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Però in quel periodo ero troppo fatto per poter essere sicuro di quello che ho visto, sentito, provato.
Eravamo a Poggio Mirteto, provincia di Boston.
Era una festa in maschera sulla spiaggia, eravamo tutti quanti vestiti da bagnini.
Credo di averlo visto parlare con almeno un sacco di gente.
Rideva. Scherzava. Cantava.
Non poteva essere lui, ma ero sicuro che lo fosse.
Non so perché.
Mi avvicinai a lui, ma sparì.
Mi voltai e sulla spiaggia non c'era nessuno.
Solo un falò acceso e uno sciacallo.
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Che poi non era neanche uno sciacallo, era solo un tronco levigato dalle intemperie. Ero talmente fatto che in effetti neanche sapevo se quella festa c'era stata davvero ed io ero rimasto semplicemente lì più di tutti gli altri invitati, oppure se avevo camminato fino a lì così strafatto da essermi immaginato tutto.
Perchè poi un ballo in maschera? Chi fa un ballo in maschera sulla spiaggia. Trovata originale ma mica tanto adatta alla location.
Ero fatto, decisamente. Allucinazioni da "fumiamocituttoquellochevediamosenzaundomani".
Il fatto che fossero tutti in maschera rivela fin troppe cose, su di me.
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Le maschere infondo sono utili. Chi non le usa? Ogni mattina appena giù dal letto ne scegliamo una. Tutti.
... Certo è normale in questo stato fare sti discorsi. Me lo diceva mio nonno "Attento alla strada che scegli, cerca di avere una bella vita" e io? Non ho fatto che rovinarmela la vita. Eppure sono ormai circa 8/10 anni che non riesco a campare senza prendere roba.
Vabbè ho deciso, mi faccio un bagno, una volta che sono qui almeno mi rinfresco. Appena però entro in acqua mi sento strano... Sembra si stia alzando la marea, e sento un profumo particolare... Un odore che mi è davvero familiare...
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Le frittelle che mi faceva la nonna!
Erano così buone, e io le aspettavo ogni sabato come un assetato aspetta l'acqua nel deserto.
Me ne faceva tantissime, e non le importava se dopo facevo indigestione, era solo contenta che stessi con lei e che apprezzassi la sua cucina.
Era davvero un'ottima cuoca, non un'ottima persona ma un'ottima cuoca, e questo compensava.
Perchè sento odore di frittelle? Sono su una spiaggia deserta con una maschera in mano, l'effetto della droga è sparito eppure io sento odore di frittelle. Si possono avere allucinazioni olfattive? O sta per venirmi un accidenti?
La vorrei proprio una frittella, in questo momento, penso affondando i piedi nella sabbia. Che ha una consistenza strana, come...
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Apro i gli occhi e vedo tutto bianco.
Una luce accecante.
Tutto è decisamente sfocato, così sfocato che gli occhi mi lacrimano.
Li chiudo.
Faccio passare un po' di tempo e lentamente li riapro.
Bianco, provo a distogliere lo sguardo dalla luce. Provo a guardare un po' a destra mettendo a fuoco e scorgo una sedia, bianca.
Allora provo a spostare lo sguardo a destra e vedo un qualcosa di verde. Intuisco che si tratta di un comodino con una piccola pianta.
"...frittelle..."
"Come scusi?!"
Provo a sollevarmi per vedere chi mi ha risposto ma mi accorgo di essere completamente paralizzato dal dolore.
"Dove mi trovo?"
Un uomo in camice bianco si avvicina e si posiziona in modo che io possa vederlo.
"E' in ospedale"
"In ospedale. Come in ospedale? Perché?"
"Tumore al cervello.
"..."
Mi irrigidii.
"Però l'abbiamo già operata. E' tutto ok."
Ci guardiamo e mi rassicura con un sorriso che solo un santo riesce a fare. Di quei sorrisi che ti fanno sentire al sicuro e amato.
Poi d'un tratto si fa serio, e mi guarda meglio.
"Prima... Ha detto frittelle?"
"Sì, sento odore di frittelle, quelle che mi faceva la nonna."
"..."
L'uomo si allontana, ma riesco a sentire uno sbuffare preoccupato.
"E' normale?! E' tutto ok?!?"
"... No, non lo è"
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Ma và a capire perchè non lo è. L'effetto degli antidolorifici non è ancora passato del tutto e ripiombo nel sonno. Un sonno irregolare da cui sembra mi sia svegliato mille volte senza essermi mai svegliato. Dovrò farmi dire che medicine mi stanno somministrando, perchè mi fanno proprio un bell'effetto.
Che poi, tumore al cervello... non è che io abbia poi questo gran cervellone, vogliamo rovinarlo ancora di più?
E perchè proprio l'odore di frittelle, poi? Cioè dai, mi va a rovinare proprio uno dei ricordi più belli dell'infanzia. Non poteva avere, che so, l'odore del brodo di pollo? No, perchè il brodo di pollo proprio non mi piace, mi fa sentire subito malato anche se non lo sono.
Stavolta sono malato davvero, però. E dietro le palpebre chiuse vedo volare in circolo, vertiginosamente, le solite sfere, e sento la solita voce dirmi...
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"Devi scegliere, ma non ancora, voglio solo che sappia di dover scegliere..."
Ma che vuoi? Ma perché non mi lasciate in pace? Basta non li voglio più tutti sti fili, sti cavi, basta, stacco tutto e me ne vado tanto l'ho capito sto sognando, per forza sto sognando, destino se volevi farmi spaventare ci sei riuscito, ora come ora voglio solo tornare da Lei e dirle che mi dispiace...
... Tutto è successo circa 8 anni fa, più o meno quando ho cominciato a farmi, eppure sembra ieri... La prima volta che l'ho vista come dire, era...
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Così bianca, così pura...
Mi piaceva tirarla su col naso, anche se spesso rimaneva attaccata alle pareti nasali. Non poche volte infatti sono finito in pronto soccorso.
Ma che potevo farci, a me la colla vinilica piaceva davvero tanto, perché privarmene?
E tutti che mi dicevano di smettere.
"Basta Eduolvaldo, smettila, sai che Adalberto, tuo padre, sarebbe molto deluso da tutto ciò. Lo sai?"
E io sorridevo, ignorando i consigli.
Ah, bei tempi...
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Chissà poi perché mia madre si divertiva a darci quei nomignoli desueti... grazie al cielo non mi chiamavo davvero così
- Matteo è meglio come nome...almeno un po', no?
sorrido tra me e me.
Riapro gli occhi, in realtà c'è poco da sorridere. In quella stretta stanza d'ospedale, in mezzo a tutte quelle flebo, io non so più chi sono. In quell'ambiente spersonalizzante nemmeno io mi sento più persona.
"Ok" penso "è ora di reagire. Tu, chiunque sia - demone, incubo, delirio - mi dici di scegliere? Ok, sceglierò. E fottiti"
dopo questa decisione acquisto una fermezza nuova, mai avuta in tutta la mia vita passata da spettatore, o da giocatore in panchina. Era ora Matteo...era ora.
Quindi respiro a fondo e chiamo a gran voce:
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"Dottore! DOTTORE!".
Nessuna risposta.
La mia voce risuona nei bui corridoi dalle pareti verdastre di quell'ospedale. Ma nessuno risponde, nessuno la sente.
Probabilmente è notte, ma io non posso rendermene conto. Mi sento in gabbia.
"DOTTORE!".
Cerco di urlare con tutta la voce che ho. Continuo per ore (o giorni, chi ricorda?).
In preda alla disperazione, all'angoscia di volere essere liberato, di volere iniziare la mia vita, oggi stessa, ora stesso.
Ho scelto, voglio vivere, voglio farlo ora.
"DOTTORE!!!!!!".
E alla fine me ne accorgo...io non ho più voce!