Calciopoli: Giraudo condannato
Negli anni di Calciopoli un gruppo di persone "amministrava di comune accordo il campionato di calcio". E fu una vera e propria "associazione per delinquere", scrive il giudice Edoardo De Gregorio nelle motivazioni della sentenza con la quale, il 14 dicembre scorso, aveva condannato 4 imputati assolvendone 7. Per associazione a delinquere il gup aveva inflitto tre anni di reclusione, escludendo l'aggravante di promotore, all'ex amministratore delegato della Juventus, Antonio Giraudo. Per lo stesso reato erano stati condannati a 2 anni e 4 mesi 'ex arbitro Tiziano Pieri e a 2 anni l'ex presidente dell'Aia Tullio Lanese. Due anni di reclusione, ma per frode sportiva, all'ex arbitro Paolo Dondarini. Assolti gli ex arbitri Gianluca Rocchi e Marco Gabriele e gli assistenti Duccio Baglioni e Stefano Cassarà, imputati di associazione per delinquere, l'ex arbitro Domenico Messina, gli assistenti Giuseppe Foschetti e Alessandro Griselli. Gli altri imputati, fra i quali l'ex dg della Juventus Luciano Moggi, hanno scelto il giudizio ordinario che riprenderà domani mattina.
Oggi il gup ha depositato le ragioni poste alla base del verdetto di primo grado. L'esistenza dell'associazione, argomenta il magistrato, emerge da alcuni "dati certi": come "l'uso di utenze riservate da Moggi acquistate e distribuite ai designatori agli arbitri e ai dirigenti di altre società". E come le riunioni "che con buona frequenza si facevano tra gli imputati Moggi, Giraudo, Paolo Bergamo, Pierluigi Pairetto, (ex designatori arbitrali che hanno scelto il rito ordinario n. d. r.) Lanese e Mazzini (ex vicepresidente federale anche lui a giudizio con rito ordinario n. d. r.)". Nel campionato sotto inchiesta, quello 2004-2005, il sodalizio, sottolinea il giudice De Gregorio, "raggiunse tutti gli scopi già programmati e quelli che, nel corso degli eventi, si propose di conseguire: la compagnie riuscì a determinare l'esito del campionato sia con riguardo all'assegnazione della vittoria finale della Juventus, all'evidenza scopo principale del gruppo, sia con riguardo alle retrocessioni, cui illecitamente fu sottratta almeno la Fiorentina". Moggi si muoveva come una persona che esercitava "diritto di vero e interdizione" sulle scelte arbitrali. Giraudo non era, secondo il giudice il "gemello" di Moggi. Ciò nonostante "non limitò la sua attività al perseguimento degli interessi della sua società ma fu pienamente coinvolto nell'operatività del sodalizio". I difensori degli imputati condannati hanno preannunciato ricorso in appello.
L'avvocato Massimo Krogh, difensore di Giraudo, afferma: "Non ho letto ancora la sentenza, depositata solo oggi, ma a quanto ho sentito, il mio cliente sarebbe stato condannato per interferenze in due o tre partite della Juventus e per qualche commento al telefono su accuse di doping da cui è stato pienamente assolto. Una motivazione così si commenterebbe da sola, però bisogna leggere la sentenza, e la commenteremo nell'atto di appello".
"Giraudo e il suo gruppo influenzavano campionato" - Repubblica.it
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Zamparini: «Ora è peggio di Calciopoli»
Il presidente del Palermo: «La squadra è in vendita: cambierei idea solo se la Figc e il sistema arbitrale venissero rivoltati. È un degrado. Dopo undici gare nessun rigore contro Juve, Inter e Milan. Non ci sto a a questo squallore. Galliani? Manager come Giraudo: pensa solo a vincere: non gli importa come. Ho un'idea: 500.000 tifosi a Roma per portare avanti una protesta»
«Ma che soddisfazione c’è a vincere le partite a carte barando?».
Maurizio Zamparini è un fiume in piena. La risposta alle ingiustizie di San Siro è clamorosa: via dal Palermo, via dal calcio, via dall’Italia.
Vende il Palermo, chiude col pallone. Spazio per i ripensamenti?
«Se vanno via tutti quelli che ora sono in Federazione, se rivoltano come un pedalino il sistema arbitrale. Ma dato che ci vorranno decenni, allora vado via. Ho visto il rigore che domenica non hanno dato al Bari. Basta: qui non cambia nulla. Altro che Calciopoli. E poi parlano anche di errori».
Non ci crede.
«Mi piacerebbe credere a un ritorno ai vecchi valori, quelli della lealtà, della sportività, vinca il migliore... ».
Invece?
«In trentatré partite, un dici della Juventus, undici del Milan e undici dell’Inter, non un rigore contro è stato fischiato. Sono stati fischiati, invece, tre, quattro rigori contro il Palermo che non c’erano e non gliene sono stati concessi quattro, cinque a favore che c’erano. Non ci sto a vivere in mezzo a questo squallore. In Lega mi batto solo io a nome delle medio-piccole e il Palermo non è certo un club medio piccolo. Tutto viene fatto in funzione dei grandi club, tutto negli anni è peggiorato: il sistema, gli arbitri. In Lega c’è un presidente succube delle grandi. Gli arbitri erano al centro di Calciopoli. E cosa è accaduto?».
Cosa?
«Hanno ottenuto l’autonomia totale, cioè invece di essere puniti, sono stati premiati. Che bellezza!».
E per tutto questo lascerà pure l’Italia?
«Il calcio è solo lo specchio del paese. A Benevento a luglio un Pm ha chiesto i miei arresti domiciliari. Faccio l’imprenditore da cinquant’anni, ho creato migliaia di posti di lavoro e sfido chiunque a dimostrare che ho commesso del le irregolarità, delle illegalità. Questa è l’Italia, queste sono le istituzioni. Un degrado totale, conta solo l’immagine. Ho casa in Austria e così ho pensato di andarmene lì, una volta che avrò sistema to le mie cose in Italia. Quella è una nazione di cittadini, non di sudditi. Ma prima di volare via voglio fare un’ultima battaglia».
In che senso?
«Voglio creare un movimento di opinione che non riguardi solo il calcio, che riguardi tutto il paese. Vorrei che i tifosi del Palermo unendosi a quelli del Bari, a quelli di altre città promuovessero una marcia su Roma, cinquecentomila persone per dire che questo calcio qui non funziona. I tifosi sono la cosa più pulita del calcio».
E tutto il resto?
«Poteri, solo poteri. Ma se la ricorda Bayern-Fiorentina? Un risultato falsato da un gol in fuorigioco clamoroso. Ma veramente l’arbitro e il guardalinee non hanno visto? Quanto vale un passaggio del turno in Champions? Un milione e mezzo di euro, due milioni? E’ pensabile che versando cinquecentomila euro si possa condizionare un arbitro? Lo dico chiaramente: Bayern-Fiorentina è stata una partita illegale e in questi casi bastano le immagini televisive per condanna re un arbitro».
Ha parlato con Galliani?
«No, non ho parlato. E d’altro canto, Galliani è organico a questo modo di pensare che vige nel calcio: vincere sempre, non conta come. Ecco perché dico che questa gente deve andare via dallo sport: vadano a fare il Palio di Siena».
Perché proprio il Palio?
«Perché lì è tutto lecito. E, allora, meglio il Palio. La realtà è che nel calcio italiano non vince il migliore, vince il più furbo».
I tifosi del Palermo si sentiranno abbandonati...
«No, io non voglio abbandonare nessuno, soprattutto questi straordinari tifo si».
I tempi dell’uscita dal calcio?
«Pensavo più lunghi. Invece l’advisor, che ho già trovato, mi ha fatto sapere che ci sono cinque sei pre*tendenti».
Ai tifosi del Palermo cosa dice?
«Capisco il loro disappunto, ma non li abbandono: garantisco che chi arriverà sarà migliore di me. Ma io sono deluso. Ogni volta che cambiava il governo speravo che arrivasse qualcuno in grado di capire la rilevanza sociale del calcio e che per questa rilevanza bisogna proteggerlo dai poteri forti. Poi arriva la Melandri, una di sinistra che fa una perfetta legge di destra. Lei non capiva nulla di calcio e si è fatta condizionare dalle lobby. E anche voi giornalisti avete gravi colpe. Il vostro ruolo è quello dei censori, tornate a svolgerlo».
Ha parlato con Delio Rossi?
«L’ho avvertito. Domenica sarò in tribuna proprio per far capire che non fuggo, non li abbandono. La campagna acquisti di gennaio va avanti così come l’abbiamo impostata. Agli acquirenti non chiederò soldi in più ma garanzie sul progetto. Quel che abbiamo messo in cantiere, a cominciare dal nuovo stadio, resta».
Se avesse di fronte Galliani cosa gli direbbe?
«Nulla. A Galliani va bene così, lui è un manager, come lo era Giraudo: non glie ne frega niente di vincere con un rigore che non c’è, non gliene frega niente se il Cesena fallisce perché tutti i soldi ven gono dati al Milan. Quando arrivò la manna dei diritti televisivi, ci fu un grande scontro. Alla fine ci accordammo nella distribuzione dei quattrini. Bisognava, però, decidere la divisione del le spese. Sa cosa avvenne? Che la divisione fu in parti uguali: chi incassava di più pagava nella stessa misura di chi incassava molto, molto meno».
Calciopoli è stata una occasione sprecata?
«Calciopoli è stata la lotta di un potere contro un altro potere: il nuovo ha cacciato il vecchio. E nulla è cambiato».
Fonte Corriere dello Sport
Ditemi un po', che pensate di quest'uomo?