Visualizzazione stampabile
 
	
	- 
	
	
	
	
		
	Quote:
	
		
		
			
				Originariamente inviata da 
Numero Primo
				
			 
			OMG. Sono sconvolto. :|
L'analisi di Marx era legata -e ripeto legata- alla prassi, alla realtà. Cosa diamine c'entrano Sant'Agostino e Nietzsche!?! Cosa c'entrano la città di Dio ed il superuomo? :lol:
Secondariamente poi, credo che se ad una persona dai tutto quello di cui ha bisogno -quello che tu credi abbia bisogno- questa non troverà motivo di elevazione, sia economica che spirituale. Lo inserisci in un terribile schematismo ed inquadramento volto appunto all'appiattimento.
			
		
	 
 Erano ESEMPI.
La teoria Marxista è considerata legata alla prassi in quanto considera la storia immanente ai processi socio economici. E' questo il punto di tutto il discorso che s'era precedentemente scolto. Poi quello che dici tu è vero a livello reale ed attuale, ma non a livello utopico.
Lo capiamo che il comunismo è un'utopia, una volta per tutte?
	Quote:
	
		
		
			
				Originariamente inviata da 
Wolverine
				
			 
			Sovrasfruttati con uno stipendio da fame?
Ti sfugge che fu Mussolini ad istituire i primi permessi per maternità, la regolamentazione dell'orario di lavoro, delle pensioni, assegni familiari e se non erro anche dell'assicurazione contro gli infortuni, ma su quest'ultima cosa sono meno sicuro.....
Prova a chiederle a Cuba ste cose :040:
Ma comunque non ho messo in mezzo io il Fascismo per primo, e topic con "confronti" di questo genere già ce ne sono :lol:
Rimane il fatto che una società che non permette all'individuo di provare a crescere se lo vuole, non potrà MAI avere futuro, ed è giusto che non ce l'abbia perchè è giusto che un governo dia ai suoi cittadini le possibilità di vivere le proprie vite e crescere se lo vogliono, senza costringerli a condividere tutto quello che hanno e che guadagnerebbero.....
			
		
	 
                  “Bene, Bene,                  molto bene..... vedo che avete perfettamente in pugno la                  situazione” è la frase entusiasta che Mussolini rivolge al                  Direttore delle miniere di Montevecchio Filippo Minghetti                  durante la visita alle miniere del 14 Maggio del 1942 nella                  quale inaugurò l'Albergo per operai e impiegati “Francesco                  Sartori”.
                                  E' una frase                  riportata dal fotografo Pizzetti di Iglesias che ci ha lasciato                  un patrimonio fotografico, riguardante le miniere, di grande                  valore. 
                                  Dobbiamo a lui                  se possiamo commentare la frase compiaciuta di Mussolini che,                  ovviamente, elogiava la capacità del Direttore Minghetti di                  “tenere in pugno” gli operai. E' questa la “situazione” a cui                  alludeva.
                                  
                                                                                                                                                                     E gli operai lo                  erano davvero sotto controllo della Società mineraria e non solo                  a Montevecchio. Il fascismo con la violenza fiaccò prima ed                  eliminò poi le organizzazioni operaie costringendole alla                  clandestinità. I minatori per poter lavorare dovevano iscriversi                  al sindacato fascista che faceva parte, come le altre                  federazioni corporative, dello Stato fascista.
                                  Alla classe                  operaia nessuna autonomia, nessuna possibilità né di                  organizzarsi né di pensare di farlo. Il controllo sulla classe                  operaia fu totale sul posto di lavoro e fuori. Per questo nacque                  l'Opera Nazionale del Dopolavoro: gli operai non dovevano                  pensare ad altro che a produrre e nel “tempo libero” ad attività                  non politiche contrastanti il regime ma solo attività che ne                  garantissero la “vita coreografica”.
                                  Venivano                  programmati quei saggi ginnici, quei campionati, in questo caso                  provinciali, delle varie discipline sportive che permettevano di                  costruire manifestazioni e parate di regime. I vari gerarchi con                  in testa il Direttore della miniera Minghetti, scrupolosamente                  in camicia nera, aprivano la parata delle varie organizzazioni                  fasciste che inquadravano anche “militarmente” gli uomini e le                  donne rispetto all'età.
                                  Sfilavano anche                  gli operai e i minatori con la “candela a carburo” appesa al                  fianco e con il gonfalone del Dopolavoro di Montevecchio                  intitolato a “Dalmazio Birago” medaglia d'oro al valor militare                  perchè mandato a morire nel novembre 1935 in una guerra                  “imperialista di Abissinia” inutile e tragica.
                                  Il 9 Maggio                  1937 venne firmato il primo contratto collettivo nazionale di                  Lavoro per l'Industria Mineraria, pubblicato sul bollettino                  ufficiale del Ministero delle Corporazioni, tra la Federazione                  Fascista degli Esercenti le Industrie estrattive rappresentata                  dal suo Presidente Guido Donegani e la Federazione Fascista                  Lavoratori delle Industria Estrattive rappresentata dal suo                  Commissario Angelo Tarchi.
                                  Per la prima                  volta il lavoro delle miniere veniva apparentemente                  regolamentato. Infatti le regole contenute in alcune norme del                  contratto di lavoro venivano “cassate” dalle norme                  immediatamente successive che prevedevano deroghe che                  esoneravano le Società Minerarie dalla loro applicazione. Così                  l'orario settimanale di 40 ore previsto all'art.6 primo comma                  del contratto di lavoro venne “cassato” dal comma successivo che                  recitava “Restano ferme le eccezioni e le deroghe previste dalle                  disposizioni legislative sulla limitazione dell'orario di lavoro                  e sulla istituzione del Sabato Fascista........”
                                  Ma il fascismo                  era l'incarnazione dell'idea stessa dell'inquadramento                  gerarchico e militaresco della società. L'idea veniva ancor più                  osservata sul posto di lavoro. Pertanto l'indisciplina era                  mancanza grave da punire con diverse misure sino al                  licenziamento. L'art. 34 del contratto di lavoro, sotto il                  titolo Gerarchia, così si esprimeva “ Gli operai, tanto nei                  rapporti di lavoro quanto in ogni altra circostanza ad esso                  attinente, dipendono dai rispettivi capi secondo l'ordine                  gerarchico. Essi devono conservare rapporti di deferenza e di                  subordinazione verso i superiori, di urbanità e di cameratismo                  verso i colleghi e dipendenti”.
                                  Per quegli                  operai che non osservassero l'art. 34 c'era il licenziamento                  previsto dall'art. 41, sotto il titolo “Licenziamento per                  mancanze” che recitava testualmente: “Saranno licenziati dalla                  Direzione, con immediata cessazione del lavoro e della paga e                  senza indennità, gli operai colpevoli di:
                                   a)                  Insubordinazione ai                  superiori.
                                  b)......
                                  Il contratto di                  lavoro del 1937 prevedeva, inoltre, all'art. 29 un “Deposito                  Cauzionale” che l'operaio doveva versare alla Società mineraria                  “..... mediante sei ritenute quindicinali, corrispondente a sei                  giorni di paga, a garanzia degli obblighi dell'operaio verso                  l'Azienda secondo il contratto di lavoro.”
                                  C'è da ritenere                  che quel deposito diventò ben presto una “decurtazione” della                  paga autorizzata contrattualmente.
                                  Il contratto                  prevedeva la fornitura gratuita degli indumenti di lavoro ai                  minatori, art. 24 titolo “Indumenti”, che però dovevano essere                  restituiti a fine giornata. 
                                  La concezione                  dell'interclassismo corporativo era alla base dello Stato                  fascista. Le organizzazioni sindacali fasciste applicavano                  questa concezione organizzando gli industriali e gli operai nel                  superamento velleitario dell'inconciliabilità degli interessi                  degli uni e degli altri e risolvendola non con la lotta di                  classe ma con il totale asservimento e controllo della classe                  operaia.
La condizione operaia durante il fascismo
Toh, un link a caso su Google, eh.
	 
 - 
	
	
	
	
		
	Quote:
	
		
		
			
				Originariamente inviata da 
drkheart
				
			 
			Erano ESEMPI.
La teoria Marxista è considerata legata alla prassi in quanto considera la storia immanente ai processi socio economici. E' questo il punto di tutto il discorso che s'era precedentemente scolto. Poi quello che dici tu è vero a livello reale ed attuale, ma non a livello utopico.
Lo capiamo che il comunismo è un'utopia, una volta per tutte?
			
		
	 
 :049: Finalmente. Adesso devo solo spiegarlo a Diliberto, Giordano e Ferrando.
	 
 - 
	
	
	
	
		
	Quote:
	
		
		
			
				Originariamente inviata da 
Wolverine
				
			 
			Ci mancherebbe pure che io che lavoro magari meglio e di più devo prendere tanto quanto il mio vicino di casa che fa peggio e meno, oppure devo condividere il frutto del mio lavoro con altri che manco conosco e che magari hanno fatto di meno per meritarselo.
			
		
	 
 ma questa è 1 utopia :o
nella realtà succede il cntrario
se lavori meglio, cn + impegno e dedizione, ecc del tuo vicino è quasi certo ke sia lui a guadagnare di +
tipo guadagna di + mio papà o Lapo Elkann?
	Quote:
	
		
		
			devo condividere il frutto del mio lavoro con altri che manco conosco e che magari hanno fatto di meno per meritarselo.
			
		
	
 tipo 1 sgobba tutta 1 vita e poi sente la Marcegaglia ke vuole tagliare le pensioni e kiede di finanziare (cn soldi nostri!) gli imprenditori ke nn sn stati previdenti, ke nn hanno fatto ricerke, ecc insomma ke nn si sn attrezzati x i xiodi di crisi pensando ke tanto in quei casi rimedia lo stato?
	 
 - 
	
	
	
	
		Viviamo in una società talmente di merda,che non mi frega nulla di fantastiche utopie sull'uguaglianza..mi basterebbe un minimo di giustizia ( a tutto campo) in più.....