Purissima, nerissima
ACQUA
E' purificata: non c'è traccia di minerali e dopo la clorazione, che serve per eliminare i microrganismi, è fatta passare attraverso un filtro di carbone attivo, in modo da rimuovere il cloro residuo e altre particelle estranee che potrebbero alterare il sapore. Un'acqua così inerte è necessaria perché eventuali "impurità" potrebbero reagire, cambiare l'acidità e quindi il gusto.
ANIDRIDE CARBONICA
Per niente tossica, regala il gusto acidulo e la sensazione frizzante.
E' aggiunta alla bevanda alla fine, "sparandola" ad altra pressione nel liquido. Ma l'anidride carbonica è anche un gas serra: l'agenzia USA Energy Information Administration prevede che l'anno prossimo ne entreranno nell'atmosfera più di 27 miliardi di tonnellate. Quanto "pesa" sul riscaldamento globale quella emessa da tutti quelli che bevono soft drink gassati? Secondo il fisico David Haase molto poco: una frazione pari allo 0.00002 rispetto quella prodotta dalla combustione della sola benzina. Burp!
E150D
E' il colorante bruno chiamato caramello solfito-ammoniacale. Si ottiene scaldando lo zucchero in presenza di composti a base di zolfo e ammoniaca in modo da renderlo molto scuro. Una volta non era raro che, all'avvicinarsi della data di scadenza, si accumulasse sul fondo della bevanda: oggi non accade perché l'E150d ha le "giuste" caratteristiche elettriche. I soft drink generalmente sono liquidi carichi negativamente (eccesso di elettroni, la birra invece in genere è positiva), quindi occorre aggiungere un colorante con lo stesso segno di carica perché altrimenti particelle positive e negative si aggancerebbero fra loro, precipitando sul fondo. L'E150d quindi è agghindato con un eccesso di elettroni che gli permettono di rimanere ben sciolto.
ACIDO FOSFORICO
Serve per regalare quel "guizzo" in più di acidità che, mescolato alla dolcezza degli altri ingredienti, rende le bevande ancora più gustose. Questo acido è al centro di un dibattito medico: secondo alcuni studi sottrae calcio e magnesio al tratto intestinale, interferendo così con la salute delle ossa. Altre richerche, invece, sostengono che eventuali problemi sono dovuti a una scarsa assunzione di latticini. Nel frattempo, se volete ridare lustro a un paraurti cromato, strofinatelo con un foglio di alluminio immerso nella Coca-Cola (o in qualsiasi altra bevanda gassata): le reazioni chimiche fra i metalli toglieranno la patina ossidata. E non temete per lo stomaco: il nostro acido cloridrico è molto più aggressivo.
CICLAMMATO DI SODIO
E' uno zucchero artificiale scoperto casualmente nel 1937 da Michael Sveda, un dottorando dell'università dell'Illinois. Dopo aver appoggiato la sigaretta sul bancone, Sveda si accorse che il filtro aveva un sapore dolciastro. Il ciclammato è infatti dalle 30 alle 40 volte più dolce dello zucchero ed è usato mescolato ad altri dolcificanti in modo da attenuarne il restrogusto metallico. Dagli anni Settanta è vietato negli Stati Uniti, ma non in Canada ed Europa. Il motivo? Un esperimento del 1969 avrebbe dimostrato che su 240 topi alimentati con un mix di ciclammati e saccarina, otto si ammalarono di tumore alla vescica. Alle cavie era stata fornita una dose di dolcificante pari a quella che avrebbe assunto un essere umano bevendo 350 lattine al giorno. Da quel momento gli studi si moltiplicarono ma nessuno riuscì a ottenere gli stessi risultati. Una pubblicazione dell'Unione Europea dichiara che il ciclammato non dà alcun segno di tossicità o cancerogenicità.
L'INGREDIENTE SEGRETO
Secondo la leggenda la formula della Coca-Cola è custodita in una cassaforte nella sede di Atlanta e conosciuta solo da due dirigenti, a cuiè vietato prendere l'aereo insieme. Storie folkloristiche (ce ne sono tante altre) a parte, pare che l'ingrediente top secret sia l'estratto delle foglie di coca de-cocainizzate, che esalta il gusto della bevanda. Secondo un documento dell'università dell'Illinois (lo trovate in: Welcome to UIC), le foglie sono importate legalmente dalla Colombia e "lavorate" con un complicato processo estrattivo sotto l'occhio vigile della DEA, l'agenzia federale antidroga. Una volta estratta, la cocaina è inviata alla Mallinckrodt Inc, l'unica azienda farmaceutica americana autorizzata a purificarla per scopi medici. Mentre le foglie rimaste sono rilavorate per estrarre il famoso ingrediente.
da WIRED #5, articolo di Monica Marelli (fisico e autrice di libri di scienza per bambini)