Io di solito in questa sezione ci sto come un pesce fuor d'acqua, però sarei curioso di avere il vostro parere a proposito di un caso irrisolto su cui non ho ancora saputo dare un verdetto definitivo. E' un abbozzo di storia dell'anno passato, quindi ormai la materia è sufficientemente fredda da poterla esporre senza parzialità.
Sono stato innamorato per alcuni anni di una ragazza, Laure, ed intanto che andavo dietro a lei facevo conoscenze occasionali che rimanevano rigorosamente sul piano dell'amicizia ma che, mi dicevo, un giorno sarebbero potute evolvere in qualcosa di più intenso. In realtà avrei dovuto accorgermi che non mi conoscevano per qualcosa di più, ma solo perché ero l'artista del dipartimento, ma anche il bidello o, perché no, lo scemo del paese che ti fa due smorfie se gli lanci una monetina, a seconda di come ciascuna di esse mi considerava; poco importa, tanto le ho perdonate tutte.
Una di queste era Hélène, che conobbi due anni fa. Lei allora era fidanzata, naturalmente. Siccome mi interrogò sulla mia situazione sentimentale, per sincerità le dissi del mio amore non corrisposto per Laure. Allora era ancora ben vivo, non potevo mentirle, e poi tanto era fidanzata, che ci volevo fare... Ora sì, che ho imparato a contare salutari balle, ma allora ero ancora un po' ingenuo.
Succede in seguito che il mio amore per Laure si perfeziona in una bella amicizia, la lunga frequentazione che il corteggiamento aveva comportato mi aveva del tutto disilluso a proposito di lei, che in amore è molto infantile, e mi ero proprio sgonfiato, ma restava comunque una persona unica, la cui amicizia mi onorava e mi faceva molto piacere.
E succede anche che Hélène si libera e che il nostro rapporto diventa un po' più a secondo fine: non vere e proprie proposte, diciamo sondaggi reciproci. Io la stuzzicavo e le avevo anche detto che ormai fra me e Laure c'era solo una forte amicizia (lei continuava ad essere solidamente fidanzata, quindi non c'era proprio pericolo).
Pareva che tutto dovesse finire nel migliore dei modi. Per quattro ore, forse un po' meno, un pomeriggio sono stato quasi fidanzato. Ci tenevamo per mano, ridevamo per stupidaggini; prima di lasciarmi mi disse che, qualche giorno, avremmo dovuto uscire assieme.
La sera la ricontatto per definire i dettagli dell'affare, e comincia subito col pormi una condizione che aveva taciuto prima: che devo scordarmi di Laure, non vederla mai più...
Evidentemente credeva che fossi ancora innamorato di lei. Ebbi un bel dire a spergiurarle che ormai con Laure avevo chiuso, che comunque non potevo non rivederla più proprio per motivi di forza maggiore, se non altro perché frequentavamo gli stessi corsi, e che non era giusto che mi costringesse a privarmi di un'amicizia a cui tenevo.
Non ci fu niente da fare. Il giorno dopo mi disse che non ne voleva più sentir parlare; Laure sapeva di questo mio possibile fidanzamento, sapeva della malafede di Hélène e si offrì di andarle a parlare per mettere le cose in chiaro lei stessa, assicurandole che fra noi era impossibile ci fosse qualcosa (dicendo questo, anche se non ero più innamorato, devo dire che mi ferì non poco, non foss'altro per il mio orgoglio latino: fu proprio la pugnalata che mi completò la giornata...). Non ce ne fu bisogno, Hélène troncò tutto subito categoricamente, come se la proposta del giorno prima fosse stata un errore da cancellare seduta stante. A modo nostro siamo rimasti amici, perché non solo sono così babbo da dir sempre la verità, ma ho anche il perdono facile.
Dal mio punto di vista, trovo che la sua pretesa che io mi scordassi di Laure fosse una tirannia ed una prova di scarsa fiducia in me. Io mi sarei comunque consacrato ad Hélène con tutta la dedizione che una storia d'amore avrebbe comportato. Però lei aveva sempre avuto a che fare con degli stronzi e per conseguenza è stata diffidente, la capisco, è anche per questo che l'ho perdonata. Ma non riesco a non pensare, per il suo così rapido ripensamento, che lei in realtà abbia considerato una storia con me solo durante un istante di debolezza e che poi, ragionandoci a mente fredda, mi abbia posto una condizione irrealizzabile per troncare tutto sul nascere.
Ecco, a questo punto ero curioso di conoscere i vostri pareri: la sua condizione che io mi scordassi dell'"altra" era legittima? Voi l'avreste posta, se vi foste trovati in una situazione simile? Oppure come me credete che non foss'altro che una scusa per dirmi, elegantemente e non dicendomi la verità su quel che pensava di me, che s'era sbagliata?