Originariamente inviata da
Anomalia
Non mi va proprio di fare la perbenista del cavolo, ora, e dico - senza peli sulla lingua - che se io fossi una professoressa alle superiori con i ragazzi di oggi, li insulterei anch'io, ed in offerta si beccherebbero il 2 per uno: commento all'operato di loro in quanto studenti e dei loro genitori che non li educano a dovere, chi per ignoranza, chi per mancanza di tempo eccetera - gratis.
La maggior parte (e dico "la maggior parte" perché non voglio fare dell'erba un fascio) degli adolescenti oggi, negli anni duemila, sono impossibili da gestire. In quest'età l'ultimo dei pensieri di questi ragazzi è studiare. L'ultimo dei loro pensieri è il lavoro, il futuro. Ci sono i ragazzini/ragazzine, motorini truccati, le prime sigarette, le prime storie d'amore, le solite ribellioni del cavolo a tutto e tutti - genitori per primi; la lista sarebbe lunga.
Io mi metto nei panni di un professore delle superiori: vengo insultato, vengo preso per i fondelli, il mio lavoro non è apprezzato, le mie ore spese a fare e correggere i compiti servono a farmi sentire dire "chi se ne frega", vengo pagato poco, per i ragazzi sono solo una spina nella schiena, vengo picchiato, registrato e fotografato... la lista è chilometrica!
E se poi reagisco dicendo ad uno studente che "non merita" quando per un'interrogazione non ha studiato vengo anche ripreso?!
I professori si "intromettono" nelle vostre vite private perché altrimenti non riuscirebbero a capire il perché della mancanza di rispetto degli studenti nei suoi confronti, perché il professore può pensare che è colpa sua in certi casi, ma tutto ha un limite. Non può essere responsabile di tutto.
E così arriviamo al punto chiave: i professori si permettono di comportarsi così perché è l'unico modo in cui vi possono riprendere. Toccare - non vi possono toccare, che volano le denunce; quindi, bisogna rimanere sulla punizione verbale. Punizione, scrivo, perché se riesce a farvi rendere conto di come e quanto sbagliate, per voi è una punizione, perché vi rendete conto di quanto tempo avete sprecato. E il tempo che si spreca è un rimpianto.
Siete voi, per primi, che dovete portare rispetto; altrimenti non potete pretenderlo.