Delle volte mi si spella il calcagno, più il sinistro del destro; vien via quella pelle secca e dura che sembra cotenna di maiale disidratata. Quando stacco i pezzetti, penso: pensa te che c’è gente che legge ‘ste porcherie. Me ne faccio una ragione, perché uno deve pur sopravvivere.
La pelle che si stacca la metto da parte per la raccolta differenziata, anche se non si vince niente. Lo fai per il piacere di farlo, senza pensarci, perché il pensiero uccide il piacere.
Datemi una sedia. Ho deciso seduta stante di aprire un’inchiesta per sapere chi mi ha messo in testa l’ultima frase: non è farina del mio sacco, non posso riconoscerla e darle il mio nome. Ho già avvertito quelli delle adozioni a distanza.
In questi casi, mi piace schiacciarmi i testicoli fra due mattoni (preferibilmente forati e già sfruttati), per il piacere di cogliere le varie sfumature degli urli che emetto. Li registro e poi li confronto, tipo sinottici (1). Ne avrò almeno il suo bel 200, catalogati e archiviati in formato Mp3, per favorire la ricerca avanzata. Presto li metterò in Rete in apposito blog; titolo: C*G*I*NI DI MULO. Possibilità di commenti; astenersi perditempo e dongiovanni.
Mi piace navigare in Internet, perché non so nuotare. Navigo a vista: essendo orbo, spesso vado a sbattere e mi areno. E’ allora che vengo frainteso per un cetaceo maturo, quelli che si spiaggiano per vedere le donne in topless mentre si spalmano la Nutella per abbronzarsi. Queste ultime, nella peggiore delle ipotesi si innamorano della bestia che gli muore sotto gli occhi. Per essere, è una bella morte, perché la donna si fa languida. Ce n’è di quelle che si fanno suore e di quelle altre che si fanno.
Vedendo le puppe a pera anche certi maschi si fanno (io non amo i doppi sensi, sono essi che mi muoiono dietro. Da parte mia, se proprio devo, prendo – a scelta:
a) la scossa;
b) un bigné;
c) la via di casa).
Adesso, se permettete, allontano i mattoni uno dall’altro, perché l’effetto dopo un po’ scema. Il correttore automatico mi suggerisce – non richiesto – che ‘scema’ non concorda con ‘effetto’. Fa piacere saperlo, perché nella vita si sa mai e non si butta via niente.
Io, per me, non butto via nemmeno la Stefania Sandrelli. Ci siamo incontrati l’altra sera ai giardinetti pubblici di Sessa Aurunca (CE): lei portava a spasso il suo sambernardo, io trascinavo la vita sulla ghiaietta del vialetto, per vedere la traccia che lascia. Per fortuna il sambernardo era ancora aperto (per via del fuso orario tarato sulla Val d’Aosta): mi son fatto un goccetto di cognac (l’accento non incide sul prezzo) e poi mi sarei fatto la Sandrelli. O almeno un panino con la bresaola affumicata con rami di baobab nano della Mongolia interna. Purtroppo, il pane era finito e a me la Stefania senza pane mi cala la libidine.
Son venuto su così, io, che il pane prima di tutto. Passava di lì l’ex ambasciatore Sergio Romano (2), ma si sa che ambasciator non porta pane.
Però mi piaceva che la Sandrelli mi si spiaggiava nel giardino di casa mia.
Ho già fatto domanda allo IACP (3) di Pumenengo (BG) per avere la casa; astenersi attici e mansarde.


NOTE

1. allusione ai vangeli sinottici: http://it.wikipedia.org/wiki/Vangeli_sinottici
2. http://it.wikipedia.org/wiki/Sergio_Romano
3. http://www.iacp.it/