leggiti cos'è la dissonanza cognitiva di Leon Festinger:in breve con un proverbio ''quando la volpe non arriva all'uva dice che è acerba''e uno,nessuno e centomila di Pirandello ,per me sono stati fondamentali
leggiti cos'è la dissonanza cognitiva di Leon Festinger:in breve con un proverbio ''quando la volpe non arriva all'uva dice che è acerba''e uno,nessuno e centomila di Pirandello ,per me sono stati fondamentali
Le difese che uso contro me stesso, per paura di scoprire ciò che veramente sono. E' solo una fuga da se stessi quella che intendo io, per sopravvivere in una realtà virtuale, perchè quella vera ( ciò che siamo veramente ), preferiamo negarcela. E allora fuggiamo da noi stessi creandoci difese o barriere per non vedere chi siamo veramente. Parlavo solo di noi, non c'entrano le norme sociali. Essere se stessi solo verso se stessi, per essere un pochino più sinceri almeno verso ( scusa la ripetizione ) se stessi.
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Ecco la verità: è proprio un mentire a se stessi. Ci sono persone che si credono "buone", in realtà non lo sono. Mentono a se stesse, ingannano gli altri, ti fanno del male perfino senza accorgersene. E' il trionfo dell'ipocrisia.
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Una psicologa ha scritto"non cercate di essere voi stessi, perdereste solo del tempo". E' vero, è quasi impossibile, ma essere troppo lontano da se stessi può renderci la vita un inferno. Si rischia di diventare troppo critici. Anche questa è una difesa, forse una delle più usate.
Ma in realtà chi è che conosce veramente se stesso?
Io di solito sono molto spontanea e non molto interessata al giudizio degli altri. Però mi rendo conto che in alcuni contesti mi adatto molto (specie negli atteggiamenti) a chi ho di fronte. Non lo faccio perché sono meno "me stessa".
Quello che mi dà fastidio è chi crea un personaggio a tavolino per decidere di appartenere a un determinato stereotipo o a un determinato progetto che si è fatto da sé. A me queste persone annoiano molto.
Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.
ma non si può essere se stessi verso se stessi escludendo gli altri, salvo che uno viva come un eremita, cioè qualunque cosa faccia chissenefrega, tanto non lo caga o vede nessuno
e molti fingono perchè si conoscono ma conviene nella vita reale, perchè uno dovrebbe dire o far capire a una donna che è inaffidabile prima di trombarla?
le norme sociali c'entrano eccome, molti sanno chi sono e preferiscono per convenienza non farlo sempre sapere anche agli altri
sai com'è, una ragazza che va a dire in giro che ama il bdsm non è vista molto bene, anche se io l'apprezzo alquanto
come anche soggetti violenti o poco inclini a chiudere gli occhi nelle aziende
*______* Vero.
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Io credo di essere me stessa in ogni situazione e con chiunque, nei limiti della decenza. é ovvio che in certe situazioni devo ''contenermi'' di più, ma non perchè nascondo il mio essere, lo si fa per 'educazione'. Non posso mettermi a urlare dietro alle mie 'cape' di laboratorio o a mia suocera, facendo esempi anche abbastanza scemi.
Le persone che si creano apposta un personaggio penso non siano poche e mi fanno sinceramente pietà.Non hanno coraggio di mostrarsi e farsi accettare per ciò che sono, oppure creano sto personaggio solo per attirare l'attenzione perchè in realtà hanno un mucchio di complessi..
Poi ci sono quelle persone che seguono un certo 'filo di pensiero' solo perchè è il modo di pensare / ragionare/ comportarsi prevalente nella società, senza quasi nemmeno rendersene conto , o rendendosene conto ma cercando cmq di autoconvincersi che non è il pensiero di 'tizio',ma il loro.. a mio parere la ''razza'' peggiore XD. Gente che si cela dietro a un'ideologia comune solo per farsi accettare e sentirsi al posto giusto sempre. Non riesco a comprendere il perchè del comportamento di questi ultimi,che pur di restare nella ''massa'' e non sentirsi giudicati male devono sopprimere quello che sono veramente e che pensano veramente. Solo perchè un comportamento/pensiero ecc sia il dominante, non per forza è quello giusto, anzi, spesso è il contrario. Perchè sta necessità di farsi accettare da persone che per noi stessi hanno una mentalità sbagliata? e poi autoconvincersi del contrario? E dire che di gente così idiota ce n'è tanta..!
Gli altri ci possono aiutare a essere noi stessi, anzi, sono determinanti. Senza dialogo non si diventa nessuno.E chi li esclude gli altri, anche se credo che anche la solitudine in certi casi e' utile. Tutto va bene pur di diventare più sinceri, più consapevoli. L'importante è non fingere verso se stessi. E' chiaro che le norme sociali contano. Mi adeguo, ma resto me stesso nell'intimità. Almeno non fingo verso chi non mi obbliga a farlo.
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Le persone che si creano apposta un personaggio, forse sono quelle meno pericolose. Il personaggio il più delle volte ce lo creiamo senza accorgercene. Siamo proprio convinti di essre cosi'. Se sappiamo di fingere qualche speranza di cambiare l'abbiamo. Un minimo di consapevolezza resta. E' quando è tutto inconscio che non abbiamo speranze. Una psicologa inglese ha scritto" Noi crediamo che gli altri credono, e, se tutti credono non può che essere cosi". E' forse anche per questo che poi seguiamo il"pensiero comune". In realtà non è vero che tutti credono, anche se non hanno il coraggio di ammetterlo in pubblico. Io credo ad esempio che le "verità di massa" siano tutte false e spesso creano col tempo il suo contrario. Le persone che si celano dietro a una ideologia comune sono la stragrande maggioranza. Speriamo di continuare a ragionare con la nostra testa. Sembra la cosa più banale del mondo, ma oggi è purtoppo rivoluzionario. Condivido tutto quello che hai scritto. Grazie.
Non vedo perché nascondere a noi stessi ciò che siamo, non ne vedo lo scopo anzi a me piace ricercare sempre una maggior consapevolezza, è una buona base da cui partire e un buon porto a cui arrivare. Nascondere a me quel che sono lo troverei triste, inutile nonchè una pessima gabbia...d'altronde io non ambisco ad essere perfetta, io sono io. E mi basta.
Secondo te è automatico che se percepiamo che gli altri non ci apprezzano la nostra autostima si abbassi; oppure considerando l'autostima come la distanza da quel che si vorrebbe essere e quel che ci si sente di essere, tale giudizio potrebbe essere indifferente dal pur negativo giudizio che avvertiamo dagli altri nei nostri confronti?