Nemmeno io :lol:
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Grazie lo stesso!
L'esempio grossol'ano era anche per sdrammatizzare un po'... :lol:
Ma perchè queste so' riconoscibili?
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Allora manifestiamo pure contro di loro perchè vanno in giro mascherate...
lei è semplicemente stata idiota x' è andata a parlare di certe cose quando c'erano sti qua proprio davanti... voglio dire... vai a parlare contro i mussulmani davanti ad una folla di questi? sei un pò idiota!
Per il burqa è una cosa che è della loro cultura... le cose su cui c'è da andare contro è tutto il resto!!! Io odio il pensiero mussulmano, è retrogrado, maschilista; inoltre se loro vogliono stare in italia cominciano a comportarsi da italiani, altrimenti la porta per tornare a casa è sempre ben accetta... anzi, mi fanno solo un favore!
La donna nell'Islam
"Se il marito guarda con amore la moglie
e la moglie guarda con amore il marito,
Dio guarda con amore entrambi"
Il Profeta Maometto
L'imperatore turco Ulugh Bey (o Ulugh Beg, 1393-1449), eminente scienziato, aveva fatto scolpire sulla facciata delle università da lui fondate a Bukhara e a Samarkanda il detto del Profeta Maometto: "Uomo o donna, ogni musulmano deve studiare le scienze". Inutile dire che le sue università erano frequentate da uomini e da donne, e queste si distinsero al punto da diventare giudici e docenti. Il fatto fu tutt'altro che raro nel mondo islamico dei periodi d'oro.
Questi, per tutto il mondo, non sembrano essere più periodi d'oro; e l'attuale realtà dell'Islam è complessa e differenziata al massimo, poiche' si esprime in paesi, ambienti, etnie e culture altamente differenziate. Si va dalla Repubblica turca (nazione a livello europeo) al regno dell'Arabia Saudita o dello Yemen, ancorati a tribalismi medioevali. La sopravvivenza di costumi locali preislamici - costumi anche aberranti contro i quali ci si puo' accanire a giusta ragione, ma che nulla hanno a che vedere con l'Islam - va da quelli dell'Africa nera a quelli dell'Indocina. Non si puo' fare d'ogni erba un fascio, occorre saper procedere alle necessarie distinzioni.
In effetti, il Corano ha liberato la donna dal degrado preislamico, conferendole gli stessi diritti degli uomini, tutelandone le proprieta' e il diritto all'eredita', affidando a lei i figli in caso di divorzio - divorzio che in ogni caso, sia l'uomo a chiederlo, sia la donna a chiederlo, tutela la donna, poiche' a lei da' per legge coranica tutte le sue proprieta', tutti i doni che ha ricevuto, e un quarto delle proprieta' del marito. Per l'Islam la donna ha il diritto di scegliere l'aborto, se lo vuole; ed e' solo la donna che ne puo' decidere, non l'uomo. A giusta ragione il piu' eminente teologo del nostro secolo, Si Hamza Boubakeur (rettore della Moschea di Parigi, rettore dell'Istituto universitario Islamico di Francia, membro del Parlamento francese, discendente diretto di Abu Bakr) ha scritto: "Le genti male informate e i detrattori dell'Islam che generalmente non retrocedono davanti a nessuna menzogna, lo accusano d'aver distrutto la condizione femminile: Tuttavia nessuna religione conosciuta, sia pagana sia rivelata, monoteista o politeista, e' tanto favorevole al bambino e alla donna quanto l'Islam".
Si dice in Occidente che il Corano discrimina la donna a favore dell'uomo togliendole la parita' dei diritti anche nell'ambito religioso. Dice il Corano: "I Musulmani e le musulmane, i credenti e le credenti, gli oranti e le oranti, gli uomini veritieri e le donne veritiere, i perseveranti e le perseveranti, quelli e quelle che temono Dio, quelli e quelle che sono caritatevoli, quelli e quelle che digiunano, quelli e quelle che sono temperanti, quelli e quelle che invocano sovente Dio, Dio ha riservato loro perdono e una ricompensa magnifica" (33a-35).
Per l'Islam, il matrimonio è un contratto sociale, non un sacramento. Nel Corano le regole matrimoniali - e del pari i diritti ereditari delle donne - sono ben chiari, espressi nella seconda Sura, dal versetto 221 al versetto 242.
In altri passi dice il Corano: "Credenti. Non vi e' lecito diventare eredi delle vostre mogli contro la loro volonta'. E nemmeno costringerle, per togliere loro una parte di cio' che avete donato loro, a meno che esse non abbiano commesso una turpitudine manifesta. Comportatevi onestamente nei loro confronti. Se avete avversione per loro, è possibile che abbiate avversione per una cosa nella quale Dio ha messo un gran bene" (4a-19). Il Corano continua cosi', in questa Sura, sino al versetto 28, con altre proibizioni che pongono le donne al riparo delle disonesta' degli uomini.
Cio' per quanto riguarda la religione. Certo e' pur vero che in paesi islamici arretrati, in luoghi in cui sopravvivono ancora oggi costumi e consuetudini preislamici, gli inviti del Corano non sono del tutto seguiti, e questo a carattere generale. E' indubbio che la Francia e l'Albania sono paesi d'Europa; e' indubbio che tanto a Milano quanto a Corleone siamo in Italia, ma le differenze socio-economiche-politiche non possono essere negate. Non si puo' generalizzare, non si puo' fare d'ogni erba un fascio.
Se non ci fosse stata Khadija? Diede al Profeta una sicurezza, lo conforto' quando ricevette la prima Rivelazione e nei momenti di sconforto e di pericolo dei primi tempi. Con la sua morte, i Quraishiti si sentirono liberi di organizzare l'assassinio del Profeta, che per questo dovette fuggire a Yatrib. Quando, nel corso della battaglia di Uhud, il Profeta cadde ferito, dall'assalto dei nemici lo salvo' una donna coraggiosa e pugnace: Nusayba bint Ha'b.
Come detto sopra, la sola donna ha il diritto di scegliere l'aborto, se lo desidera, secondo le quattro disposizioni della Legge religiosa, espresse in particolare da Abû Hâmid âlGhazâlî, l'eminente teologo turco (1058-1111): 1) una nascita che potrebbe portare pregiudizio alla salute della madre (Corano, 4a-3); 2) una nascita che portasse nocumento al tono economico familiare; 3) una nascita il cui concepimento e' stato imposto con la forza; 4) una nascita che potrebbe compromettere la bellezza della madre.
In ogni caso i medici dell'Islam misero a punto sin da mille anni or sono tutta una serie di validi contraccettivi e alcuni contraccettivi contemporanei (Supposte Maltus, Coni Randell) si sono basati sui principi attivi dei contraccettivi comuni nel mondo islamico.
Il velo non e' una specifica imposizione coranica (il Corano indica la pudicizia e l'abbigliamento conveniente). E' piuttosto un costume preislamico ed e' ancora oggi condiviso a volte con comunita' non musulmane. Pertanto in alcuni paesi esso e' in uso, in altri non e' neanche accettato. In uno stesso paese vi sono zone in cui si porta il velo, o il foulard, e zone in cui non lo si porta. E' piuttosto una sorta di divisa in ambienti in cui si vuol far notare la propria appartenenza a una corrente fondamentalista.
Anche San Paolo impose il velo alle cristiane (11,6) e le escluse dalla ritualistica. Roger Garaudi disse del velo: "Criminale imporlo, criminale vietarlo", in un'intervista organizzata dal Centro Islamico di Parigi alla televisione Antenne 2 (18 ottobre 1992).
Donne sufi (i sufi sono i mistici dell'Islam da secoli organizzati in Confraternite regolari): da un volume de shaykh Javad Nurbakhsh, intitolato appunto Donne Sufi, se ne rilevano 124. Importante fu la Maestra spirituale di Dhû âlNûn âlMisri, la turca Fâtima âlNîsâbûriyya. La piu' nota di tutte e' probabilmente l'irakena Rabi'a âl'Adawiyya.
Numerose sono state le donne musulmane regine, capi di stato, condottiere, nei secoli passati. La piu' importante fu forse la Raziye Khatûn, sultana di Delhi, in India, nel XIII secolo. Nel 1232 essa conquistava lo stato di Gwalior. La scrittrice Bahriye Üçok, deputata la governo turco, ha elencato in un suo libro (Donne turche sovrane e reggenti negli stati islamici), sedici regine non turche e ventotto tra regine, imperatrici e reggenti negli stati turchi.
Sono da rammentare fra queste Shajar âlDurr, regina mamelucca d'Egitto dal 1249 al 1250; e la dinastia di begum che regnarono sullo stato indiano di Bhopal dal 1844 al 1926. Ultima fu la begum Sultan Jahan, che regno' dal 1901 al 1926. Alcune Validé Sultan della Corte ottomana turca furono reggenti del trono imperiale durante la minore eta' del loro figlio successore al trono (ad esempio Kösem Mahpeyker, 1589-1651, che regno' dal 1623 al 1632; Hadice Tarhàn, 1627 c.-1683).
Scrittrici e giornaliste musulmane contemporanee che si battono per eliminare le interpretazioni maschiliste del Corano, affinche' l'uguaglianza propugnata dal Corano diventi un'eguaglianza anche nella pratica:
Azizah âlHibriAmina Wadud-MuhsinFatima MernissiRiffat HassanLaila AhmadAisha AbdulRahmanMerryl Wyn DaviesHuda ValenteSono da ultimo importanti anche le testimonianze di donne europee, sulla liberta' delle donne turche nei secoli scorsi: in particolare Lady Mary Wortley-Montagu, che nel Settecento fu la moglie dell'ambasciatore inglese a Istànbul; e Cristina Belgioioso-Trivulzio, che nell'Ottocento fu un'irredentista italiana tra le più importanti.
Lady Mary Wortley-Montagu, nelle sue Lettres pubblicate piu' volte in Europa a partire dall'edizione Claland di Londra del 1763, scrive: "Le donne ... sono padrone del proprio denaro, che prendono con loro al momento di un eventuale divorzio, oltre alla somma che il marito e' obbligato a versar loro. A conti fatti penso che le donne turche sono gli esseri piu' liberi dell'impero. Perfino il Parlamento le rispetta, il Gran Signore, quando un pascia' e' condannato a morte, non infrange mai il privilegio degli appartamenti, che passano inviolati direttamente alla vedova. Regnano come regine sulle loro schiave che i mariti non hanno mai il permesso di guardare... Le donne turche sono libere da ogni preoccupazione, passano il loro tempo in visite, in bagni, e nella occupazione gradevole di spender denaro e di inventare nuove mode."
Cristina Belgioioso-Trivulzio, nel suo Scènes de la vie turque stampata a Parigi da Michel Lèvy nel 1858, scrisse: "Non v'e' un solo turco che si permetta di maltrattare una donna, e io conosco donne d'ogni classe della societa' musulmana che tirano la barba ai loro mariti senza che questi usino delle rappresaglie sui loro capelli. Si potrebbe scrivere un intero libro di aneddoti curiosi che testimoniano il rispetto e la condiscendenza del sesso forte nei riguardi del sesso debole." E nel suo Diario: "La famiglia del contadino turco e' simile a quella del contadino cristiano e, lo dico con rammarico, il primo potrebbe servire da esempio al secondo. Per cio' che riguarda la fedelta', il vantaggio sarebbe del turco, perche' tale virtu' non gli e' imposta ne' dalla fede religiosa ne' da quella civile, ne' dagli usi, ne' dai costumi ne' dall'opinione pubblica, ma dalla bonta' della sua natura, alla quale ripugna il pensiero di affliggere la propria compagna. E non le fa mai pagare il privilegio, di cui non osa privarla, di essere la sola padrona di casa... Le grandi dame di Istànbul non si tengono paghe di vedere il mondo attraverso le griglie delle loro finestre; vanno a passeggio nella citta', nel bazar, ovunque loro garba e senza essere sottomesse ad alcuna sorveglianza incomoda."
Naturalmente, ho detto all'inizio, tenendo conto che l'attuale realta' dell'Islam e' complessa e differenziata ala massimo, poiche' si esprime in paesi, ambienti, etnie e culture altamente differenziate. Si va dalla Repubblica Turca (nazione a livello europeo) al regno dell'Arabia Saudita o dello Yemen, ancorati a tribalismi medioevali. La sopravvivenza di costumi locali preislamici - costumi anche aberranti contro i quali ci si puo' accanire a giusta ragione, ma che nulla hanno a che vedere con l'Islam - va da quelli dell'Africa nera a quelli dell'Indocina. Non si puo' fare di ogni erba un fascio, occorre saper procedere alle necessarie distinzioni.
Intervento del Prof. Gabriele Mandel nell'ambito della Lezione "Il ruolo delle donne nell'Islam tra insegnamenti e tabu' sociali", tenutasi il 12 marzo 1996 presso l'Universita' Statale di Milano.
Come ogni pensiero esiste la versione ortodossa e la versione progressista, e casualmente anche quest'ultima abbraccia la libertà di poter indossare un indumento dall'altissimo valore simbolico. La Signora Santanchè è stata semplicemente una sciocca ignorante per una molteplicità di motivi fondamentalmente legati alla presunzione che soltanto il mostrarsi scosciata implica libertà e tutto il resto è frutto di soggiogamento o falsa coscienza di donne dalla cultura retrogada e opprimente. Consiglierei alla Signora di esplorare maggiormente l'ambito privato di culture che allo stesso modo infangano l'identità e la dignità delle persone a viso scoperto, certe battaglie meritano di essere condotte a 360gradi e non soltanto per estremizzare un punto di vista che vada a proprio (s)vantaggio.
Ti cito Abel, che è stato tanto chiaro...
E' più chiaro?
Quella è una pazza.E voi le date pure ragione.
Rincorre i suoi fini facendovi pappare scuse del *****.
Bha.
Quali valori non rispetterebbero?
Questi c'hanno più valori di te.
'Che noi ci scandalizziamo quando una 17enne rimane incinta e la facciamo sposare al 51° giorno di gravidanza, così non si vede la pancia e nessuno sospetta niente. Il bambino, poi, nasce al 7° mese.
LORO le figlie le fanno uscire solo ccon dei se e con dei ma.
Chi è piu coglione? Io o tu?
Io non nego che ci siano donne che la accettino, ma non credo che sia la maggioranza... Però se tu che hai più esperienza di me mi dici che la maggior parte di loro non si sente sottomessa da ciò potrei anche riprendere in considerazione parte del mio pensiero, pur non condividendo in ogni caso l'uso del burqa
Per l'ultima volta, l'infibulazione è una pratica propria del MEDIO ORIENTE, ed è precedente all'islam.
Considerando i tuoi pensieri in certi campi, mi stupisco come tu possa apprezzare più loro di noi :roll:
Non penso potresti esplicare i tuoi concetti di relazione aperta, per esempio, se vivessi in quel tipo di cultura.
E bisogna anche stabilire la natura dei "se" e dei "ma" in questione.....
E' più facile che le donne musulmane presenti nel nostro territorio scelgano di indossare volontariamente il velo, perchè si tratta di migrazioni generalmente selettive e portate avanti da donne a cui non viene negata l'emancipazione nelle società di arrivo.
Ah ok, scusami ma ieri sera non avevo capito cosa intendessi ;) In effetti in linea di massima hai ragione, ma io infatti non metto in dubbio ciò, nel senso che in linea generale per me non ci sarebbero problemi neanche se mantenessero i loro usi e costumi anche dopo generazioni (anzi, non devono perdere la loro identità) però non tollero gli estremismi, in nessun campo.
Non ha mai pensato nessuno che possono essere semplicemente tutte brutte fighe?
In questo caso i padri lo fanno per noi
Quindi solo perchè i miei pensieri sono diversi dai loro , e pure dai tuoi, non posso permettermi di difendere e condvidere le convinzioni / tradizioni / religioni altrui?
Il mio concetto di relazione aperta è un concetto, appunto. E t'assicuro che nel comportamento sono molto meno aperta di te.
Uno dei 'ma' è, per esempio, rientrare entro una certa ora.
L'altra sera ho seguito una parte di Porta a Porta.
Una ragazza 18enne ha portatao la sua testimonianza.
Sì, era circondata da padre, madre e zii. Ma mi è sembrata oltremodo tranquilla e convinta di quello che diceva:
lei condivide i pensieri e le tradizioni che le sono stati insegnati dai genitori.
Il fatto che la abbiano educata diversamente da te e me non significa necessariamente che debba sentirsi sottomessa.
E perchè per loro non può valere il discorso del plagio che fate ad esempio quando si parla di votare Berlusconi?....Lui date per assodato che abbia "plagiato" chi lo vota.....non può essere lo stesso per queste donne?
Chiunque, per istinto, sceglierebbe condizioni di maggior libertà (parlo di libertà nel senso "alto" del termine, non di robette spicciole) piuttosto che condizioni di maggior sottomissione.....a meno che non ci sia plagio.
io ripeto, togliere il velo è come togliere le mutandine alle nostre donne-fidanzate/mogli occidentali. voi non vi incazzereste?
Il cattolicesimo nella sua forma arcaica aveva ben poco da far stare allegri, questo è fuori di dubbio....non per niente il Corano si ispira molto, se non proprio uguale, a parte del Vecchio Testamento.
Ma la Bibbia non è solo Vecchio Testamento....c'è molto di più, e quel di più lo rende indubbiamente più "morbido"