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One Week Story
Facciamo un esperimento: per una settimana, chi vorrà potrà aggiungere un pezzo alla storia, creando così un racconto multisfaccettato e originale (oppure un ignobile ammasso di merda...).
Se l'idea funziona possiamo provare a farla di 15 giorni, un mese e così via... portebbe venirne fuori qualcosa di interessante, chissà.
Modalità:
Un semplice paragrafetto, niente papiri kilometrici o frasettine. Una cosa simpatica e che abbia senso.
Consiglio:
Dato che potrebbe volerci un po' a scrivere fate dei salvataggi e prima di postare controllate che la lunantica di turno non vi abbia preceduto, facendovi così fare la figura del pirlotto.
Pronti?
Ci provo...
"Stavo camminando sulla via verso casa quando ad un certo punto mi sono fermato.
Qualcuno mistava seguendo. Si ne ero certo, potevo sentire la sua presenza, il suo sguardo...
Rapidamente ripresi a camminare accelerando il passo, provai a confondermi fra la gente, a nascondermi dietro alle auto... Niente. Era sempre dierto di me.
Ad un tratto però una voce..."
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...mi chiamò.
Ma era una voce strana, afona...chiamava il mio nome con un accento sconosciuto. Mi girai, sorpreso.
Non vidi nessuno. Continuai a camminare "mi sarò sbagliato", pensai.
Invece, poco dopo, eccola di nuovo, la stessa voce accompagnata stavolta da un rumore di zoccoli sul selciato.
Mi voltai, e quel che vidi...
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mi sorprese al punto che dalla mia bocca uscì un urlo in maniera automatica, istintiva. Non conoscevo quella persona ma ero certo che lei conosceva me. La sagoma mi fissa insistentemente e noto che portava uno strano ciondolo di oro bianco al collo. Mi fissò per un po' e mi disse..
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... "Speravo di trovarti questa sera", aveva un tono freddo e deciso. Io non riuscivo a capire, non sapevo chi fosse, un brivido mi percorse la schiena. Timidamente chiesi "Ci conosciamo?", lui accennò un ghigno e si fece avanti fino a che una luce cheta gli illuminò il volto. Ora non potevo più avere dubbi, lo vidi bene quel volto, era indimenticabile e mi portò alla mente un fiume di ricordi...
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"Ho la sciatica"
...
Sul momento rimasi spiazzato e non capii bene. Gli chiesi se gli serviva qualcosa e mi rispose:
"Ho la sciatica"
Ha la sciatica.
"Ho la sciatica"
Eppure non sembra. Era un uomo alto, abbastanza in forma, con una muscolatura ben delineata. Non aveva strane posture, nulla di quello che vedevo poteva far intendere che quest uomo avesse la sciatica.
Provai ad avvicinarmi, lo vidi ben in viso. Un viso sottile, pallido, con degli occhi azzurri. Sembrava uno di quegli attori da film per ragazzini, tanto perfetti da sembrare omosessuali.
Mi guardò e si mise le mani ai fianchi. Mi guardò dicendomi:
"Ho la sciatica"
Ha la sciatica.
Non diceva altro. Non faceva trasparire niente. Nessun dolore. Nessuna smorfia. Mi era impossibile capirlo, capire il momento, la situazione. Era chiaro solo che quest'uomo aveva la sciatica.
Lì lo conobbi per la prima volta. Era il 1930. Vent'anni dopo mi avrebbe rivelato il suo nome.
Ancora non sapevo che l'avrei incontrato altre 5 volte nei successivi 100 anni.
(eccheccazzo :lol:)
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(Che pasticcione u.u. Provo a unire elementi di entrambi i post)
Assomigliava a un uomo che avevo visto diverse volte nei miei incubi di bimbo. Solo che nei miei incubi era sempre rivestito d'oro, e mi porgeva sempre entrambi le mani aperte, palmo in su, sopra ognuna una sfera.
- scegli
mi diceva.
Il me bambino di fronte a quel tono perentorio e freddo, davanti a quella scelta, restava sempre zitto e tremante di paura.
Ed eccolo ora qui davanti a me, con quella frase assurda, grottesca in quel contesto.
Non feci in tempo a rispondere, svanì.
E come quel bimbo di tanti anni fa restai lì, in silenzio e solo con la mia paura.
Eccoci qui, vent'anni dopo. E' il 1950, oggi...
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Mi sveglio tutto sudato, nel letto, chiedendomi se ce l'ho barzotto per lo strano sogno fatto o per la vicina ottantenne che mi sta spiando dalla finestra.
Sospirando mi alzo, vado in cucina e mi faccio un caffè, ma c'è qualcosa di strano che ci galleggia dentro.
Disgustato mi avvicino e cerco di capire cosa sia...
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non ci credo. Cazzo, non ci credo.
Sono le sfere che sognavo da piccolo!
- Questa situazione è assurda
esclamo ad alta voce.
Sento aprirsi la porta finestra del balcone e rassegnato mi volto, preparandomi già mentalmente a quel che vedrò..
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Il mio gatto, Panfullo, entra miagolando e mi viene vicino.
Gli do da mangiare, dopodiché vado al bagno a espellere i miei bisogni e mi preparo per la giornata lavorativa.
Mentre mi vesto mi accorgo di aver fame, così infilo un toast enorme nel tostapane mentre finisco di prepararmi.
Ovviamente si brucia, ma io lo mangio lo stesso, mentre scendo le scale.
Arrivo davanti al mio posto auto e...la macchina è sparita! Al suo posto trovo una cosa stranissima...
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una carrozza, un'enorme carrozza.
Guardo stupito la gente attorno a me, ma nessuno sembra accorgersene.
- La puoi vedere solo tu
Riconobbi la voce dei miei ricordi tormentati, quella voce strana e afona mi chiamava dall'interno di quel trabiccolo scuro. Vidi i suoi occhi azzurri fissarsi nei miei.
- Dai, è tempo di scegliere. Vieni o resti?
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"No, resto. Non mi sembra molto sicura. E poi soffro il mal di carrozza, troppi sballottamenti. No. Non è cosa. Ho pure mangiato da poco. Inoltre è a norma? Li ha passati i controlli di sicurezza e qualità? Io non lo so, quelle ruote mi sembrano un po' troppo spigolose. E i cavalli? Sembrano così scheletrici. Perché sono così scheletrici? Mangiano? Mangiano bene? Le rispetti le norme sul mantenimento dei cavalli? Poi guarda, la strada non mi sembra molto illuminata e poi mi pare di intravedere il cocchiere.. è orbo! Ammetterai che non è proprio il massimo. In più mi aspetta Carlotta. No non la conosci. Te la presenterei pure però hai l'abitudine di farti vivo ogni morte di papa..."
Perso nel fiume delle mie parole non mi accorsi che la carrozza era già via da almeno una decina di minuti.
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Già, eravamo in viaggio e io non me ne rendevo conto. La carrozza sembrava ferma, ma scostando le tende dal piccolo finestrino, potevo chiaramente vedere che stavamo....stavamo.....stavamo volando!
Non potevo credere a miei occhi, vedevo nuvole simili a fumo correre veloci, a tratti formavano dei vortici oscuri e io sentivo di nuovo quelle voci, urla, risate buie e vedevo quelle sfere, si, quelle del mio sogno, quelle che avevo trovato nel caffè, le vedevo girare attorno alla mia testa, sentivo una strana forza e ..."Ahh, che succede? La testa, sento che si comprime, è un dolore atroce, aiu....!" e persi i sensi...
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...e mi svegliai di nuovo nel mio letto, il trillo insopportabile della sveglia che mi trapanava le meningi. Eppure mi era sembrato tutto reale, così reale da non pensare neanche di metterlo in discussione.
Come potevo aver creduto reale quel giro in carrozza tra le nuvole? I cavalli poi non avevano le ali, non erano mica Pegaso, ed erano così magri, come potevano far alzare in volo una carrozza così pesante? Era tutto assurdo, tutto irreale. Però ero certo fosse vero.
Finalmente mi decisi a spegnere la sveglia e ad alzarmi dal letto. Mi preparai la colazione, grattai il mio micione dietro le orecchie e poi mi affacciai alla finestra per guardare il cielo.
E la carrozza era ancora lì, al suo posto.
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Davanti ad essa, i cavalli scheletrici, ora nerissimi e con grandi ali. Inconfondibili Thestral. Belli e inquietanti allo stesso tempo, il loro respiro formava piccole nuvolette nell'aria. Mi resi conto solo in questo momento del freddo che c'era nella via. Con un brivido mi strinsi nelle braccia.
Che fare, tornare di nuovo giù, verso quella carrozza? Magari sarebbe sparita, come una visione, se mi fossi lavato il viso con acqua fredda. Davanti al lavandino mi osservai allo specchio e, incredulo, vidi che sul petto avevo un enorme paio di...
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... pin up tatuate. Tatuaggio fresco, un male bioia, e pure colorato! Non ho mai avuto un gran petto, non mi sarei mai coscientemente tatuato proprio li. E poi le pin up! Cominciano ora ad andare di moda ste figure qui, ne avrò viste pochissime nella mia vita. Certo è che io nella mia vita in fatto di donne non ho poi concluso granchè... A volte anzi se non ci fosse la mia mano, mi sembrerebbe di avere ancora 10anni.
... Un rumore
Ma che è??
Cavolo, l'acqua aperta del rubinetto ha fatto un casino assurdo in bagno, devo anche pulire! Ad un tratto un urlo, mi affaccio dalla finestra del bagno e non posso proprio credere a quello che vedo...
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di nuovo lui!
Con quelle mani aperte, e le due sfere.
- Scegliiiii
mi grida con quella sua voce assurda.
Ora scendo. Ora scendo e lo affronto.
Così faccio, mi precipito al piano di sotto, e...
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Già. Mi parve di morire. Sentii un freddo glaciale, mi entrava nel midollo. Mi faceva sentire solo, perso in un gelo scuro.
E, in mezzo a quel buio glaciale, spiccavano solo i suoi occhi. I suoi grandi occhi azzurri.
Con le labbra semicongelate gli chiesi
- Ma cosa, cosa devo scegliere? Perché mi perseguiti da anni?
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Mi fissò.
Mi fissò con il suo solito sguardo privo di espressione.
Immobile.
Etereo.
Imperturbabile.
E io ero lì, a fissarlo.
Aspettando una risposta.
Bramando quella risposta che aspetto da non so più quanti anni.
Mosse la mano per spostare una ciocca di capelli.
Un movimento così naturale e al tempo stesso regale che sembrava cose se non lo avesse fatto.
Impercettibile.
"Ho la sciatica."
Lo guardai.
Mi guardò.
Me ne andai.
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Non era ancora il momento.
A quanto pare per me non era ancora arrivato il momento di scegliere. Di scegliere che cosa non sapevo, sapevo solo che avrei dovuto farlo. E questa cosa incombeva su me come una spada di Damocle, caricandomi di angoscia.
"Perché?" ...ma a quella domanda restarono a rispondere solo le mie lacrime.
Passarono altri vent'anni. Ci reincontrammo nel 1970...
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Però in quel periodo ero troppo fatto per poter essere sicuro di quello che ho visto, sentito, provato.
Eravamo a Poggio Mirteto, provincia di Boston.
Era una festa in maschera sulla spiaggia, eravamo tutti quanti vestiti da bagnini.
Credo di averlo visto parlare con almeno un sacco di gente.
Rideva. Scherzava. Cantava.
Non poteva essere lui, ma ero sicuro che lo fosse.
Non so perché.
Mi avvicinai a lui, ma sparì.
Mi voltai e sulla spiaggia non c'era nessuno.
Solo un falò acceso e uno sciacallo.
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Che poi non era neanche uno sciacallo, era solo un tronco levigato dalle intemperie. Ero talmente fatto che in effetti neanche sapevo se quella festa c'era stata davvero ed io ero rimasto semplicemente lì più di tutti gli altri invitati, oppure se avevo camminato fino a lì così strafatto da essermi immaginato tutto.
Perchè poi un ballo in maschera? Chi fa un ballo in maschera sulla spiaggia. Trovata originale ma mica tanto adatta alla location.
Ero fatto, decisamente. Allucinazioni da "fumiamocituttoquellochevediamosenzaundomani".
Il fatto che fossero tutti in maschera rivela fin troppe cose, su di me.
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Le maschere infondo sono utili. Chi non le usa? Ogni mattina appena giù dal letto ne scegliamo una. Tutti.
... Certo è normale in questo stato fare sti discorsi. Me lo diceva mio nonno "Attento alla strada che scegli, cerca di avere una bella vita" e io? Non ho fatto che rovinarmela la vita. Eppure sono ormai circa 8/10 anni che non riesco a campare senza prendere roba.
Vabbè ho deciso, mi faccio un bagno, una volta che sono qui almeno mi rinfresco. Appena però entro in acqua mi sento strano... Sembra si stia alzando la marea, e sento un profumo particolare... Un odore che mi è davvero familiare...
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Le frittelle che mi faceva la nonna!
Erano così buone, e io le aspettavo ogni sabato come un assetato aspetta l'acqua nel deserto.
Me ne faceva tantissime, e non le importava se dopo facevo indigestione, era solo contenta che stessi con lei e che apprezzassi la sua cucina.
Era davvero un'ottima cuoca, non un'ottima persona ma un'ottima cuoca, e questo compensava.
Perchè sento odore di frittelle? Sono su una spiaggia deserta con una maschera in mano, l'effetto della droga è sparito eppure io sento odore di frittelle. Si possono avere allucinazioni olfattive? O sta per venirmi un accidenti?
La vorrei proprio una frittella, in questo momento, penso affondando i piedi nella sabbia. Che ha una consistenza strana, come...
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Apro i gli occhi e vedo tutto bianco.
Una luce accecante.
Tutto è decisamente sfocato, così sfocato che gli occhi mi lacrimano.
Li chiudo.
Faccio passare un po' di tempo e lentamente li riapro.
Bianco, provo a distogliere lo sguardo dalla luce. Provo a guardare un po' a destra mettendo a fuoco e scorgo una sedia, bianca.
Allora provo a spostare lo sguardo a destra e vedo un qualcosa di verde. Intuisco che si tratta di un comodino con una piccola pianta.
"...frittelle..."
"Come scusi?!"
Provo a sollevarmi per vedere chi mi ha risposto ma mi accorgo di essere completamente paralizzato dal dolore.
"Dove mi trovo?"
Un uomo in camice bianco si avvicina e si posiziona in modo che io possa vederlo.
"E' in ospedale"
"In ospedale. Come in ospedale? Perché?"
"Tumore al cervello.
"..."
Mi irrigidii.
"Però l'abbiamo già operata. E' tutto ok."
Ci guardiamo e mi rassicura con un sorriso che solo un santo riesce a fare. Di quei sorrisi che ti fanno sentire al sicuro e amato.
Poi d'un tratto si fa serio, e mi guarda meglio.
"Prima... Ha detto frittelle?"
"Sì, sento odore di frittelle, quelle che mi faceva la nonna."
"..."
L'uomo si allontana, ma riesco a sentire uno sbuffare preoccupato.
"E' normale?! E' tutto ok?!?"
"... No, non lo è"
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Ma và a capire perchè non lo è. L'effetto degli antidolorifici non è ancora passato del tutto e ripiombo nel sonno. Un sonno irregolare da cui sembra mi sia svegliato mille volte senza essermi mai svegliato. Dovrò farmi dire che medicine mi stanno somministrando, perchè mi fanno proprio un bell'effetto.
Che poi, tumore al cervello... non è che io abbia poi questo gran cervellone, vogliamo rovinarlo ancora di più?
E perchè proprio l'odore di frittelle, poi? Cioè dai, mi va a rovinare proprio uno dei ricordi più belli dell'infanzia. Non poteva avere, che so, l'odore del brodo di pollo? No, perchè il brodo di pollo proprio non mi piace, mi fa sentire subito malato anche se non lo sono.
Stavolta sono malato davvero, però. E dietro le palpebre chiuse vedo volare in circolo, vertiginosamente, le solite sfere, e sento la solita voce dirmi...
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"Devi scegliere, ma non ancora, voglio solo che sappia di dover scegliere..."
Ma che vuoi? Ma perché non mi lasciate in pace? Basta non li voglio più tutti sti fili, sti cavi, basta, stacco tutto e me ne vado tanto l'ho capito sto sognando, per forza sto sognando, destino se volevi farmi spaventare ci sei riuscito, ora come ora voglio solo tornare da Lei e dirle che mi dispiace...
... Tutto è successo circa 8 anni fa, più o meno quando ho cominciato a farmi, eppure sembra ieri... La prima volta che l'ho vista come dire, era...
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Così bianca, così pura...
Mi piaceva tirarla su col naso, anche se spesso rimaneva attaccata alle pareti nasali. Non poche volte infatti sono finito in pronto soccorso.
Ma che potevo farci, a me la colla vinilica piaceva davvero tanto, perché privarmene?
E tutti che mi dicevano di smettere.
"Basta Eduolvaldo, smettila, sai che Adalberto, tuo padre, sarebbe molto deluso da tutto ciò. Lo sai?"
E io sorridevo, ignorando i consigli.
Ah, bei tempi...
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Chissà poi perché mia madre si divertiva a darci quei nomignoli desueti... grazie al cielo non mi chiamavo davvero così
- Matteo è meglio come nome...almeno un po', no?
sorrido tra me e me.
Riapro gli occhi, in realtà c'è poco da sorridere. In quella stretta stanza d'ospedale, in mezzo a tutte quelle flebo, io non so più chi sono. In quell'ambiente spersonalizzante nemmeno io mi sento più persona.
"Ok" penso "è ora di reagire. Tu, chiunque sia - demone, incubo, delirio - mi dici di scegliere? Ok, sceglierò. E fottiti"
dopo questa decisione acquisto una fermezza nuova, mai avuta in tutta la mia vita passata da spettatore, o da giocatore in panchina. Era ora Matteo...era ora.
Quindi respiro a fondo e chiamo a gran voce:
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"Dottore! DOTTORE!".
Nessuna risposta.
La mia voce risuona nei bui corridoi dalle pareti verdastre di quell'ospedale. Ma nessuno risponde, nessuno la sente.
Probabilmente è notte, ma io non posso rendermene conto. Mi sento in gabbia.
"DOTTORE!".
Cerco di urlare con tutta la voce che ho. Continuo per ore (o giorni, chi ricorda?).
In preda alla disperazione, all'angoscia di volere essere liberato, di volere iniziare la mia vita, oggi stessa, ora stesso.
Ho scelto, voglio vivere, voglio farlo ora.
"DOTTORE!!!!!!".
E alla fine me ne accorgo...io non ho più voce!