Proposta di legge Aprea: contenuto e conseguenze.
Tra i motivi che hanno spinto numerosi studenti e non a scendere in piazza il 13 novembre, c’è anche la proposta di legge Aprea (953) che prende il nome dall’omonima deputata, esponente del Pdl che recentemente ha assunto il ruolo di assessore alle politiche scolastiche della Regione Lombardia, nella giunta Formigoni. Con una non minore forza catastrofica dei passati decreti e progetti di legge formulati dall’allora ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini, in realtà questo decreto ha visto la luce nel lontano 2008 (sotto il governo Berlusconi) e da allora, la sostanza è rimasta quasi del tutto invariata, nonostante il Pd si arroghi il vanto di aver intrapreso una lunga battaglia per modificarla e renderla più innocua. La legge invece, sembra sempre la stessa, ma con un nome diverso. Nonostante il testo non includa più, rispetto all’originale del 2008, la sezione sulla carriera del personale docente e sul reclutamento attraverso il concorso di istituto, l’impostazione di base non è cambiata ed è tesa a sferzare un colpo mortale alla scuola pubblica. Ma osserviamola nel dettaglio.
Partiamo dalla costituzione di un consiglio dell’autonomia che andrà a sostituire il vecchio e antiquato consiglio d’istituto. Questo nuovo consiglio ha la funzione di deliberare il proprio regolamento e quello d’istituto, approvare il programma annuale, approvare convenzioni e accordi con soggetti esterni. Ha mandato triennale ed è composto dal Dirigente Scolastico (che è membro di diritto) e dalle componenti docenti e genitori, che sono rappresentate “pariteticamente”; inoltre, alle riunioni possono partecipare enti esterni, pubblici o privati, associazioni o organizzazioni. Questo elemento sarà, come vedremo, una costante di tutto il decreto legge ed è ovvio che la didattica risentirà di queste presenze esterne.
Da non sottovalutare è inoltre il meccanismo di autovalutazione introdotto tramite le prove Invalsi , funzionali a creare una gerarchia di istituto, non tenendo conto del lavoro svolto dai singoli docenti. Il fatto che il funzionamento dell’istituto sia affidato a questa prova non costituisce una base certa anche perché, ancora una volta, affida il compito di controllo ad una figura esterna che non vive la scuola né ha con essa un contatto diretto.
La legge afferma anche che le scuole possono «costituirsi in reti e associazioni per ricevere contributi da fondazioni finalizzate al sostegno economico dell’attività». Da ciò si evince come una progressiva apertura delle scuole ai finanziamenti privati produca un conflitto di interessi. Se consideriamo che il potere decisionale, nell’ambiente scolastico, come purtroppo in molti altri, dipende dal denaro, è abbastanza semplice intuire chi avrà il coltello dalla parte del manico.
La legge Aprea abroga inoltre la legge 297/94 che stabilisce la composizione e le modalità di partecipazione degli studenti e dei genitori agli organi collegiali della scuola. Secondo questa legge sarà lo Statuto autonomo della singola scuola a indicare se e come studenti e genitori avranno il diritto di partecipare ai momenti di confronto all’interno delle scuole. Ogni scuola diventerà quindi un mondo a sé e potrà deliberare liberamente un proprio statuto. Ciò metterà in discussione la libertà d’insegnamento, a causa delle possibili ingerenze esterne nell’attività del Collegio docenti che peraltro assumerà il nome di Consiglio dei docenti. Sebbene non si vieti, e ci mancherebbe, in modo esplicito, il diritto degli studenti
all’assemblea o alla rappresentanza studentesca, queste manifestazioni diventerebbero voci minori e poco ascoltate.
Il mondo scolastico diverrebbe frammentato in molteplici unità e ciò potrebbe portare ad una crescita impari delle istituzioni scolastiche, ad una disparità decisa e voluta da enti esterni in virtù dei loro capitali. Verrebbe quasi da pensare che il Governo voglia migliorare il servizio scolastico pubblico privatizzandolo, ma non è forse questa una palese contraddizione?
Fonte:letterefilosofia.itLa cosiddetta Legge 953 è una delle cause di tutti gli scioperi studenteschi e sindacali di cui stiamo sentendo in questi giorni. Voi che ne pensate di tutto questo?Perchè non ci piace la Legge Aprea
Il documento sintetico contro la Legge Aprea inviato da Marcella Raiola e redatto dal "Coordinamento nazionale per la Scuola della Costituzione" riunitosi a Firenze il giorno 13 ottobre.
1) La 953 è una legge secondo cui la scuola si adegua alle diverse realtà sociali ed economiche e quindi consolida le disuguaglianze economiche e sociali del Paese. Ci saranno le scuole con molte disponibilità e quelle marginali.
Noi vogliamo una scuola che possa garantire a tutti un’istruzione qualificata e che intervenga per superare le situazioni di uguaglianza.
2) La 953 limita il ruolo degli organi di democrazia scolastica e rafforza il ruolo manageriale di natura privatistica del Dirigente Scolastico.
Noi vogliamo una scuola governata in modo democratico con piena responsabilizzazione di tutti e senza forme di gerarchizzazione.
3) La 953 trasforma l’istruzione scolastica in un servizio che privilegia le diverse esigenze dell’utenza.
Noi vogliamo una scuola che, garantendo a tutti una formazione qualificata, si proponga anzitutto la formazione democratica delle nuove generazioni.
4) L. 953 prevede una scuola facilmente condizionabile da poteri esterni con contributi che possono essere anche finalizzati o addirittura con la presenza di esterni.
Noi vogliamo una scuola, aperta al confronto con le realtà esterne , ma anche e soprattutto autonoma da ogni condizionamento di qualsiasi natura e luogo di libero confronto.
5) La 953 ribadisce il ruolo preminente e verticistico del Ministro e degli strumenti di intervento (INVALSI) con una forte limitazione della libertà di insegnamento.
Noi vogliamo un governo democratico della scuola a tutti i livelli, compresi quelli nazionali a garanzia della libertà di insegnamento e dell’effettiva autonomia della scuola dagli esecutivi e dai poteri esterni.
6) La 953 smantella il sistema scolastico statale e prevede un sistema di scuole, ognuna con una propria caratterizzazione (statuto) in un sistema nazionale comprensivo di scuole statali e scuole private (anche confessionali).
Noi vogliamo un sistema scolastico statale con il compito primario di garantire un’istruzione laica e democratica e distinte dalle scuole private che, ancorchè paritarie possono essere di orientamento confessionale.
7) La 953 delega al Ministro la normativa di attuazione, accentuando il carattere ministeriale della scuola.
Noi vogliamo invece che le norme generali dell’istruzione siano riservate al Parlamento perché la scuola statale non può essere espressione della maggioranza di governo.
8) La 953 demanda alle Regioni la competenza a disciplinare la forma di partecipazione a livello territoriale senza definire nemmeno alcun principio.
Noi riteniamo che le forme di governo e di partecipazione del sistema scolastico statale spettino, a garanzia dell’ dell’unitarietà del governo della scuola, alle leggi dello Stato.
9) La 953 rappresenta una scuola privatizzata nella sua organizzazione aziendalistica e nelle finalità prioritarie e nello stesso tempo centralista e ministeriale.
Noi vogliamo invece una scuola statale con una struttura unitaria, ma democratica e partecipata a tutti i livelli.
10) La 953 configura una scuola che si adopera alle disuguaglianze.
Noi vogliamo la scuola per l’uguaglianza, la scuola della Costituzione.