fonte: il messaggero
ROMA (27 luglio) - Il voto di maturità varrà per l'accesso alle facoltà a numero chiuso. Il Consiglio dei ministri ha dato via libera al decreto interministeriale che obbliga gli atenei a tener conto del punteggio ottenuta dalla licenza liceale. E proprio quest'anno la maturità si è fatta più severa, raddoppiando il numero dei bocciati rispetto all'anno scorso.
Il decreto.
L'Italia «ha bisogno di laureati visto che siamo al di sotto della media europea», ha sottolineato il ministro dell'Università e della ricerca Fabio Mussi, presentando insieme al collega Fioroni il decreto interministeriale che introduce norme per la valorizzazione della qualità dei risultati scolastici, l'ammissione ai corsi di laurea universitari e la definizione dei percorsi di orientamento all'istruzione universitaria. Mussi ha ammesso che sul numero chiuso c'è stato in passato qualche abuso, ma - ha fatto osservare - «se non si esagera è giusto che per alcune Facoltà venga messo un tetto».
La dote.
Un'ottima pagella alle superiori sarà la carta vincente per accedere alle facoltà a numero chiuso. Il provvedimento prevede infatti che nel punteggio per l'ammissione ai corsi universitari a numero chiuso 80 punti vengano assegnati in base al risultato del test d'ingresso e altri 25 siano attribuiti agli studenti con brillanti performance scolastiche. A quota 25 si arriva tenendo conto della media complessiva, non inferiore a sette decimi, dei voti ottenuti negli scrutini finali degli ultimi tre anni di scuola superiore, del voto finale della Maturità, non inferiore a 80 su 100, e dell'eventuale lode. Influiranno anche le votazioni finali, non inferiori alle otto decimi, ottenute negli ultimi tre anni nelle materie che hanno stretta attinenza con il corso di laurea scelto.
Orientamento.
Il decreto prevede l'avvio di percorsi di orientamento per consentire ai ragazzi di scegliere con maggiore consapevolezza i corsi di laurea e dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica. Questi percorsi verranno sviluppati grazie al raccordo tra scuole superiori, atenei, accademie, conservatori e anche attraverso convenzioni aperte alla partecipazione di associazioni, imprese, rappresentanze del mondo del lavoro e delle professioni. Dall'anno scolastico 2008-2009 i percorsi dovrebbero interessare gradualmente gli studenti del terzo e quarto anno delle superiori per poi inserirsi in modo strutturale nell'ultimo anno di corso.
Prof. in prestito.
Per aiutare i ragazzi a orientarsi si prevede che i docenti delle superiori possano essere coinvolti nella predisposizione dei test di accesso all'università e, viceversa, nelle scuole possano essere organizzati percorsi di orientamento con la partecipazione di docenti universitari. «La scelta dei ragazzi sulla prosecuzione degli studi - ha spiegato il ministro Fioroni - potrà dunque essere più consapevole perché avranno l'opportunità di individuare interessi e attitudini personali, di conoscere i settori del mondo del lavoro e il loro collegamento con le diverse tipologie di corsi di studi universitari e di misurarsi con un diverso contesto di studio».