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Originariamente inviata da
Lantis
beh allora pensaci, la discussione tratta di questo
Metti ansia :risatina:
Comunque non avevo capito che lo scopo del topic fosse questo, quindi ti rispondo in ritardo: ho saputo di persone a me relativamente vicine che hanno tentato il suicidio. Chi perché veniva costantemente preso in giro (voti bassi, omosessualità ecc), chi senza un motivo. Di questi ultimi non me ne capaciterò mai. In particolare mi è rimasto impresso il fidanzato di una collega di mia cognata: stavano mettendo su casa, lui aveva un signor lavoro, stressante ma chi non ne ha di stress? Eppure si è impiccato. Sono cose che non ti spieghi e se fossi nella sua fidanzata non camperei con questo interrogativo.
Comunque, alla base, secondo me c'è una malattia mentale: scusate se il termine che uso è forte ma non riesco a trovarne un altro che abbia lo stesso significato. Se per una bocciatura arrivi a toglierti la vita, qualcosa non va in te. E in quel caso non si può dire "Che scemo, per una bocciatura", ma "peccato, con una aiuto esterno ce l'avrebbe fatta".
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Originariamente inviata da
Rosemary
Metti ansia :risatina:
ti viene l'ansia che è diverso :risatina: io non nessuna intenzione di mettere ansia, non ho il controllo sulle reazioni altrui, se ti viene ansia che ce posso fa? :risatina:
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Originariamente inviata da
Rosemary
Comunque non avevo capito che lo scopo del topic fosse questo, quindi ti rispondo in ritardo:
Beh i topic evolvono ....
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Originariamente inviata da
Rosemary
ho saputo di persone a me relativamente vicine che hanno tentato il suicidio. Chi perché veniva costantemente preso in giro (voti bassi, omosessualità ecc), chi senza un motivo. Di questi ultimi non me ne capaciterò mai. In particolare mi è rimasto impresso il fidanzato di una collega di mia cognata: stavano mettendo su casa, lui aveva un signor lavoro, stressante ma chi non ne ha di stress? Eppure si è impiccato. Sono cose che non ti spieghi e se fossi nella sua fidanzata non camperei con questo interrogativo.
Comunque, alla base, secondo me c'è una malattia mentale: scusate se il termine che uso è forte ma non riesco a trovarne un altro che abbia lo stesso significato. Se per una bocciatura arrivi a toglierti la vita, qualcosa non va in te. E in quel caso non si può dire "Che scemo, per una bocciatura", ma "peccato, con una aiuto esterno ce l'avrebbe fatta".
non sono d'accordo sulla malattia mentale, o meglio è troppo riassuntivo, troppo semplicistico, troppo facilmente si etichetta qualcuno di "malato mentale". È un appellativo che tutti facilmente ci capita dire in qualche occasione della nostra vita a qualcuno.
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Originariamente inviata da
Rosemary
Comunque, alla base, secondo me c'è una malattia mentale: scusate se il termine che uso è forte ma non riesco a trovarne un altro che abbia lo stesso significato. Se per una bocciatura arrivi a toglierti la vita, qualcosa non va in te. E in quel caso non si può dire "Che scemo, per una bocciatura", ma "peccato, con una aiuto esterno ce l'avrebbe fatta".
Io non credo sia una malattia mentale. Credo sia più una profonda ferita dell'anima.
Credo sia un modo di vivere la vita come isolati in una stanza senza luce, da dove puoi vedere la vita fuori con la luce. Una luce che vorresti raggiungere e non riesci, perché ci sono quelle "pareti invisibili" che te lo impediscono. E per un po', finché riesci ad accendere una luce seppur fioca dentro di te, dentro quella stanza, vai avanti. Poi però, quella luce non si accende più. Ci provi, ma è come una lampadina fulminata che non puoi cambiare. E allora sai che c'è un solo modo per raggiungere quella luce ed è "lasciare" quella stanza che ti tiene prigioniero.
Per rispondere al topic: No. Non ci ho mai pensato. E per molto tempo non sono mai riuscita a capire come si potesse arrivare a pensare una cosa simile. Finché nella mia vita non ho avuto l'opportunità di conoscere una persona che ora non c'è più e che mi ha fatto capire con un esempio quel che si prova. Lei non era brava ad esprimersi a parole. Me lo fece capire in tanti modi. Spero di averlo spiegato bene con l'esempio della stanza e della luce.
Mi annunciò due giorni prima che l'avrebbe fatto. Fu di parola.
Non era una malata mentale. Era ferita nell'anima.
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totalmente d'accordo con @Masquerade
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Originariamente inviata da
Lantis
non sono d'accordo sulla malattia mentale, o meglio è troppo riassuntivo, troppo semplicistico, troppo facilmente si etichetta qualcuno di "malato mentale". È un appellativo che tutti facilmente ci capita dire in qualche occasione della nostra vita a qualcuno.
Un trattato psicanalitico non sono in grado di farlo, ma la mia opinione l'ho espressa.
Una persona che si suicida (notare, non una persona che ci pensa, ci prova, è tentato... uno che senza fare annunci drammatici arriva a togliersi la vita) ha sicuramente qualcosa che non va. Non è che come dici tu è facile dare del malato di mente, è che mi sembra una constatazione abbastanza ovvia. Non vado nello specifico perché, ripeto, non è il mio campo, ma è indubbio che la vita è fatta di delusioni e momenti orribili. Chi boccia al liceo e se ne frega, chi va in un bar a ubriacarsi e chi si toglie la vita. Arriva a togliersi la vita perché non ha passato l'anno scolastico. C'è un disagio mentale sicuramente, e non sono da incolpare o da giudicare come vigliacchi, secondo me.
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Masquerade
Io non credo sia una malattia mentale. Credo sia più una profonda ferita dell'anima.
Credo sia un modo di vivere la vita come isolati in una stanza senza luce, da dove puoi vedere la vita fuori con la luce. Una luce che vorresti raggiungere e non riesci, perché ci sono quelle "pareti invisibili" che te lo impediscono. E per un po', finché riesci ad accendere una luce seppur fioca dentro di te, dentro quella stanza, vai avanti. Poi però, quella luce non si accende più. Ci provi, ma è come una lampadina fulminata che non puoi cambiare. E allora sai che c'è un solo modo per raggiungere quella luce ed è "lasciare" quella stanza che ti tiene prigioniero.
Togliendo il tuo esempio (non la conosco e non mi permetto), ti sembra di star descrivendo una situazione stabile? E' quello che intendo io, e ho provato a esprimerlo con l'espressione "malato di mente", ma quest'espressione non è sempre un'offesa, o perlomeno io non la considero tale. Le persone che arrivano a uccidersi sono persone deboli, che soffrono, che hanno bisogno di aiuto, lo chiedono oppure no, e arrivano al fattaccio. Ma che si tratti di persone stabili non lo dico.
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Originariamente inviata da
Rosemary
Un trattato psicanalitico non sono in grado di farlo, ma la mia opinione l'ho espressa.
Una persona che si suicida (notare, non una persona che ci pensa, ci prova, è tentato... uno che senza fare annunci drammatici arriva a togliersi la vita) ha sicuramente qualcosa che non va. Non è che come dici tu è facile dare del malato di mente, è che mi sembra una constatazione abbastanza ovvia. Non vado nello specifico perché, ripeto, non è il mio campo, ma è indubbio che la vita è fatta di delusioni e momenti orribili.
No vabbè il mio discorso sul dare del malato mentale era più sul generale, che accade. Anche per altre situazioni eh.
Si sente sovente, a me stesso è capitato di dirlo. E il principio è, siamo TUTTI nessuno escluso "malati di mente", ma questo va un po' ad affrontare ALTRI temi, quindi non divago.
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Originariamente inviata da
Rosemary
Chi boccia al liceo e se ne frega, chi va in un bar a ubriacarsi e chi si toglie la vita. Arriva a togliersi la vita perché non ha passato l'anno scolastico. C'è un disagio mentale sicuramente, e non sono da incolpare o da giudicare come vigliacchi, secondo me..
scusa non ho capito se questi sono esempi presi per separati o tutti consequenziali.
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Originariamente inviata da
Rosemary
Togliendo il tuo esempio (non la conosco e non mi permetto), ti sembra di star descrivendo una situazione stabile? E' quello che intendo io, e ho provato a esprimerlo con l'espressione "malato di mente", ma quest'espressione non è sempre un'offesa, o perlomeno io non la considero tale. Le persone che arrivano a uccidersi sono persone deboli, che soffrono, che hanno bisogno di aiuto, lo chiedono oppure no, e arrivano al fattaccio. Ma che si tratti di persone stabili non lo dico.
Ma che NON si è stabili, sono d'accordo. Ma chi è stabile dopotutto?
Il problema è che spesso succede, che proprio nessuno li ha aiutati.
Ah e occhio io sto parlando di gente REALMENTE intenzionata! Escludo quelli che fanno il TENTATO suicidio per attirare l'attenzione.
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Originariamente inviata da
Rosemary
Togliendo il tuo esempio (non la conosco e non mi permetto), ti sembra di star descrivendo una situazione stabile? E' quello che intendo io, e ho provato a esprimerlo con l'espressione "malato di mente", ma quest'espressione non è sempre un'offesa, o perlomeno io non la considero tale. Le persone che arrivano a uccidersi sono persone deboli, che soffrono, che hanno bisogno di aiuto, lo chiedono oppure no, e arrivano al fattaccio. Ma che si tratti di persone stabili non lo dico.
Stabilità. Se per stabilità mi intendi qualcosa di solido e fermo... beh... posso assicurarti che il suo pensiero (e non solo il suo credo) sia stato piuttosto "stabile". Se mi parli invece di forza e fragilità, allora il discorso cambia. Ma possiamo davvero dire che una persona fragile sia malato di mente?
Ho capito che non vuoi offendere, ma vedi Rosemary, ancora oggi, se una persona cerca aiuto per una ferita dell'anima o perché fragile o anche PAS (Persona Altamente Sensibile), va dallo psicologo e comunemente viene detto che "sta male con la testa". Ma psiche vuol dire anima, non testa.
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Fino a quando non è stata scoperta la "depressione", chi soffre di questo disagio di vivere è stato etichettato in molti modi.
Spesso ci si ammala di depressione quando la vita ci chiede una "forza" che noi non abbiamo ma che proviamo in tutti modi a tirar fuori, per molteplici ragioni oppure quando la nostra sensibilità è tale da non farci accettare alcune situazioni che la vita ci mette di fronte.
Spesso arrendersi di fronte a compiti più grandi di noi aiutebbe a mantenerci stabili, certo. Ma la sensibilità è un grande pregio ma anche un'estrema condanna.
Se fosse facile combattere il disagio del vivere, l'80% degli psicologi/psicoterapeuti/psicoanalisti sarebbe senza lavoro.
Da vicino nessuno è normale.
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Originariamente inviata da
Masquerade
Stabilità. Se per stabilità mi intendi qualcosa di solido e fermo... beh... posso assicurarti che il suo pensiero (e non solo il suo credo) sia stato piuttosto "stabile". Se mi parli invece di forza e fragilità, allora il discorso cambia. Ma possiamo davvero dire che una persona fragile sia malato di mente?
Ho capito che non vuoi offendere, ma vedi Rosemary, ancora oggi, se una persona cerca aiuto per una ferita dell'anima o perché fragile o anche PAS (Persona Altamente Sensibile), va dallo psicologo e comunemente viene detto che "sta male con la testa". Ma psiche vuol dire anima, non testa.
io sono PAS. ahimè
Stabilità? al giorno d'oggi ?
ma anche prima!
La vita è fatta per NON essere stabile. Ci sono gli alti e i bassi. Ma è normale che ci siano dopotutto!
Ma se uno ha una linea bassa...più o meno continua, evidentemente bene non sta. Ovvio che questa linea si muove sempre. (immaginate un elettroencefalogramma, per far un esempio grafico)
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Quanto odio i multiquote :cry:
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Originariamente inviata da
Lantis
scusa non ho capito se questi sono esempi presi per separati o tutti consequenziali.
Separati, era per citare reazioni random di persone random.
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Originariamente inviata da
Masquerade
Stabilità. Se per stabilità mi intendi qualcosa di solido e fermo... beh... posso assicurarti che il suo pensiero (e non solo il suo credo) sia stato piuttosto "stabile". Se mi parli invece di forza e fragilità, allora il discorso cambia. Ma possiamo davvero dire che una persona fragile sia malato di mente?
Ho capito che non vuoi offendere, ma vedi Rosemary, ancora oggi, se una persona cerca aiuto per una ferita dell'anima o perché fragile o anche PAS (Persona Altamente Sensibile), va dallo psicologo e comunemente viene detto che "sta male con la testa". Ma psiche vuol dire anima, non testa.
Questa è una cosa vera e interessante, molta gente che conosco si vergognerebbe all'idea di andare dallo psicologo perché alcune persone li etichetterebbero come "malati di mente".
Io ci andrei molto ma molto volentieri, vorrei conoscere me stessa più profondamente e chiacchierare con qualcuno che "sa" mi sembra un privilegio, più che una vergogna.
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Originariamente inviata da
MagicCarpet
Fino a quando non è stata scoperta la "depressione", chi soffre di questo disagio di vivere è stato etichettato in molti modi.
Spesso ci si ammala di depressione quando la vita ci chiede una "forza" che noi non abbiamo ma che proviamo in tutti modi a tirar fuori, per molteplici ragioni oppure quando la nostra sensibilità è tale da non farci accettare alcune situazioni che la vita ci mette di fronte.
Spesso arrendersi di fronte a compiti più grandi di noi aiutebbe a mantenerci stabili, certo. Ma la sensibilità è un grande pregio ma anche un'estrema condanna.
Se fosse facile combattere il disagio del vivere, l'80% degli psicologi/psicoterapeuti/psicoanalisti sarebbe senza lavoro.
Da vicino nessuno è normale.
E' vero...
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Originariamente inviata da
Lantis
io sono PAS. ahimè
Stabilità? al giorno d'oggi ?
ma anche prima!
La vita è fatta per NON essere stabile. Ci sono gli alti e i bassi. Ma è normale che ci siano dopotutto!
Ma se uno ha una linea bassa...più o meno continua, evidentemente bene non sta. Ovvio che questa linea si muove sempre. (immaginate un elettroencefalogramma, per far un esempio grafico)
E' indubbio che più si va avanti e più la vita diventa difficile.
Ai tempi dei miei genitori, o addirittura dei miei nonni, c'erano meno malattie ma soprattutto c'era un livello di sopportazione ammirevole, a volte pure esagerato. Oggigiorno abbiamo la tendenza (mi ci metto per prima) a lamentarci per le peggio cavolate... Una via di mezzo sarebbe l'ideale.