E' polemica su Facebook per i gruppi pro-Berlusconi. Sono centinaia di migliaia gli utenti che nelle ultime ore si sono trovati, a loro insaputa, iscritti a pagine che manifestano solidarietà e vicinanza al premier. Gruppi che fino a oggi avevano nomi e finalità diverse.
E' il caso di "Solidarietà a Silvio Berlusconi": due milioni di persone che sul social network avevano aderito ad una campagna per il terremoto in Abruzzo e che, da un momento all'altro si sono trovati "iscritti" a una pagina completamente diversa. O quello di "Sosteniamo Silvio Berlusconi contro i fan di Massimo Tartaglia", 400mila fan del Made in Italy, ora inconsapevoli sostenitori del presidente del Consiglio. Altro esempio: il gruppo "No a Facebook a pagamento", trasformato in un gruppo di solidarietà al premier.
E il popolo di Facebook grida al complotto e minaccia denunce: "Sono stato truffato, mi rivolgerò alla polizia postale", "gli amministratori di questo gruppo devono vergognarsi". Per poi dar vita alla più digitale delle vendette: lasciare il gruppo in massa al ritmo di diverse migliaia all'ora.
Tutto è iniziato nelle prime ore del mattino. Fino alla mezzanotte di ieri, infatti, digitando la parola 'Berlusconi' nel motore di ricerca di Facebook, il gruppo più numeroso risultava quello del "No B Day", con 376mila iscritti. Questa mattina alle otto ecco spuntare "Sosteniamo Silvio Berlusconi contro i fan di Massimo Tartaglia", 380mila adesioni. Troppe in una sola notte, anche per la più efficiente macchina organizzativa. E l'arcano viene subito svelato dagli utenti: "Non mi sono mai iscritto a questo gruppo, qualcuno ne ha cambiato il nome". E ancora: "Vi denuncio, non è questo il modo di mostrare la solidarietà che Berlusconi raccoglie in questo momento".
Un semplice cambio di nome. Tecnicamente si tratta di un'operazione che da alcuni mesi è diventata su Facebook abbastanza semplice. Per gli amministratori, basta semplicemente digitare il nuovo nome e il gioco è fatto. E andando a sbirciare tra le informazioni condivise dall'amministratore di "Sosteniamo Silvio Berlusconi contro i fan di Massimo Tartaglia" si scopre che l'account con cui è stato registrato il gruppo - kingbid. it - appartiene ad un sito di aste online. Che con ogni probabilità attira possibili utenti attraverso temi sensibili all'opinione pubblica. Prima il Made in Italy e ora l'aggressione al premier. E desta molte domande tra gli utenti la foto scelta come immagine personale del gruppo: un poster di Azione Giovani contro Walter Veltroni.
Macroscopico il caso del gruppo "Solidarietà a Silvio Berlusconi". Due milioni di utenti che fino a ieri pomeriggio credevano di essere iscritti ad un gruppo dedicato alle vittime del terremoto in Abruzzo. Verso le 14 di oggi pomeriggio via al cambio di nome. E scattano polemiche e sospetti: " Siete dei truffatori, cancellatemi immediatamente da questo gruppo!!!". E i sospetti cadono sul partito di Berlusconi: "C'è qualcuno che è stato pagato dal Pdl per fare questi giochetti all'insaputa delle persone". Un utente, Luca Adami, è attonito: "Torno da lavoro e un'amica dice che mi hanno messo dentro un gruppo pro-Berlusconi. Le rispondo che è impossibile, poi controllo. Ma chi può essere talmente malato da creare un gruppo con questa finalità?".
Ma gli utenti di Facebook non ci stanno. In molti dopo aver lanciato l'ultimo, arrabbiato post, lasciano il gruppo e invitano gli altri a fare altrettanto: da quasi due milioni si arriva in pochi minuti a un milione e ottocento novantamila iscritti. E c'è chi vuole capire: "Chi c'è dietro lo scandaloso cambio di nome dei gruppi più numerosi in favore del Presidente del Consiglio? E' un atto illegale e mistificante, che non deve ripetersi".
Facebook, il giallo dei gruppi pro Berlusconi Nati in una notte trasformando altre pagine - Politica - Repubblica.it