Ieri sera sono uscito dopo cena
e ho incontrato una signora con la falce.
Un pochino di prosciutto avevo d’alce
gliel’ho offerto perché mi faceva pena.
M’ha sorriso coi suoi denti un poco aguzzi
poi m’ha chiesto se c’avevo mille lire.
Non lo so che cos’avrà voluto dire
io però le ho regalato dei merluzzi.
M’ha gettato lì un’occhiata alquanto storta
e però m’è parsa pure un po’ arrapata.
Me, la donna mi soddisfa stagionata:
non lo nego, ho preso a far la manomorta.
Sì va bene era ridotta quasi all’osso
ma c’aveva un sex-appeal che non so dire
Le ho sparato lì: “Tu mi farai morire!”
Va’ a saperlo che non era un paradosso.
Dagli e dagli s’era fatto pure notte,
della luna v’era in cielo un sol falcetto
La vecchiarda m’ha soffiato: “Bel maschietto!”
io c’ho dato come l’uomo delle grotte.
Che noi maschi siam focosi, lo sapete
lì per lì ci scordiam pur le precauzioni.
lei in quei giorni non aveva mestruazioni
Ora c’ho una bella cassa, tutt’abete
e la vecchia porta a spasso due maschietti
che hanno un ghigno pitturato sulla faccia.
Teppistelli con un’ironia un po’ diaccia
che per gioco si trastullan coi falcetti.
NOTA
Lo spunto per questo testo macanramente irriverente l’ho avuto da una ‘striscia’ della funmettista francese Claire Bretecher, che, temo, pochi di voi conoscono: http://www.lfb.it/fff/fumetto/aut/b/bretecher.htm; http://www.fucine.com/search.php?aid=80