A quasi sette anni dalla riforma universitaria, datata 1999 ma entrata in vigore nel 2001, il coro di critiche è quasi unanime: il 3+2, così com'è, non funziona. Anche Umberto Eco lo ha sottolineato di recente: "Siamo l'unico popolo al mondo che dà il titolo di dottore a uno studente che ha fatto tre anni di università". Che ne pensate? Secondo voi questo modello va corretto, e in che modo? Dite la vostra
Umberto Eco, intervenuto a un dibattito di Politeia sul futuro dell'università, giudica negativamente la laurea breve che si ridurrebbe, quando va bene, a un superliceo. Ma non è l'unico. A quasi sette anni dalla riforma universitaria - datata 1999, ma entrata in vigore nel 2001 - il coro di critiche è quasi unanime: il 3+2, così com'è, non funziona.
Per i ragazzi, che vivono il triennio "base" come un prolungamento delle superiori; per i docenti, che spesso considerano i laureati di primo livello come "dottori di serie B"; per le aziende, che sembrano non apprezzare i nuovi titoli di studio. E' pur vero, però, che il nuovo ordinamento didattico permette di fare più stage e tirocini, consentendo ai giovani di entrare più precocemente in contatto con il mondo del lavoro. Che ne pensate? Secondo voi questo modello va corretto, e in che modo? O sarebbe meglio ritornare al passato?
(02 dicembre 2008)