Alle 11.56 un elicottero, guarda un po’ giallo, decolla davanti alla clinica mobile sistemata nel circuito del Mugello, destinazione Firenze, ospedale Clareggi, poi CTO. Sulla barella sistemata all’interno, Valentino Rossi, sì proprio lui, il Fenomeno di Tavullia, re incontrastato del Mugello dove ha vinto nove volte, sette di fila. E’ proprio il suo circuito ad averlo tradito ad un quarto d’ora dalla fine della seconda sessione di prove libere. Il circuito e una gomma ancora troppo fredda, quella posteriore: mentre Vale imposta la Biondetti2 (curva veloce da 150 km/h) dopo aver rallentato per far passare un’altra moto, alla riapertura del gas gomme e moto si scompogono e la sua Yamaha effettua il più tradizionale degli high-side. Vale viene proiettato in alto e purtroppo ricade in maniera violenta sull’asfalto. La sentenza, durissima, arriva alle 11.30, dopo l’immediato soccorso e l’intervento della clinica mobile, con le parole del dr. Macchiagodena, responsabile medico del circuito: «frattura esposta e scomposta del quarto distale della gamba destra, in termini pratici frattura di tibia e perone che spezzandosi escono fuori dalla pelle. Abbia riallineato l’osso che si è sistemato alla perfezione, al primo esame sembrano non esserci lesioni vascolari, o nervose. Adesso decideremo se immobilizzargli l’arto e intervenire in un secondo momento o farlo subito. I tempi di recupero? Diversi mesi».
Dieci minuti dopo esce il dr. Costa, visibilmente commosso, che annuncia: «La frattura è più seria del previsto, andiamo subito a Firenze, Vale si opera oggi al CTO, ci penserà il prof. Roberto Buzzi. Spero che Vale riesca a risorgere da questa frattura, da questa sofferenza. Non chiedetemi stavolta in quanto tempo recupererà, non ce la faccio a rispondere». Ci sono dei precedenti per infortuni simili che parlano di 40 giorni, ma come dice Costa: «Non tutti gli infortuni e le fratture sono uguali». Di certo, per la prima volta, nella sua carriera iniziata nel 1996 e dopo 230 gran premi di fila, Vale salterà una gara e purtroppo tante altre in un calndario lentissimo fino ad oggi e che ora prevede 6 gare in otto settimane.
Alle 11.56 un elicottero giallo vola verso l’ospedale fiorentino di Clareggi per nuovi accertamenti prima di passare al CTO e della decisione finale, tra chi consiglia l’immobilizzazione dell’arto per valutare meglio possibili infezioni («i rischi sono minimi - ammette Macchiagodena - ma ci sono, dopo un trauma così violento, io aspetterei prima di intervenire»). E chi vuole intervenire subito.
Davide Brivio, il team manager Yamaha è scuro in volto ma sereno dopo aver visto Valentino tranquillo: «Non accelereremo nessuna operazione di recupero». E mentre l’elicottero vola verso Firenze, Jeremy Burgess il capo meccanico del team sentenzia: «Il Mondiale 2010 è andato, ma ora conta solo che Valentino torni in salute». Il popolo in giallo saluta il suo idolo e gli urla: «Vale, ce ne andiamo anche noi». Lorenzo intanto firma il miglior tempo delle libere davanti a Diovizioso e Pedrosa
Mugello, caduta per Rossi: frattura tibia e perone
che sfortuna però