Recentemente lo si è visto con l’elmetto da pompiere tra gli sfollati dell’Abruzzo o con il berretto da capotreno all’inaugurazione dell’Alta Velocità Milano Roma. E prima ancora, Silvio Berlusconi era apparso con la bandana, il cappello da cowboy, il colbacco russo. E in futuro? Essendo tipo da grandi sorprese, bisogna solo stare ad aspettare.
Eppure c’è qualcuno che, per il 2010, la sorpresa vorrebbe farla a lui. Immaginandolo, metaforicamente, con in testa l’alloro del Nobel. Per la Pace.
Sul web è infatti nato un gruppo che candida il Cav. al prestigioso riconoscimento “per il suo impegno umanitario in campo nazionale ed internazionale”, si legge nel sito del comitato, costituito il 30 aprile scorso e guidato dall’avvocato Emanuele Verghini, da Giammario Battaglia, che del Comitato è il portavoce, e da Valerio Cianciulli, tutti e tre provenienti dal Movimento dei Popolari-liberali di Carlo Giovanardi.
Il comitato, il prossimo 1 febbraio 2010 sarà inviata al comitato Nobel norvegese la proposta di candidare il premier all’ambito riconoscimento internazionale. Mentre il 26 maggio prossimo, davanti a palazzo Chigi o in Piazza del Popolo (la “location” è ancora da stabilire), partirà la campagna di adesione all’iniziativa. Intanto però, entro la fine di questa settimana “sarà spedita una lettera a tutti i parlamentari di maggioranza e opposizione, a tutti i candidati alle prossime europee ed ai consiglieri regionali e provinciali del Lazio e ai consiglieri capitolini”.
Che le polemiche degli ultimi giorni, per l’annunciato divorzio tra Silvio Berlusconi e Veronica Lario, non avessero intaccato la popolarità del premier si sapeva. In un sondaggio di Panorama, della scorsa settimana (propio a ridosso della vicenda), due terzi (67 per cento) degli italiani dichiaravano di essere rimasti indifferenti alla questione (giudicata di carattere personale), mentre l’84% degli intervistati giuravano che l’affaire non ha cambiato la loro opinione rigurado al presidente del Consiglio.
Che, soprattutto in rete, sta spopolando: a sotegno del Cavaliere e dell’azione del suo governo ecco Forzasilvio.it: nato, grazie a Marco Camisani Calzolari, blogger e imprenditore multimediale: “a seguito del successo di Obama”, si legge sul sito “correlato all’uso corretto di internet e delle sue potenzialità, il Presidente ha affidato a Speakage l’incarico di produrre un network altrettanto moderno e performante”.
Tornando al premio, le motivazioni che giustificano tale iniziativa riguardano alcune controversie che Berlusconi con il suo intervento avrebbe contribuito a risolvere in maniera determinante: la risoluzione del conflitto tra Russia e Georgia quando Berlusconi grazie ai suoi buoni rapporti con Vladimir Putin si è adoperato per fermare lo scontro in campo aperto trai due eserciti, ottenendo il riconoscimento del successo di tale operazione dallo stesso presidente francese Nicolas Sarkozy. Non meno importante è stata la positiva mediazione tra Usa e Libia per la ripresa dei rapporti diplomatici anche grazie al riconoscimento da parte del premier dei danni morali e fisici causati alla Libia quando era ancora colonia italiana con la storica firma del trattato di amicizia e cooperazione tra i due Stati oltre al ritrovato spirito di amicizia che è riuscito a ricreare con i nuovi rapporti con la Turchia e con Erdogan che hanno permesso a Berlusconi di avere un ruolo decisivo nella nomina di Anders Fogh Rasmussen a segretario generale della Nato.
Tra le altre motivazioni sono elencati gli intervinti del premier durante il suo atuale governo come quando si è adoperato e ha risolto il problema dei rifiuti di Napoli che il precedente esecutivo non era riuscito a risolvere, fino al deciso intervento che ha coinsentito di ripare il disastroumanitario causato dal terremoto in Abruzzo.
Il comitato che vuole candidare Silvio Berlusconi al Nobel per la pace è dotato di un proprio statuto che in 12 articoli riassume l’organizzazione dell’iniziativa che si avvale, oltre che di un sito internet, anche di un gruppo ben nutrito di sostenitori su Facebook.
Dopo poco più di cento anni dalla conquista del premio Nobel per la pace da parte di un italiano (era il 1907 quando il giornalista Ernesto Teodoro Moneta ricevette il premio) chissà che non sia giunta l’ora di far tornare in patria l’illustre riconoscimento umanitario.
Questo è ciò che si scriveva su Panorama nel maggio di quest'anno.
Ora, al di là del fatto che come molti sanno io son un perfido comunista mangia bambini, ditemi voi una cosa. Son l'unico ad aver capito che è una bufala? o mi devo mangiare il cappello stile Rockerduck?
No perché sul sito di Attivissimo ho scoperto che è dal 2002 che questa notizia gira e recentemente su Facebook ho visto qualche gruppo a tema. E mi è venuto un colpo. Già in passato anche per Bush e Blair era girata una notizia simile...
La notizia era di per sé autentica: era riportata, per esempio, da Repubblica.it, in un articolo ancora disponibile ad agosto 2005.
Tuttavia va letta con un filo di giudizio. Come descritto in una precedente indagine antibufala a proposito della candidatura (anch'essa autentica) di Bush e Blair allo stesso Nobel per la pace, ci sono varie ragioni per non dare troppo peso alla notizia:
- Primo, il senatore di Forza Italia Antonio Gentile ha semplicemente proposto la candidatura e di certo non l'ha decisa né ha alcuna voce in capitolo. Il senatore è soltanto una delle tantissime persone ammesse a inviare proposte al comitato di nomina: può farlo, infatti, qualunque membro di governo di qualunque stato, e possono farlo anche moltissime altre persone, compresi i professori universitari di legge, scienze politiche, storia e filosofia. L'elenco completo degli aventi diritto di nomina è consultabile presso il sito del Premio. Per cui, con tutto il dovuto rispetto, il suggerimento del senatore Gentile conta quanto il due di picche. Se trovassi un professore di legge compiacente, potrei farmi candidare anch'io.
- Secondo, il premio Nobel per la pace viene assegnato in base alle scelte di un comitato ristrettissimo (soltanto cinque persone), del quale il senatore non fa parte.
- Terzo, nell'assegnazione dei premi Nobel non vince chi viene "votato" di più. La scelta vera e propria, infatti, viene compiuta a prescindere dal numero di volte che ciascun candidato è stato proposto.
Insomma, diffondere con indignazione questa notizia, come hanno fatto in tanti (così tanti da far nascere quest'indaginetta antibufala), o addirittura organizzare comitati di protesta serve a poco e niente. Già adesso le probabilità che Berlusconi vinca il Nobel per la pace sono, per dirla schietta, le stesse che ho io.
Lasciamo credere a tutti coloro che sostengono questa causa che il Nobel si vince votando e raccogliendo il massimo delle adesioni eggià
Se amata il Silvio nazionale andate qui Silvio Berlusconi Nobel