S’era d’agosto e il sire Carlo Magno
provò l’impulso di correre al bagno.
Il tempo di mollar scudo e corrazza,
si ricordò che non c’era la tazza.
perché nessuno ancor l’avea inventata.
E qui finir potrei questa c*g*ta.
Il fatto è che mi piace farla lumga
come alla mucca piace la si munga.
Per questo fatto spesso perdo il treno
in preda all’estasiarsi del duodeno.
Del resto lo scriveva già l’Ariosto
ch’è meglio averci tempo che piuttosto.
La vita odierna è tutta una rincorsa,
un saliscendi – e non soltanto in Borsa.
Io invece in queste cose son seguace
di chi la fa seduto e in santa pace.
Cascasse anche il governo, non mi muovo
finchè la mia gallina ha fatto l’uovo.
E’ bello riposar le stanche terga
- parlando come avrebbe fatto il Verga -
sull’assicella, meglio se di legno,
calando il briscolone con contegno.
Se sei tra quelliche ne fa una barca
puoi leggerti i Sonetti del Petrarca.
Se invece il tuo problema è quello opposto
risolvi col ‘Furioso’ dell’Ariosto.
Lo sai cosa faceva Cecco Beppe (1)
quandò sentiva lé budella zèppe?
Cantava a squarciagola Jovanotti
e poi sparava fuori certi botti.
Mia nonna ch’era invece proletaria
suonava le romanze a colpi d’aria
e per infiocchettare un po’ la trama
a volte ci giocava pure a dama.
Pensàte adesso ché siete in campagna
con là rugiada ché le chiappe bàgna:
sublìme voi captàte quell’olèzzo,
che pure ai cittadini fa ribrezzo –
d’atavica fragranza bucolica
che a Dànte ispirò una bella còlica.
Lo sò, la poeìia, voi dite, è tutto
ma tù stai sconfinàndo un po’ nel rutto.
Lo sò, ma come dìsse Fabri ognòr:
è dal letàme che nàscono i fior.NOTA
1. l’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe