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Visualizzazione risultati da 41 a 50 su 59

Linguistica sincronica e linguistica diacronica? Quale preferite o per voi è migliore

  1. #41
    Wowbagger Jo Constantine
    Uomo 35 anni da Roma
    Iscrizione: 29/1/2009
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    In certi casi, quando proprio sono molto arrabbiato o quando mi faccio male, parecchio male, tipo al mignolo del piede, preferisco usare una linguistica diocronica u.u

  2. #42
    Can che dorme Wolverine
    Uomo 39 anni
    Iscrizione: 3/4/2006
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    Perchè i libri di grammatica non servirebbero? E le basi come le impari?

  3. #43
    ph2
    Utente bannato

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    Quote Originariamente inviata da anjaswe Visualizza il messaggio
    ph2 e pensare che insegni queste cose
    non infamarmi anjanka!!!!

  4. #44
    pls Paperoga
    36 anni
    Iscrizione: 27/3/2007
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    Non ho letto tutto quindi non so se è già stato scritto

    Io preferisco il linguaggio dei seni...

  5. #45
    Moderatrice Holly
    Donna 35 anni
    Iscrizione: 1/4/2006
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    Quote Originariamente inviata da Wolverine Visualizza il messaggio
    Perchè i libri di grammatica non servirebbero? E le basi come le impari?
    no va be', ovviamente serve a livelli base... ma la grammatica in sé, l'imporre leggi invariabili a una cosa assolutamente variabile, è pretenziosa.

    oltre al fatto che molto spesso le regole fisse della grammatica sono inutili e che molto spesso non c'è un perché logico ma è consentito perché abbiamo attestazioni in questo o in quell'autore.

    l'esempio più allucinante è il divieto grammaticale del "lui" soggetto perché lui<(IL)LUI, che è un dativo, quindi non può essere usato come soggetto. chi è che direbbe mai "egli è andato lì"? si dice, normalmente "lui è andato lì".
    un'altra assurdità sarebbe quella di non poter scrivere "a cui" perché "cui" viene direttamente dal dativo di is,ea,id e "a cui" è il complemento di termine di un complemento di termine.
    insomma, la rigidità della grammatica sfiora la stupidità, talvolta, non tendendo conto delle variazioni della lingua parlata.
    Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.

  6. #46
    Can che dorme Wolverine
    Uomo 39 anni
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    "A cui" lo uso spesso Giuro che non ricordavo proprio che teoricamente non fosse consentito

    Se intendi in questo senso allora capisco meglio il tuo discorso, sì....però dai, arrivare da questo a dire che i libri di grammatica non servono a niente passa MOLTA ma MOLTA strada....premetto che non sono un letterato-linguista-filologo o altro e che quindi la mia è una parziale invasione di campo magari però se ci si limita alle regole fondamentali tipo coniugazione dei verbi, analisi logica e del periodo, sviluppo del lessico e cose del genere....bè, lì direi che i libri servono eccome. Sono il primo a dire che la lingua è in evoluzione (la penso davvero così....in questo a volte discuto con mia madre che invece in questo settore tende ad una rigidità leggermente maggiore), però deve comunque partire da alcune basi che devono rimanere non dico immutate, questo no, ma per lo meno avere una rigidità maggiore rispetto ad altre, come appunto quelle che ho elencato prima.

  7. #47
    Moderatrice Holly
    Donna 35 anni
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    Quote Originariamente inviata da Wolverine Visualizza il messaggio
    "A cui" lo uso spesso Giuro che non ricordavo proprio che teoricamente non fosse consentito

    Se intendi in questo senso allora capisco meglio il tuo discorso, sì....però dai, arrivare da questo a dire che i libri di grammatica non servono a niente passa MOLTA ma MOLTA strada....premetto che non sono un letterato-linguista-filologo o altro e che quindi la mia è una parziale invasione di campo magari però se ci si limita alle regole fondamentali tipo coniugazione dei verbi, analisi logica e del periodo, sviluppo del lessico e cose del genere....bè, lì direi che i libri servono eccome. Sono il primo a dire che la lingua è in evoluzione (la penso davvero così....in questo a volte discuto con mia madre che invece in questo settore tende ad una rigidità leggermente maggiore), però deve comunque partire da alcune basi che devono rimanere non dico immutate, questo no, ma per lo meno avere una rigidità maggiore rispetto ad altre, come appunto quelle che ho elencato prima.
    è una minuzia da puristi, anche molto stupida. oltre al fatto che "cui" da solo, molto spesso, a me non piace.
    pensa che si dovrebbe scrivere "dài" e "dànno", ma quando provo su word me li dà come errori...

    a un livello alto, come quello universitario, no, non servono quasi a nulla
    io sono per una flessibilità e un uso consapevole della lingua. io spesso commetto errori, ma tendo a segnalarli graficamente, o comunque so dove sbaglio, ma perché forme dell'italiano standard molto spesso sono antiche (e brutte).
    il problema di una grammatica troppo rigida è anche la creazione di un divario troppo ampio fra la lingua parlata e la lingua scritta, che, secondo me, è alla base del fatto che "gli italiani non sanno l'italiano"
    Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.

  8. #48
    Can che dorme Wolverine
    Uomo 39 anni
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    Piaciuto: 2786 volte

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    Sul "cui" da solo non sono d'accordo neanche io....l'ho visto usare, una volta ogni mille è capitato anche a me di usarlo ma fondamentalmente non mi piace, come ad esempio non mi piace una forma che ha preso molto piede, "IL pneumatico"....è scorretto e suona pure male Ma comunque.....U_U


    A livello universitario magari no, infatti, su questo posso concordare....però occorreva appunto specificarlo Se dite semplicemente "I libri di grammatica non servono a un *****" è chiaro che ognuno può interpretarlo in diverse maniere
    E' comunque da lì che si apprendono le regole della lingua....regole e modi che poi si affinano con l'esperienza ed imparando "per strada" (le virgolette non sono casuali).

    Poi bisogna fare una distinzione che per me è MOLTO importante anche se non so se giusta dal punto di vista "formale":.....distinguere fra parlare un italiano buono e corretto ed invece parlare un italiano eccessivamente aulico e ricco di semplici ed inutili formalismi tanto per dire "Io sono colto e tu non sai un *****".

    Ritengo (la mia non è una vanteria, conto che sappiate distinguere le due cose ) di saper parlare l'italiano piuttosto bene, ma personalmente aborro chi fa della semplice ricerca della forma il suo fine. Infatti porto sui coglioni D'annunzio, ad esempio, da quel punto di vista Apprezzo invece molto per esempio, pur non avendo una vasta cultura su di loro, il Manzoni de "I promessi sposi" (sarà assurdo, ma a me quel romanzo non dispiace affatto) e Pirandello. Ma può essere anche una deformazione caratteriale, per così dire.....odio gli eccessivi formalismi, in qualunque campo, e la letteratura in questo non fa eccezione per me.

  9. #49
    Moderatrice Holly
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    Quote Originariamente inviata da Wolverine Visualizza il messaggio
    Sul "cui" da solo non sono d'accordo neanche io....l'ho visto usare, una volta ogni mille è capitato anche a me di usarlo ma fondamentalmente non mi piace, come ad esempio non mi piace una forma che ha preso molto piede, "IL pneumatico"....è scorretto e suona pure male Ma comunque.....U_U


    A livello universitario magari no, infatti, su questo posso concordare....però occorreva appunto specificarlo Se dite semplicemente "I libri di grammatica non servono a un *****" è chiaro che ognuno può interpretarlo in diverse maniere
    E' comunque da lì che si apprendono le regole della lingua....regole e modi che poi si affinano con l'esperienza ed imparando "per strada" (le virgolette non sono casuali).

    Poi bisogna fare una distinzione che per me è MOLTO importante anche se non so se giusta dal punto di vista "formale":.....distinguere fra parlare un italiano buono e corretto ed invece parlare un italiano eccessivamente aulico e ricco di semplici ed inutili formalismi tanto per dire "Io sono colto e tu non sai un *****".

    Ritengo (la mia non è una vanteria, conto che sappiate distinguere le due cose ) di saper parlare l'italiano piuttosto bene, ma personalmente aborro chi fa della semplice ricerca della forma il suo fine. Infatti porto sui coglioni D'annunzio, ad esempio, da quel punto di vista Apprezzo invece molto per esempio, pur non avendo una vasta cultura su di loro, il Manzoni de "I promessi sposi" (sarà assurdo, ma a me quel romanzo non dispiace affatto) e Pirandello. Ma può essere anche una deformazione caratteriale, per così dire.....odio gli eccessivi formalismi, in qualunque campo, e la letteratura in questo non fa eccezione per me.
    uno dei difetti dei parlanti italiani è proprio quello di essere convinti che piazzare qui e lì qualche termine "aulico" renda la forma più bella.

    tu parli con me XD a me piace la forma di ammaniti, che ha una linearità e una semplicità ammirevoli. l'ho sentito disprezzare per questo...

    manzoni, beh, è il (vice)padre della nostra lingua, dopo le tre corone. autore terribilmente noioso, ma straordinario dal punto di vista linguistico...

    (oddio, c'è da frenarmi XD a me l'argomento piace un sacco )
    Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.

  10. #50
    Can che dorme Wolverine
    Uomo 39 anni
    Iscrizione: 3/4/2006
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    Piaciuto: 2786 volte

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    Per quello che ricordo mi pare che Manzoni abbia "alternato" svariate forme, più aulico in alcune opere (come i cori dell'Adelchi, ma premetto che vado a ricordi e non ho mai approfondito), più semplice in altre come lo stesso "I Promessi Sposi", per lo meno linguisticamente più semplice rispetto ad altre sue opere. Ammanniti non l'ho letto ma ad esempio ho invece letto con molto piacere i due principali libri di Sciascia e "Il Gattopardo" (sono uno dei pochi a cui è piaciuto, mi sa ) proprio perchè riuscivano a colpire senza usare forme assurde.

    Però è strano, ricordavo che a te D'Annunzio piacesse molto giuro


    (Sì, so che Manzoni ha dato un contributo determinante alla formazione della lingua italiana, e a lui ci ho sempre aggiunto il precedente Leon Battista Alberti, oltre alle prime fondamenta gettate da Dante)....ma stiamo deviando troppo, non voglio approfittare dello sciopero

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