Tu riesci a spiegarti perché due pantaloni, entrambi fatti in Vietnam e pressochè identici, costiono l'uno 30 euro e l'altro 250 euro ma, nonostante questo, tutti vogliono comperare il secondo? C'è un capitolo del libro NO LOGO di una giornalista canadese (quello qui sotto è il sunto di Wikipedia).
"La prima parte del saggio è dedicata principalmente a un'analisi della storia del fenomeno del branding e alle sue ripercussioni sulle dinamiche del lavoro. Nello specifico, Naomi Klein afferma che negli ultimi vent'anni avrebbe avuto luogo un radicale cambiamento nel capitalismo: se prima era centrale la fase della produzione di merci, ora quest'ultima diventa marginale e trascurabile, mentre si impiegano sempre più forze e denaro sul marchio e sulla proposta di una serie di valori immateriali ed ideali da collegare ad esso, con lo scopo di crearsi una propria fetta di monopolio. Le ingenti risorse monetarie che queste strategie richiedono derivano dal risparmio sulla produzione, che viene dislocata nei paesi del Terzo mondo dove l'azienda può sfruttare impunemente la manodopera operaia. In questo contesto viene presentata un'analisi approfondita della realtà delle Export Processing Zones dell'Asia e dell'America latina (incluso un resoconto di una visita della giornalista nell'EPZ di Cavite), in cui gran parte delle imprese a cui i grandi marchi internazionali (Nike, Reebok, Adidas, Disney ecc.) subappaltano gran parte della loro attività produttiva."
Ti consiglio vivamente di leggerlo. Tra i tanti casi, illuminanti sono i resoconti delle riunioni del consiglio di amministrazione della Levi's (soprattutto per come ci considerano) e il povero cristo di operaio del Guatemala, pagato 150 dollari al mese per fabbricare le scarpe Nike che viene spesato per visitare il negozio di 5 piani monomarca Nike al centro di Los Angeles, là dove il suo stipendio di due mesi non è sufficiente per comprare un paio di scarpe.
Beh ma qua secondo me non parliamo di costi di produzione o forza lavoro... Qua parliamo del fascino del marchio... Microsoft ha perso il fascino del marchio. Così come Nokia
Lo farò sicuramente... mi hai messo la curiosità
Leggilo al volo. Così per la commemorazione del decennale del G8 di Genova ti ritrovo tra i black-bloc. Scherzo...
Battute a parte, ti renderai conto di quanto sia impazzita la nostra economia, di come il denaro (tanto) che paghi per un prodotto brandizzato (di marca) vada tutto alla compagnia e al suo testimonial (i vari Magic Jonson, Kaka, etc. etc) e in misura scandalosamente misera a chi quel prodotto l'ha fatto lavorando 12-14 ore al giorno. Capirai che stai pagando 20-30 volte il prezzo dovuto. Capirai che certi status-symbols testimoniano lo stato della capoccia di chi l'ha comprati: un vuoto colmato da acquetta e patate.
beh sai.... Che chi ha prestato la manodopera sia sottopagato non è una novità... quello lo sapevo già e la Nike in questo è padrona... ma anche Apple e HTC (per quanto riguarda la tecnologia) sono sempre stati al centro di questi episodi... So bene anche io che il mio iPhone è valso lo sfruttamento di operai cinesi purtroppo... E' triste purtroppo...
Lasciamo stare il G8... Brutta pagina della mia città che ho purtroppo vissuto in prima persona abitando a 150 metri in linea d'aria da Piazza Alimonda
Non cambierebbe nulla.
Con l'N79 ho avuto modo di vedere quanto è caduta in basso Nokia ed anche ieri una nuova sorpresina, i video di You tube non partono più con la stessa connessione wi-fi o altre con le quali aveva sempre funzionato.
Ergo, non cambierebbe proprio nulla...