Meglio urlare ben forte se ci facciamo male, perché il grido aiuta ad alleviare la sofferenza
MILANO – L’urlo allevia il dolore, meglio ancora se accompagnato da parolacce e imprecazioni. È quanto sostengono i ricercatori della Keele University che hanno fatto un esperimento su 64 volontari, constatando che gli urlatori sopportavano molto meglio dei non urlatori la sofferenza fisica.
LO STUDIO – Ai volontari è stato chiesto di immergere una mano in un secchio di acqua ghiacciata e mentre a una parte di loro è stato chiesto di reagire solo attraverso parole accettabili, a un’altra quota è stata data piena libertà nelle reazioni verbali, sia nei toni che nella scelta dei vocaboli (anzi sono stati incoraggiati alle parolacce). Successivamente i ricercatori hanno notato che il primo gruppo, costretto a un comportamento più controllato, resisteva meno a tenere l’arto nel ghiaccio, mentre il gruppo «libero» dimostrava una maggior sopportazione, resistendo più tempo nella dolorosa prova.
QUESTIONE DI BUON SENSO E NON SOLO – Lo studio non stupisce più di tanto: è intuibile anche secondo il buon senso che uno sfogo clamoroso e liberatorio non può che fare bene, senza contare che secondo gli autori della ricerca, tra cui Richard Stephens, John Atkins e Andrew Kingston, l’urlo con parolacce annesse non rappresenta solo una risposta emotiva ma anche fisica. Infine secondo gli esperti la tolleranza al dolore ha un legame fortissimo con la capacità e la possibilità di distrazione. E quale miglior divagazione che urlare a squarciagola parolacce di ogni tipo?
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Grida che ti passa il dolore - Corriere della Sera