MILANO - Altro che quel colorito pallido, bianco e rosa, pronto a diventare violaceo dopo qualche ora di frequentazione delle spiagge italiane. C’è stato un tempo in cui inglesi e scandinavi avevano la pelle scura e non si dovevano preoccupare di spalmarsi il corpo con creme a elevata protezione. In effetti si tratta di oltre 5.500 anni fa: in quel periodo i nord-europei, da cacciatori-raccoglitori divennero agricoltori, cambiando regime alimentare e diventando più chiari. La nuova dieta contadina conteneva infatti meno vitamina D rispetto alla precedente, ricca di proteine animali.
IL CAMBIO DI DIETA - Lo sostiene una ricerca dell’università di Oslo, che sottolinea il ruolo giocato dall’alimentazione nello schiarire la pelle delle popolazioni nordiche. «In Inghilterra, tra i 5.500 e 5.200 anni fa, il pesce smise di essere l’alimento principale. Ciò portò al rapido sviluppo di un colore chiaro», spiega lo studio, citato dal Times. «I climi freddi e le elevate latitudini accelerarono questo passaggio. Il cibo prodotto dall’agricoltura era infatti una fonte insufficiente di vitamina D, mentre la radiazione solare risultava troppo bassa per produrne abbastanza attraverso un colorito scuro».
IL RUOLO DELLA VITAMINA D – Gli umani possono sintetizzare questa sostanza attraverso la luce ultravioletta, ma quelli con la pelle scura fanno più fatica. Non a caso, ai bambini bianchi come il latte bastano dai 10 ai 20 minuti di esposizione al sole per produrre la dose giornaliera di vitamina D, mentre quelli più scuri, proprio perché più protetti, ci impiegano quattro volte tanto. Dunque secondo i ricercatori, la pelle chiarissima degli scandinavi sarebbe da attribuire alla necessità, da parte dell’organismo, di ottimizzare la produzione di vitamina D, la cui carenza provoca problemi alle ossa, tumori, diabete e altre patologie. Tra gli alimenti più ricchi di questa sostanza, oltre all’olio di fegato di merluzzo, ci sono i pesci grassi, il latte e le uova.
Quando gli svedesi erano «neri» - Corriere della Sera