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Ufficiale: c'è acqua sulla Luna

  1. #1
    Dovahkiin
    Utente cancellato

    Predefinito Ufficiale: c'è acqua sulla Luna

    ROBERTO GIOVANNINI Pubblichiamo una nota dell'ASI. A seguire la nota dell'ANSA su Marte. In fondo, la splendida foto NASA del ghiaccio in fondo a un cratere su Marte.



    E' pochissima, a malapena osservabile, ma l’acqua sulla Luna c’è. Per la prima volta gli scienziati sono convinti di averne davvero le prove, e le pubblicano sul numero di questa settimana della rivista Science. Tre ricerche indipendenti, basate sui dati provenienti dalle missioni spaziali Chandrayyan 1, Deep Impact e Cassini hanno consentito a studiosi statunitensi di confermare la presenza, in diversi punti della superficie lunare, di composti volatili basati sul legame tra idrogeno e ossigeno che è caratteristico della molecola d’acqua. In realtà, i dati non consentono di determinare con certezza in quale misura si tratti di acqua (la cui molecola è formata da due atomi di idrogeno e uno di ossigeno) e in quale di ossidrile (un composto formato da un atomo di idrogeno e uno di ossigeno). Ma questo basta comunque a cambiare profondamente le nostre teorie sulla Luna, a lungo considerato un corpo celeste completamente secco e inospitale, con importanti implicazioni per eventuali colonie umane sul nostro satellite naturale.

    I tre gruppi hanno utilizzato i dati spettrometrici raccolti dalle tre missioni Chandrayyan 1 (una missione dell’agenzia spaziale indiana lanciata nel 2008) Deep Impact (della NASA, lanciata nel 2005 verso la cometa Tempel 1) e Cassini (missione NASA-ESA-ASI per lo studio di Saturno e dei suoi satelliti). Solo la prima è una missione effettivamente dedicata alla Luna. Le altre due hanno compiuto dei flyby su di essa (quello di Cassini risale al 1999) per sfruttarne l’effetto gravitazionale lungo il loro viaggio. Tutte e tre sono dotate di spettrometri, strumenti in grado di scomporre la radiazione riflessa dalla superficie lunare, e in questo modo individuare le “firme” caratteristiche di ogni molecola (dato che ogni struttura chimica assorbe la luce in modo caratteristico).
    La coerenza tra i risultati dei tre studi è totale. A scanso di equivoci, sulla Luna non ci sono certo laghi o fiumi e nemmeno pozze, e questo si sapeva. Parliamo di un litro d'acqua per tonnellate di materiale lunare sulla superficie. Ma la sua superficie presenta tracce significative di ossidrile, acqua o entrambi, intrappolata nei minerali. Ancora più sorprendente è dove questi composti siano stati rilevati. Non nei freddi crateri delle regioni polari, dove i ricercatori hanno sempre ritenuto più probabile la presenza di ghiaccio d’acqua (e dove, non a caso, andrà a impattare nelle prossime settimane la sonda della NASA L-CROSS). Al contrario, anche se la sua concentrazione aumenta avvicinandosi ai Poli, l’acqua sembra essere presente anche a latitudini molto più basse, raggiunte dalla luce solare. I dati pubblicati su Science, spiega Enrico Flamini, responsabile dell’Unità di osservazione dell’Universo dell’Agenzia Spaziale Italiana, ''indicano che c'e' una quantità di acqua relativamente alta diffusa su tutta la superficie e intrappolata in minerali idrati''. Il dato interessante, secondo Flamini, è che si tratta ''di una quantità più alta di quella che si potrebbe ipotizzare se l'acqua fosse stata portata sulla Luna dall'impatto di comete. Potrebbe insomma, essere acqua già presente nel momento in cui si e' formata la Luna''.

    Questa scoperta è destinata a cambiare profondamente il modo in cui guardiamo al nostro satellite naturale. La teoria predominante ha finora descritto la Luna come un pezzo di Terra, staccatosi circa 4 milioni di anni fa (quando il nostro pianeta era ancora in formazione) a causa dell’impatto di un corpo delle dimensioni di Marte. In questo caso, all’epoca della sua nascita la Luna non avrebbe potuto avere acqua sulla sua superficie, ancora costituita da magma ad altissime temperature. Per questo la ricerca di ghiaccio si è sempre concentrata sui freddi crateri vicini alle regioni polari, dove potrebbe essersi conservato dopo l’impatto di una cometa. Queste conclusioni erano in parte basate sull’analisi dei campioni di rocce lunari riportati dalle missioni Apollo tra la fine degli anni Sessanta e gli anni Settanta. Campioni per lo più secchi, se non per minime parti di acqua che erano state spiegate come contaminazioni avvenuta sulla Terra. Alla luce degli studi appena pubblicati, quella valutazione era forse errata. Le scoperte annunciate oggi parlano di acqua distribuita sulla superficie del pianeta, per quanto in piccole quantità, e questo non si può spiegare con le comete. Come spiega Flamini, acquista di nuovao forza la teoria che la Luna possa essersi formata per accrescimento, come la Terra ma in modo indipendente da essa.

    Altre teorie per spiegare la presenza di acqua sulla superficie lunare comprendono l’impatto di meteoriti, che potrebbero aver portato alla superficie dell’acqua intrappolata in profondità. Oppure potrebbe essere il vento solare ad aver portato sulla Luna idrogeno che poi si sarebbe legato con l’ossigeno sul suolo lunare. Un po’ di chiarezza potrebbe farla la sonda della NASA LCROSS, che andrà ad atterrare dalle parti del Polo Sud lunare il 9 ottobre prossimo. La nuvola di polvere che alzerà al momento dell’impatto sarà analizzata (per mezzo di satelliti e di osservatori a Terra) in cerca di ulteriori conferme della presenza di acqua (ghiaccio per la precisione, viste le temperature da quelle parti) sotto la superficie lunare.

    Al di là del problema dell’origine della Luna, la scoperta potrebbe avere importanti conseguenze per la pianificazione di future missioni. Da tempo, molti ricercatori suggeriscono che una presenza d’acqua sulla Luna potrebbe facilitare la costruzione di insediamenti umani sulla Luna. Non tanto o non solo perché l’acqua trovata lì potrebbe servire alle esigenze quotidiane degli astronauti (si pensi all’idratazione dei cibi liofilizzati), evitando di trasportare a bordo della missione grandi quantitativi d’acqua da terra. Ma soprattutto perché idrogeno e ossigeno potrebbero fornire il combustibile necessario a ripartire dalla Luna verso la Terra, o verso ulteriori destinazioni.
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    ACQUA ANCHE SU MARTE....

    Su Marte c’è più ghiaccio del previsto. Dopo la Luna, anche il pianeta rosso sembra essere molto meno secco di quanto si pensasse, nonostante il suo aspetto arido. Secondo uno studio pubblicato su Science, che la Nasa prevede di annunciare questa sera in una conferenza stampa, il ghiaccio d’acqua non si trova soltanto ai Poli del pianeta, ma anche a latitudini intermedie.

    Dallo stesso studio emerge inoltre che anche l’atmosfera di Marte sarebbe più umida di quanto si pensasse.
    I ricercatori, coordinati da Shane Byrne, del laboratorio di Planetologia dell’università dell’Arizona, hanno utilizzato i dati della sonda americana MRO per studiare cinque crateri che si sono formati molto recentemente sul pianeta, tutti a latitudini intermedie, in seguito all’impatto di asteroidi o comete. È così che in tutte e cinque queste formazioni è risultata la presenza di ghiaccio d’acqua: un dato che ha rivoluzionato le conoscenze finora acquisite su Marte, secondo le quali il ghiaccio d’acqua era presente solo nelle zone polari.
    Per Enrico Flamini, responsabile dell’Unità dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) per l’osservazione dell’universo, «queste nuove osservazioni sono in linea con i dati osservati in passato dal radar Sharad», il radar a bordo della sonda Mro, costruito dall’ASI in collaborazione con il jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa. «Anche i dati di Sharad - ha detto Flamini - avevano rilevato segnali significativi a latitudini medie e che finora avevamo attribuito ad una possibile presenza di ghiaccio. Adesso abbiamo la conferma che si tratta effettivamente di ghiaccio d’acqua».

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    LA FOTO DELLA NASA

    Nella foto, scattata dalla sonda MRO (Mars Reconnaissance Orbiter) si può agevolmente constatare uno spettacolo davvero impressionante: una evidente massa di ghiaccio all'interno di un cratere marziano.

    Si tratta di un cratere dovuto all'impatto di un meteorite dal diametro di 8 metri, situata nella zona piattissima chiamata Vastitas Borealis. La fotografia è stata scattata il 1 novembre 2008. Secondo i ricercatori, a duecento giorni di tempo dalla prima individuazione del cratere il ghiaccio era scomparso e trasformato in una massa color terra.

    http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tm...nello%20spazio

  2. #2
    Wowbagger Jo Constantine
    Uomo 35 anni da Roma
    Iscrizione: 29/1/2009
    Messaggi: 31,903
    Piaciuto: 9037 volte

    Predefinito

    ...°_°...Ma non era una notizia di un paio d'anni fa?...o 3?!?
    Cioè non mi è nuova.

  3. #3
    Dovahkiin
    Utente cancellato

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    Quote Originariamente inviata da Jo Constantine Visualizza il messaggio
    ...°_°...Ma non era una notizia di un paio d'anni fa?...o 3?!?
    Cioè non mi è nuova.
    Beh, se fanno l'annuncio ufficiale stasera mi sa che erano solo ipotesi... L'ho scoperta stammattina fottendomi il City mentre andavo all'uni, sta notizia.

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