Io ho un figlio quasi 18enne, cerco di stargli vicino riguardo ai tormenti propri di quell'età, che io ricordo ancora molto bene. Conosco tantissimi dei suoi amici e con tutti ho cercato di instaurare un rapporto di confidenza... mi fanno una tenerezza... Ci sono cose che poi noi, da grandi, ci dimentichiamo perché sommersi dai nostri problemi quotidiani e molto pratici, il traffico, il lavoro, i conti che non tornano, quello che vuole farti le scarpe, etc. Poi è vero, a volte mi fa salire il sangue al cervello, con la sua apatia, il suo buttare al vento occasioni che ha e a cui non dà il giusto valore (proprio come feci io), il non studio... L'altro giorno ho visto un bellissimo film dell'Archibugi, regista anche lei sempre molto attenta alle questioni adolescenziali, che ha messo su un film, "Gli sdraiati", tratto dall'omonimo romanzetto di Michele Serra, il famoso giornalista che scrive della propria esperienza paterna e del contrasto col proprio figlio di quell'età. Ebbene la sofferenza di questi ragazzi che intendo, in tale film è espressa davvero molto bene. Tutto questo per dirti che io mi sento molto più responsabile nei confronti di questi poveri ragazzi di quanto dovrei essere invece contrariato per il loro tipico fancazzismo.