
 Originariamente inviata da 
sese31
					 
				 
				Non dimenticherò mai la prima volta che facendomi  una pippa ho raggiunto il risultato finale; la magia divedere uscire  quel liquido denso, toccarlo, annusarlo. Quel liquido che sembrava  bianco come la neve, finché non sono venuto nel lavandino, che essendo  veramente bianco mi ha fatto capire che lo sperma è piuttosto giallino.  Dipende da dove vanno a finire gli schizzi: sulle tende gialle, per  esempio, sembrano nuovamente bianchi.
     Allora non sapevo che, da quel giorno, avevo aperto un’attività che  (indipendentemente dal fatturato) non avrei mai chiuso. Insomma, quella  fu la scoperta del secolo e allora giù a manetta: dopo una, avanti  un’altra, e poi un’altra fino all’ultima che venivo praticamente a  vapore. Ziiifff... Zzziiifff... ffff. In quel periodo avevo l’orologio  automatico che si caricava con il movimento del polso.Un giorno è  esploso.
     Andavo inbagno, chiudevo gli occhi, e la mia mano si trasformava  nella mia professoressa di inglese che mi diceva: «Sei il mio alunno  preferito, chi se ne frega se non hai fatto i compiti, non ci pensare e  scopami ti prego».
     Il giorno dopola stessa mano si trasformava nelle amiche di mia  sorella, o nella figlia del salumiere, oppure in una qualsiasi ragazza  che avevo incontrato per strada.
     Vedevo una che mi arrapava e appena entravo in casa andavo subito in bagno a scoparmela.
     Avrei anche potuto non farlo ma erano sempre loro a chiedermelo:  «Ti prego, ti supplico, ti scongiuro. Scopami, fottimi, sbattimi, fammi  godere».
     Nella mia immaginazione la location non era una cosa casuale, mi  piaceva avere una giusta scenografia. Per esempio, chiudevo gli occhi, e  la prof. di inglese me la facevo sulla scrivania o nella palestra della  scuola sopra i materassini;l’amica di mia sorella me la immaginavo in  bagno, io la vedevo, entravo, e le imi diceva: «Finalmente sei arrivato.  Non ce la facevo più... ti prego, ti supplico mettimelo dentro...  tutto!».
     Una volta l’ho trovata in cantina tutta nuda sdraiata su una  coperta. Mi ha detto: «Perché quando ti vedo mi viene voglia di farlo?  Sdraiati su di me e infilamelo dentro.Voglio sentirlo. Dài vieni qui sto  impazzendo. Avanti, prima che arrivi qualcuno. Scopami, fammi tutto  quello che vuoi, a te non so mai dire di no».
     Ho passato interi pomeriggi a soddisfare queste povere donne che mi  desideravano, cosa potevo farci? Mi supplicavano, adoravano il mio  prezioso Ginetto... Dicevano che era il più bello e il più duro di tutto  il quartiere.
     Non mi facevo solo persone che incontravo per caso o che conoscevo,  anzi. Spesso venivano daogni parte del mondo. Cantanti, attrici famose,  presentatrici tv, ballerine.
     Heather Parisi, ogni volta che alzava la gamba a mo di saluto fascista, mi chiedeva dimetterglielo dentro.
     Ogni volta che vedevo un video di Madonna in tv, alla fine lei  veniva in bagno da me e micostringeva a trombarla. Madonna mi diceva:  «Shake me an’ fuck me. Please!». E sottolineo please. Per convincermi mi  diceva che avrebbe lasciato tutto per me,per il mio carismatico  pisello. L’ho convinta ad andare avanti con la sua carriera  promettendole che ogni tanto le avrei dato un colpetto. Aveva del  talento, e non me la sono sentita di accettare la sua proposta. A  quell’età erauna responsabilità troppo grande, capivo che come artista  c’era. La storia mi ha dato ragione. A quei tempi ero un ragazzo di  cuore e cercavo di aiutare sempre il prossimo, e la prossima.
     Ma al di là delle P.R., al di là degli incontri del mio pisello, a  livello pratico le seghe andavano evolvendosi. Più passava il tempo, più  prendevo confidenza con l’attrezzo e mi potevo buttare sulle  sperimentazioni.
     Prima con la mano destra, poi con la sinistra, poi con la crema  sulla mano, fino ad arrivare alla bistecca nel termosifone (questo l’ho  sentito, ma giuro non l’ho maifatto, credimi).
     Le seghe con il preservativo, per imparare a metterlo e per vedere come andava a finire, e com’era quando era pieno.
     Le seghesott’acqua nella vasca. Che quando uscivi ti trovavi tracce  di sperma anche dietro le orecchie. Lo si capiva da dove si  appiccicavano i peli, dove andava a finire.
     C’erano poi le leggende: per esempio mettere il cartone vuoto del  calippo tra i cuscini del divano, o immergersi nella vasca da bagno,  tirar fuori dall’acqua la punta del cazzetto, prendere una mosca,  staccarle le ali e appoggiarcela sopra: la mosca per non entrare in  acqua cammina freneticamente fino a farti venire. (Anchequesto, giuro,  non l’ho mai fatto.) Oppure sedersi su una mano fino a farsi venire il  formicolio e perdere la sensibilità, così che sembrava fosse  un’altrapersona a fartela. I veri professionisti si mettevano anche lo  smalto sulleunghie.
     Ricordo che addirittura si narrava la storia di un ragazzo morto  perché si era attaccato alla mungitrice per mucche e questa lo aveva  dissanguato.
     Insomma,dietro alla masturbazione si nasconde un mondo di  confidenze solitarie, di esperimenti e soprattutto di motivazioni e  stimoli. A volte ci si masturba ripensando alle ragazze con cui si è  trombato, altre pensando a quelle con cuinon si è trombato e non si  tromberà mai. Ma non ci si masturba solo perché si è eccitati, succede  anche che lo si fa così, perché non si sa cosa fare: sicomincia a  grattarselo, si danno due colpetti, poi si smette, poi si ricominciae  così fino alla fine; a volte invece semplicemente perché non si riesce  aprendere sonno.
     Essere a letto e non riuscire ad addormentarsi è una delle cose più  odiose, mi è capitato unsacco di volte, e più passa il tempo più ti  innervosisci, più ti innervosisci più ti svegli, e cominci a muovere un  piede e poi guardi la sveglia e cominci a contare le ore che ti mancano  prima che suoni, e senti già che l’indomani sarai stanco tutto il  giorno, e alla fine – indeciso se accendere la luce e darti per  sconfitto o rimanere a occhi chiusi aspettando – decidi di provare la  carta seghino.
     Quando mi capita non sempre ho la voglia di uscire dal letto per  andare in bagno a pulirmi, anche perché rischierei di svegliarmi del  tutto e quindi mi pulisco con quello che trovo, con le calze per  esempio, passatina sulla pancia e via;poi il mattino vado in bagno e ho i  peli cartonati, tutti dritti che sembrano la testa di Big Jim.
     C’è anche chi il seghino se lo fa direttamente nella calza, ma io  no, a me piace vedere lo schizzetto. Mi piace sentire il caldo sulla  pancia, rimanere lì fermo, fino aquando il liquido comincia a cadere sui  fianchi a rigolini, e con il dito faila scarpetta cercando di riportare  tutto dov’era prima. Per salvare il lenzuolo.