reale base matematica, essa suscita in noi un flusso di sentimenti.
    Tuttavia, già nell'Introduzione alla traduzione italiana di quest'opera principale di Bloch, Remo Bodei ricorda che non tutti i miti e i filosofi hanno considerato la speranza una virtù. E di ciò sembra accorgersi pure lo stesso Bloch, sia prendendo atto delle impreviste e non volute ricadute del suo pensiero sulla "Teologia della speranza" del protestante Moltmann, sia inserendo al capitolo 20 un'importante alternativa: la speranza non più come sguardo ottimisticamente diretto al futuro, bensì come immersione nelle potenzialità insite nel presente, quando l'uomo tenta di vivere cogliendo l'eternità nell'istante, il carpe aeternitatem in momento e il nunc aeternum dell’attimo oscuro.
    La nostra coscienza del presente, che noi crediamo chiara, in effetti è offuscata: alla base del faro non c'è luce; noi dobbiamo dirigere la sua luce della speranza su ogni attimo della nostra vita presente, altrimenti la luce del faro si perde nella notte del futuro.
    La speranza come proiettata nel divenire storico, come creatrice della storia, implicava una nuova definizione della filosofia della storia e, in quest'ambito, della dialettica sia hegeliana che marxista.
    L'utopia e la speranza infatti, danno all'uomo la possibilità di anticipare quel futuro dove l'uomo stesso realizza la sua intima essenza; ma il vero futuro deve essere nuovo, non può essere qualcosa di predeterminato nel passato e nel presente così da essere prevedibile in modo del tutto certo.
    La speranza è certa nella soggettività (spes qua speratur, la speranza nella quale si spera) dell'individuo ma è altrettanto incerta nella sua oggettività (spes quae speratur, la speranza che si spera), altrimenti si renderebbe nullo e inefficace il concetto stesso di speranza.
    La speranza infatti è continuamente sottoposta al rischio, all'incertezza, deve il continuamente lottare per il futuro-nuovo, deve sempre stare sul fronte


    La teologia della speranza




    « Solo un ateo può essere buon cristiano, solo un cristiano può essere buon ateo »
    (E. Bloch, Ateismo nel Cristianesimo. Per una religione dell'Esodo e del Regno (1968))
    Questo provocatorio motto può essere considerato come sintesi del dialogo aperto da Bloch, dopo il suo ritorno nella Germania occidentale, tra la concezione marxista e la visione teologica cristiana da cui si è sviluppata la cosiddetta "teologia della speranza".
    Bloch propone una nuova lettura e interpretazione della Bibbia secondo quella che egli chiama deteocratizzazione, l'eliminare cioè dai testi sacri tutto quello che viene attribuito a Dio come monarca trascendente: configurazione questa presa a giustificazione di ogni sopraffazione del potere dell'uomo sull'uomo. Bisogna invece rintracciare e mettere in rilievo quell'ideale di liberazione che attraversa tutto il testo biblico e che anticipa la finale salvezza dell'uomo.
    Percorrendo la linea tracciata da Feurebach e Marx, per cui «la critica della religione porta alla dottrina secondo la quale l'uomo è, per l'uomo, l'essere supremo; dunque essa perviene all'imperativo categorico di rovesciare tutti i rapporti nei quali l'uomo è un essere degradato, asservito, abbandonato e spregevole», Bloch giunge così a quell'ateismo umanistico che afferma l'assolutezza dell'uomo, incompatibile con l'assolutezza di Dio.
    Il trascendente divino, così come appare nella Bibbia, mette in luce questo contrasto insanabile tre Dio e l'uomo, questa rivalità tra il divino e l'umano che è da superare eliminando dalla Bibbia ogni raffigurazione della trascendenza divina sostituendovi il «trascendere senza trascendenza» proprio dell'uomo che vuole essere «come Dio», senza Dio, per arrivare alla sua totale liberazione.
    L'opera citata si conclude auspicando un incontro, non un compromesso, basato sul carattere umanistico che vive in entrambi, tra marxismo utopico, (purificato dal materialismo meccanicistico e dagli interessi solo economici, aperto all'utopia del regno della libertà) e cristianesimo ateo (privo di elementi teocratici e finalizzato alla liberazione utopica dell'uomo).
    Come il marxismo ha indicato materialmente la strada verso l'ideale utopico,così il cristianesimo ha sempre tenuto vivo nel cuore dell'uomo il desiderio utopico: ora, di comune accordo, possono avviare l'uomo verso l' utopia concreta.

    Cosa pensate dell'ottica di Bloch?
    Vi rivedete nella sua idea di speranza come sguardo non verso il futuro, ma verso potenzialità insita nel presente?
    Condividete l'idea dell'uomo che cerca di essere un Dio senza Dio?

  2. #2
    Dovahkiin
    Utente cancellato

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    Cavolo è proprio palloso questo argomento eh? O.O

  3. #3
    and where are drinks
    Donna 36 anni
    Iscrizione: 10/11/2008
    Messaggi: 1,328
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    Non puoi fornirci una rapida sintesi in 10 righe di questo Bloch?

  4. #4
    Dovahkiin
    Utente cancellato

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    Quote Originariamente inviata da a kAtY-giRL Visualizza il messaggio
    Non puoi fornirci una rapida sintesi in 10 righe di questo Bloch?
    Ci sarà un motivo se ho volutamente scritto le parti salienti in grassetto?

  5. #5
    Overdose da FdT
    Uomo 34 anni da Roma
    Iscrizione: 19/8/2005
    Messaggi: 7,253
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    Quote Originariamente inviata da drkheart Visualizza il messaggio
    Da Wikipedia:



    Cosa pensate dell'ottica di Bloch?
    Vi rivedete nella sua idea di speranza come sguardo non verso il futuro, ma verso potenzialità insita nel presente?Ovviamente.
    Condividete l'idea dell'uomo che cerca di essere un Dio senza Dio?Si.

  6. #6
    FdT svezzato
    50 anni da Verona
    Iscrizione: 16/9/2008
    Messaggi: 260
    Piaciuto: 0 volte

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    "Cosa pensate dell'ottica di Bloch?
    Vi rivedete nella sua idea di speranza come sguardo non verso il futuro, ma verso potenzialità insita nel presente?
    Condividete l'idea dell'uomo che cerca di essere un Dio senza Dio?"

    Sulla speranza condivido pienamente.....ma sull'idea che l'uomo cerca di essere un Dio senza Dio......beh avrei molti dubbi......l'uomo è nulla in questo mondo..è polvere....guarda solo le stelle...puoi pensare che sia stata la potenza di Dio o solo la conseguenza di una grande esplosione nel cosmo......ma comunque non è certo la mano dell'uomo a rendere meraviglioso il mondo......anzi....

  7. #7
    Dovahkiin
    Utente cancellato

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    Quote Originariamente inviata da Prulla Visualizza il messaggio
    "Cosa pensate dell'ottica di Bloch?
    Vi rivedete nella sua idea di speranza come sguardo non verso il futuro, ma verso potenzialità insita nel presente?
    Condividete l'idea dell'uomo che cerca di essere un Dio senza Dio?"

    Sulla speranza condivido pienamente.....ma sull'idea che l'uomo cerca di essere un Dio senza Dio......beh avrei molti dubbi......l'uomo è nulla in questo mondo..è polvere....guarda solo le stelle...puoi pensare che sia stata la potenza di Dio o solo la conseguenza di una grande esplosione nel cosmo......ma comunque non è certo la mano dell'uomo a rendere meraviglioso il mondo......anzi....
    Ma guarda che comunque la meraviglia è soggettiva. L'uomo è interprete di questa meraviglia; le meraviglie più grandiose dell'universo non sarebbero meravigliose se l'uomo non le valutasse tali... Quindi in un certo senso è l'uomo col suo gusto e il suo intelletto a rendere l'universo meraviglioso. Ciò che rende la merviglia tale è la sua interpretazione...

  8. #8
    Scrivano Lucien
    Uomo 40 anni da Imperia
    Iscrizione: 10/10/2008
    Messaggi: 2,441
    Piaciuto: 655 volte

    Predefinito

    Per me è un pò troppo ottimista. Per come la vedo io l'uomo nasce corrotto e deve sempre cercare di tendere al divino perfezionandosi e scremandosi dei suoi difetti di natura, ma non potrà mai essere perfetto. E la speranza è utile ma talvolta (anzi, troppe volte) invece di portare all'azione per concretizzarla si fa divinità in sé stessa portando l'uomo ad un inerte attesa di questa concretizzazione, o ad una deresponsabilizzazione.
    Esempio concreto: tutti prima di una prova dicono "Spero di farcela", quando invece dovrebbero dire "Non mi avranno mai vivo". La speranza nel quotidiano porta l'uomo ad essere più sereno, ma anche a fare affidamento su elementi indipendenti dalla sua volontà, "sperando" che un qualche miracolo intervenga in suo favore.
    Sulla sua rilettura della Bibbia, a parte questo, sono assolutamente d'accordo.

  9. #9
    Dovahkiin
    Utente cancellato

    Predefinito

    Quote Originariamente inviata da Lucien Visualizza il messaggio
    Per me è un pò troppo ottimista. Per come la vedo io l'uomo nasce corrotto e deve sempre cercare di tendere al divino perfezionandosi e scremandosi dei suoi difetti di natura, ma non potrà mai essere perfetto. E la speranza è utile ma talvolta (anzi, troppe volte) invece di portare all'azione per concretizzarla si fa divinità in sé stessa portando l'uomo ad un inerte attesa di questa concretizzazione, o ad una deresponsabilizzazione.
    Esempio concreto: tutti prima di una prova dicono "Spero di farcela", quando invece dovrebbero dire "Non mi avranno mai vivo". La speranza nel quotidiano porta l'uomo ad essere più sereno, ma anche a fare affidamento su elementi indipendenti dalla sua volontà, "sperando" che un qualche miracolo intervenga in suo favore.
    Sulla sua rilettura della Bibbia, a parte questo, sono assolutamente d'accordo.
    Beh lui si rifà comunque anche alla teoria di Fichte, per cui la tendenza alla perfezione è perfezione in sè...

  10. #10
    Redhead Pride Lantis
    Uomo 41 anni da Estero
    Iscrizione: 21/10/2004
    Messaggi: 25,446
    Piaciuto: 1042 volte

    Predefinito

    l'unico bloch che conosco è questo

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