Sono passati tre mesi di mille emozioni e diverse sensazioni.
Sono passata dallo sconforto, al totale smarrimento, senso di abbandono, depressione buia, totale mancanza di appetito, nessuna voglia e forza di agire, di muovermi dal divano. Ho sperato, lottato contro la mia istintività, lottato per riaverti, cercato disperatamente la chiave, ho provato ad arrendermi a quel dolore, a quel vuoto nello stomaco, al male che sentivo fisico e mentale. Un buio così profondo da farmi credere totalmente di non poterne uscire mai più.
Non so se i miei tempi siano stati quelli giusti, quelli socialmente accettabili, probabilmente no, ma quei giorni sono stati così intensi e dolorosi, da farmeli sembrare anche troppi.
Dopo un mese di dolore e buio ho iniziato a cercare di uscirne, aggrappandomi a quel mio fortunato senso di sopravvivenza che mi impedisce di autodistruggermi per troppo tempo.
Sono tornata alla mia vita prima di te, uscire, bere, stare con gli amici, incontrare e parlare con mille persone. Mi sono buttata troppo presto tra le braccia di qualcuno che tutt’ora vorrebbe portare avanti le cose, ma non era la persona giusta ed io non volevo niente di più che cancellare dal mio corpo ogni traccia di te. Punto e a capo. Un altro mese è passato.
Ho continuato con le uscite, gli amici ed i bicchieri. Fino a quando non ho incontrato un’altra persona, il copione è sempre lo stesso, io ubriaca, lui un po’ meno. Bere, ballare, bere, ballare, casa sua.
Bello, tutto molto bello per quanto non fossi totalmente cosciente.
Ci rivediamo pochi giorni dopo, cena da lui, sobria. Una persona piacevole, allegra, con una bella parlantina che combatte con la mia. Una serata tra due sconosciuti che invece si trovano a loro agio come una coppia. Cena, divano, tv, letto. Ti fermi a dormire qui? Mi chiede lui. Dico si. Al risveglio non era più tutto così naturale, mi sentivo nel posto sbagliato. Ero stata bene, ma lui non eri tu.
Quella colazione, quel risveglio gentile, ero abituata a viverli con te. Non è stato facile fingere che andasse tutto bene. Ma so che tu non esisterai mai più. E allora provo a continuare a vederlo.
Ci si sente spesso, ci si vede dopo le serate, quando io ormai ubriaca ho bisogno di un letto comodo e vicino per non dover guidare, di due braccia che mi stringano per non farmi sentire più sola e di un corpo che mi faccia sentire meno rifiutata.
Cerco di capire se provo qualcosa, a volte sento di si, sento che sarò ancora capace di provare dei sentimenti, un attimo dopo ne ho terribilmente paura e mi dico che devo allontanarli, non voglio e non posso più soffrire. Non sono più sicura di niente, non più capace di vedere negli occhi di chi ho di fronte se posso lasciarmi andare. Quella sicurezza l’avevo con te, ma ora no, non sono più sicura di nulla. Forse dovrei parlargliene, dovrei chiarire questa situazione, dove nessuno dei due si impegna, dove vorrei potermi buttare. Ma se dovessi parlare l’unica cosa che vorrei poter dire è che non ci sono impegni, che non posso e non voglio più dare il mio core a nessuno.
I segnali che una volta avrei saputo leggere e capire nelle persone, oggi mi sembrano difficili da decifrare. Vedo una persona che forse si sta prendendo, che è gentile e rispettosa, che mi fa complimenti, mi guarda dritta negli occhi, mi scrive, ride con me, si confida e mi racconta della sua vita. Dovrei credergli, dovrei capire che potrebbe nascere qualcosa di bello. Ma non mi fido, no.
Ho paura, una tremenda paura di essere ferita ancora. E allora dico tutto bello ieri sera, se non fosse che… Il lato negativo, lo tiro sempre fuori. Se non fosse che non sono abbastanza appetibile, se non fosse che sono troppo vecchia anche per lui, se non fosse che nonostante i 9 kg persi non mi sento bella abbastanza, se non fosse che penso di non essere più una persona di cui potersi innamorare, se non fosse che penso che anche lui o chiunque altro un giorno se ne andrà, se non fosse che per quanto possa sembrare tutto bello prima o poi finirà. E allora voglio essere io quella che la farà finire, voglio essere io quella che lascia e non soffre. Se non fosse però che ho così tanta voglia di sentirmi amata. E allora eccomi così, in bilico, tra la voglia di alimentare questo rapporto per succhiarne tutto il bello, tutti i sorrisi ed i brividi e la paura di rimanerne schiacciata ed il timore che uno di questi giorni lui sparisca. m
Eccola la cicatrice che mi hai lasciato: la paura.
Vorrei poter essere più fredda, vorrei avere la mia vita allegra tra amici ed il mio amico di letto, un porto sicuro.
Ma dimmi, come si fa dopo una storia come la nostra, a non cercare e desiderare di riaverne almeno una parte? Ci ho provato ad impostare questo nuovo rapporto tutto sul sesso, ma dall’altra parte ho trovato qualcuno che ha davvero piacere a passare del tempo con me. non ci saltiamo addosso appena ci vediamo, non quando si è sobri e ci si vede per cena. Ci si saluta, lui mi bacia, come se stessimo insieme, ci si siede a tavola, si mangia, caffè, si beve, si fuma e si parla, si parla tanto. C’è la voglia di raccontarsi. E anche queste sono emozioni, tu sai quanto io sia avida di emozioni. Quanto non sia capace di lasciarmi sfuggire le sfumature, i momenti. Io questa vita la odio a volte, ma la amo profondamente in altri momenti. Quelli sono momenti che amo.
Poi si finisce a letto, è sesso misto amore. Forse anche lui la sta vivendo come me, lo sento in bilico. Forse gli piaccio più per la compagnia che per il lato fisico. O forse è lui che è così, così diverso da come avevo sperato che fosse. Meglio, decisamente meglio. Più profondo di come appare, più carino, forse è alla ricerca/paura di incontrare qualcuno.
Ti odio.