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One Week Story 2
Le regole sono le stesse del topic precedente,http://forum.fuoriditesta.it/off-top...eek-story.html, ovvero creare una storia lunga una settimana con i nostri commenti, con la differenza che ci sarà un tema e che potranno essere introdotti, volendo, anche altri personaggi che potranno prender parte alle avventure del protagonista o averne di parallele che li faranno comunque incontrare.
Il topic resterà aperto per una settimana e il tema che ho scelto è Viaggiare.
Inizio io e buon proseguimento!
Sara è ferma in piedi davanti alla grande vetrata del suo appartamento a guardare la pioggia che cade fitta fitta; ma non è la pioggia a interessarle, è bensì il sole che vede far capolino tra le nuvole, e cosa succede quando piove e c'è il sole? L'arcobaleno. Ed eccolo spuntare tra i due grattacieli che le impediscono la vista del cielo per intero: si fa sempre più grande e vivido e lei prega che il sole non scompaia prima che smetta di piovere.
Pensa che fin da piccola l'unica costante dei suoi continui spostamenti sono state le favole che leggeva in macchina o in treno o in areo e che le hanno sempre fatto credere che davvero, alla fine dell'arcobaleno, ci sia una pentola d'oro custodita gelosamente da un folletto scorbutico, e quindi smette per un attimo di preparare le valigie per provare a stanarlo, quel bastardo.
Sara sta per partire per...
Ps: mi raccomando, deve uscirne fuori di nuovo una storia allucinante!
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l'Irlanda.
In sottofondo passa "in un giorno di pioggia" dei Modena City Ramblers...la ascolta spesso ultimamente.
Le attraversano la testa tanti pensieri, tra cui che le persone sono davvero raggirabili, asseriscono convinte di non credere alle favole...e poi se ne bevono davvero tante. Compresa questa, la più assurda di tutte: che le favole non sono reali.
"Ancora non hanno capito che esistono moltitudini di piani d'esistenza diversi" pensa "ora troverò la pentola d'oro, la pentola con l'inesauribile fonte d'oro nascosta gelosamente dal piccolo popolo per centinaia e centinaia di anni, così finalmente potrò...
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Ma siccome aveva paura dell'aereo decise di andare in nave.
E per arrivare al porto doveva prima prendere il treno.
Sara non partiva da sola ma insieme ai suo amici Raquel, Stefano e Davide.
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I suoi amici immaginari! Era grande per averne ancora ma erano un retaggio dell' infanzia che faticava a lasciare andare.
Aveva vissuto tante avventure con loro, tutti i viaggi che aveva fatto nella sua vita erano insieme a loro e ancora adesso, quando prendeva le valige dall' armadio, tirava fuori anche loro.
Raquel era...
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...una brasiliana, studente di architettura, stava facendo il master a Milano. Era castana ma aveva sempre una ciocca di capelli colorata di un qualche tipo di colore sgarciante, adesso la portava blu
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Stefano - Stefa - era un unicorno senza corno, ma guai a chiamarlo cavallo, si incazzava di brutto. L'aveva conosciuto a 5 anni quando si trovava a New York con suo padre, l'aveva intravisto a Central Park e da allora non si erano più lasciati. Era magico e poteva modificare la sua stazza così poteva metterselo in borsa quando passava i controlli agli aeroporti e portarlo con sè in aereo. Quando viaggiava in auto, però, restava a casa perchè i viaggi in macchina gli procuravano flatulenza.
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...e Davide...Davide era semplicemente Davide. Era stato il primo, quello che c'era sempre stato, non ricorda un tempo senza di lui..era sempre stato lì. Quando erano piccolini ,e lei aveva paura di dormire sola ,il suo viso pallido le sorrideva da fuori la finestra della sua stanza. Era un ricordo sfocato, questo. Ma ricorda perfettamente quanto fosse rassicurante e quanto quel sorriso la calmasse ,inconsapevolmente. Poi, crescendo, avevano imparato a parlare, a confidarsi. Davide si era trasformato da uno sfocato viso che le stava vicino, quasi proteggendola, in silenzio, in un vero amico.
Un amico vampiro, ma un vampiro "buono".
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E ora era esplosa la moda dei vampiri e lei avrebbe voluto urlare "Io avevo un vampiro tutto mio prima di voi, stronzi!".
Aveva per amici una brasiliana - che aveva una cotta per Davide -, un unicorno senza corno - un cavallo, detto fra noi - e un vampiro - che forse era gay, giusto per rompere gli stereotipi. O forse bisessuale.
Comunque Sara chiuse le sue valigie in fretta e furia, si guardò intorno nell'appartamento di LA per vedere se aveva dimenticato qualcosa e uscì in strada. Giù c'erano Stefa, Davide e Raquel che l'aspettavano per mettersi in viaggio.
Stavolta si stava concedendo un viaggio di piacere. Senza nessuna meta già stabilita. Sarebbe andata in aeroporto e avrebbe letto i tabelloni dei voli e si sarebbe imbarcata per la meta col nome più assurdo che avesse letto.
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Proprio sotto casa, videro una strana ragazza. Subito lei si accorse di loro e attaccò pezza, cominciando a parlare di un posto meraviglioso, con viaggio economico ma di classe.
Il posto si chiama Tarubuni. Subito Stefa cominciò ad agitarsi eccitato, dicendo quanto fosse un'occasione imperdibile. Insomma, disse, solo 375 dollari a biglietto di sola andata per un posto chissà dove sono un'affare.
A Sara la questione sebrava troppo strana, ma nemmeno il tempo di dire nulla, che Stefa aveva già comprato i biglietti.
D'altronde, quanta intelligenza ci si può aspettare da un cavallo convinto di essere un unicorno senza corno?
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"E se volessi comprare anche i biglietti di ritorno?" chiese Sara alla sconosciuta, ma lei le diede solo risposte evasive, e ogni tre parole ci infilava un elogio a questa Tarubini, così anche Davide iniziò a convincersi della meta, e siccome Raquel aveva una cotta per Davide andava dove andava lui
Ma Sara continuava ad essere scettica, e in un mondo normale una persona di certo non fa cioè che le dicono i suoi amici immaginari, ma in un mondo in cui gli amici immaginari diventano reali come le persone che li hanno creati va tutto all' incontrario, quindi Sara si lasciò convincere.
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Sara si girò un attimo, sentendo un miagolio, non vedendo però nessun gatto cercò di parlare con la strana ragazza dei biglietti, che però si stava infilando in un tombino.
"Beh, senza dubbio là sotto non c'è traffico", riflettè Sara.
Dopodiché salì a bordo del primo taxi di passaggio, indicando la via dell'areoporto all'autista, che aveva un'aria un po' sinistra.
Ma lei non si preoccupò, perché da come accese la radio capì che era mancino.
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Arrivati all'aereoporto Sara ed i suoi amici immaginari trovano la sconosciuta. Quest'ultima fa loro un cenno, come a dire, Seguitemi.
Fece entrare loro in un aereo che esteticamente ricordava molto quelle auto americane anni '90 ma probabilmente aveva qualcosa di diverso. Sara si sedette tra gli ultimi sedili, davanti a lei si mise la sconosciuta.
"Adesso puoi dirci chi sei e perché ci hai proposto questo viaggio?" esclamò Sara senza peli sulla lingua.
"Non é il caso di parlarne adesso" rispose un altro passeggero anticipando la sconosciuta.
"Hmm!" bofonchiò Sara.
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Proprio quando il portellone dell'aereo stava per chiudere, arriva all'improvviso un passeggero ritardatario.
Pietro Rullo, era il suo nome. perché ne eravamo a conoscenza? perché è arrivato quasi gridando davanti all'hostess e con respiro affannato, presentandosi cosi... d'impatto.
Di Pietro Rullo sappiamo che è un tipo alquanto particolare, ha 25 anni, ma è come se ne dimostrasse 45. Porta la barba incolta e veste sempre in giacca e cravatta, anche quando fa attività sportive.
Pietro non ha molti amici, e non ha mai avuto una relazione, infatti ha dei modi di atteggiarsi peculiari altrettanto come lui.
È sempre fissato che deve sposarsi, e ovviamente non vuole una qualsiasi, ma una più giovane di lui e bella.
Non è cattivo, anzi è molto buono e di cuore ma le ragazze lo schivano un pò perchè fa discorsi sempre monotematici.
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Parla solo di se stesso, a chiunque. Anche a Sara che però dopo avergli rivolto un sorriso di cortesia si mise le cuffie per ascoltare la musica, canticchiandone i motivetti. E così Pietro venne ignorato da Sara. Ma non da Davide che lo puntò.
Ma di questo parleremo poi, forse
L'aereo decollò e appena lasciò la pista di atterraggio successe una cosa strana:tutti i passeggeri si trasformarono in amici immaginari, e la ragazza che li aveva invitati si rivolse a Sara. "Questo è un viaggio per gli amici immaginari, solo per gli amici immaginari.", e guardò Sara in un modo che non lasciava spazio a equivoci.
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Sara rimase per un attimo interdetta e pensò tra sè e sè "Cosa intenderà dire?"
Se ne sarebbe accorta solo tempo dopo.
La sconosciuta la guarda con un sorriso beffardo e le dice "Benvenuta a Tarubuni!"
"Che intendevi dire quando parlavi di viaggio solo per amici immaginari?" tagliò corto Sara.
"Non pensare che non voglia dirtelo, preferisco lo scopra tu stessa. Vieni, ti porto a Pert Street".
Pert Street era una via estremamente trafficata di Tarubuni. C'erano numerosissime auto, Sara fissandole ebbe per un attimo l'impressione che le persone che le guidassero fossero solo delle semplici sagome ma non gli diede troppo peso. Ad un tratto, arrivati a destinazione la sconosciuta si fermò indicandole qualcosa di molto particolare.
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La città era piena di statue bizzarre, di amici immaginari dalle forme più strane: fauni, fate, meduse giganti, gatti antropomorfi, lupi mannari, ortaggi con gli occhi, centauri e chi più ne ha più ne metta. Forse per questo la ragazza parlava di città per soli amici immaginari?
Stefa lanciò un nitrito eccitato e iniziò a esplorare il viale superando Sara, Davide seguì Pietro e Raquel seguì Davide. E sara si trovò all'improvviso da sola al centro della strada.
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"E ora dove sono andati tutti?"
Iniziò a camminare per andare alla loro ricerca ma subito si accorse che c'era qualcosa che non andava, o meglio, qualcosa di diverso. I suoi passi avevano meno impatto col terreno, e nello stesso tempo notò anche altro: aveva smesso di respirare.
- Curiosa questa città!
E anziché essere spaventata si sentì stranamente felice, come mai prima d'ora.
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Si sentiva leggera come i palloncini d'elio, ma era sicura che quella sensazione fosse voluta per distrarla da qualcosa, del resto non aveva dimenticato la strana espressione che aveva visto sul viso della ragazza.
C'era qualcosa da scoprire, in quella città, e lei l'avrebbe scoperto, non si sarebbe fatta distrarre da questa sensazione di benessere artificiale. Anche perchè non poteva sentirsi bene senza i suoi amici immaginari, non quando era in viaggio.
E allora entrò nell'androne del primo palazzo storico che si trovava dall'altro lato della strada.
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Una volta dentro successe una cosa... Si mise a fissare una sagoma, una sagoma bellissima che le trasmetteva pace e calma... Un amico immaginario di chissà chi con capelli corvini e occhi totalmente bianchi! Eppure quell'assenza di pupille trasmetteva talmente tante sensazioni... Sara si chiese "chissà con chi è venuto qui?" e provo ad avvicinarsi a lui ma venne assalita da un turbine di farfalle che... O mio dio... Provenivano proprio dal suo stomaco! Non ci vedeva praticamente più!!
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Era questo l'avere "le farfalle nello stomaco"? Perchè se era questo fin ora non le aveva mai provate, non così.
Era lui a farle quell'effetto? O era quella città che stava cercando in tutti i modi di avvinghiarla a sè? Non che la cosa le spiacesse più di tanto.
Si avvicinò all'amico immaginario e gli chiese...
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"La vuoi una frittella??"
Inutile dire che era sbigottita sentendo uscire dalla sua bocca quella richiesta. Da dove le era venuto in mente?? Come se non bastasse si sentì un urlo proprio li accanto... "Noooooo!! Anche qui no!"
C'era un uomo, a terra, sbatteva i pugni, era visibilmente sconvolto, Sara non gli si avvicinò per timore, ma da dietro la folla capì che l'uomo si chiamava Matteo e la domanda gli ricordava sua nonna, a quanto pare non dovevano avere un buon rapporto...
Non appena si girò di nuovo verso l'uomo con gli occhi bianchi notò che stava parlando con Stefa, allora prese coraggio e ci riprovò...
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"Cosa state confabulando?" chiese ai due ragazzi, le farfalle che le volavano tutte attorno ma che gli altri non parevano vedere; Matteo continuava a sbraitare poco distante e questo forse impedì a Stefa e all'altro ragazzo di sentirla, quindi ripeté "Cosa state confabulando?", ma di nuovo non la sentirono.
"E' inutile che cerchi di parlare con loro" gli rispose invece Matteo "Loro non possono più vederti, qui nessuno può vedere noi umani." Ma Sara non gli credette e provò a toccare Stefa sulla spalla, ma la sua mano lo attraversò.
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Quindi si rivolse a Matteo: "e ora noi cosa facciamo? Tu come hai fatto ad arrivare qui?" al che Matteo le raccontò la storia più incredibile mai sentita prima.
A Sara veniva quasi da piangere, l'euforia di prima era svanita, anche le farfalle che le svolazzavano intorno si erano ridotte di numero e sembravano...in un certo senso meno convinte di quel che stessero facendo.
Sentì una flebile vocina chiamarla in tono imperativo: Sara....Sara!
Si guardò intorno, ma non riusciva a vedere nessuno. Ma dove guardi benedetta fanciulla? Sono qui davanti a te!
Sarà sgranò gli occhi: la voce proveniva da una delle piccole farfalle dalle sgargianti ali...e restò a bocca aperta: non erano farfalle!
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La forma di quell'esserino volante le ricordava qualcosa visto sui libri di scienze... Tipo... Si, un atomo!! Era un atomo "gigante" considerando le forme degli atomi ovviamente".
"Che cosa succede?? Cosa vuoi??" Urlò
"Io sono una parte di te, devi ascoltarmi! Cerca l'orologio più grande che trovi e porta indietro le lancette fino a ieri all'ora in cui hai messo giù dal letto il piede sinistro!"
"E come dovrei ricordarmela l'ora sentiamo!!"
"Perchè hai fatto un pensiero molto profondo... In realtà lo sai benissimo!!"
Sara si sentì morire, non capiva più nulla, e scappò correndo, uscendo da quel palazzo... Appena attraversò la strada sentì un enorme boato...
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...cade a terra e muore! :087:
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O almeno questo è quello che pensò quando si accorse che il rumore ero causato dalla strada che si stava spaccando sotto i suoi piedi.
"Corri di qua, presto!" le urlò Matteo tendendole la mano, e dopo un attimo di panico che la tenne inchiodata sul posto Sara scattò verso di lui e si mise in salvo.
Solo per poco, però, perchè la crepa nell'asfalto iniziò a dirigersi verso di loro, e quindi Sara e Matto cercarono di correre verso una salvezza che non sembrava all'ordine del giorno, lì, con le farfalle-atomo che le svolazzavano dietro a formare la sagoma di...
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Un enorme culo.
Ebbene sì, un culo stratosferico, flaccido e pieno di solchi da cellulite.
Le chiappe sballonzolavano in maniera disgustosa, rapide dietro i nostri due ragazzi, che a stento reprimevano i conati di vomito durante quella loro folle corsa.
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All'improvviso apparve dinnanzi ai loro occhi un drago. Un enorme drago grigioverde, con scaglie dai riflessi dorati e grandi occhi arancioni. "Salite, presto" disse loro. Sara e Matteo salirono, il drago prese velocemente quota e...Matteo fu sbalzato via dal dorso dell'animale.
- Matteooooooooooo...
Sara gridò, tendendogli invano una mano...vide Matteo farsi sempre più lontano...ad un certo punto vide avvicinarglisi... cosa? una carrozza?!
Si, era un'enorme carrozza, tutta nera, che volava nel cielo trainata da 4 cavalli volanti. Si sentiva una voce strana gridare da dentro qualcosa di incomprensibile...sembrava che qualcuno gridasse a gran voce qualcosa tipo : scegliiiii
La ragazza cercò di capire meglio, preoccupata per il povero Matteo che intanto venne risucchiato al suo interno, ma il drago (che poi in seguito scoprì essere una draghessa) era già lontano ormai, viaggiavano velocemente trasportati da quelle immense e terribili ali... "E ora?" pensò sconcertata e impaurita.
Al che una voce seria e profonda si fece largo tra i suoi pensieri "Beh, non volevi trovare una pentola d'oro tu?"
Per la sorpresa trasalì, e quasi cadde di sella. "Ma chi sei? E come fai a sentire i miei pensieri?" La voce le rispose: "sono Elynes, e tu mi sei seduta sul dorso, Sara. E semplicemente sono telepatica, come tutti i draghi!"
Sara rimase basita...era l'avventura più incredibile della sua vita.
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"Stiamo andando a prendere la pentola d'oro allora?" chiese a Elynes, ma quando lei le rispose di sì Sara si ricordò dei suoi amici immaginari: dove si trovavano, che stavano facendo? Aveva lasciato Stefa parlare con l'altro amico immaginario nell' androne del palazzo, ma gli altri due dov'erano finiti?
@Jeggi domani la settimana sarà passata, ti ricordi tu di chiudere il topic?
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Ricordo che stasera il topic si chiude, scriviamolo un finale ;)