GENOVA- Il presidente della Camera Gianfranco Fini, dal palco della festa del Partito Democratico a Genova, annuncia la volontà di "correggere alla Camera" il testo sul biotestamento. "Non si tratta di favorire la morte ma di prendere atto della impossibilità di impedirla" e il testo in questione "difetta" perché "non tiene conto di questo principio" e con queste parole, risponde a distanza al ministro Maurizio Sacconi che invece, dal Meeting Cl di Rimini, indicava un altro percorso per arrivare ad una legge organica sul testamento biologico.
Per il ministro sarebbe il caso di approvare prima una "leggina che riconosca il diritto inalienabile all'alimentazione e all'idratazione", sulla falsa riga di quella che il Consiglio dei ministri tentò di varare unanimemente sulla vicenda di Eluana Englaro, e poi cercare un "vasto consenso" in Parlamento per buttare giù una legge organica che disciplini la materia. Di tutt'altro parere Fini che ha ribadito alla platea della festa democratica che da parte sua "non c'é nessuna crociata contro i cattolici" ma che su questi temi "deve decidere il Parlamento".
A mediare tra le parti ci pensa in serata Fabrizio Cicchitto che sulla bioetica afferma "la libertà di coscienza", ma che non disdegna "una scelta di ascolto molto attenta delle posizioni della Chiesa" sui temi della vita. In giornata le parole di Sacconi avevano ispirato il commento di Felice Belisario, capogruppo dell'Idv al Senato, che aveva bollato l'intervento del ministro del Welfare come una trovata "per cogliere un po' di consensi tra i cattolici di Cl e le gerarchie ecclesiastiche offesi dalle sparate del Carroccio". Per Ignazio Marino "insistere" con un disegno di legge che "aveva già determinato gravi tensioni nel Parlamento e nella nostra società" sarebbe sbagliato. "Nessuno mette in discussione il diritto alla nutrizione e all'idratazione delle persone non autosufficienti", ha spiegato il candidato alla segreteria del Pd, ma altra cosa è il "diritto di poter scegliere a quali terapie sottoporsi e a quali no" per non perdere oltre alla coscienza anche il "diritto all'autodeterminazione".
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