ROMA (6 agosto) - «Prove oggettive» su tutto il territorio nazionale per evitare che ci siano scuole «generose» ed altre eccessivamente «severe» con gli studenti. Ma anche un piano «Mezzogiorno» da 3,2 miliardi. E un annuncio: accanto alle 16mila assunzioni già previste, saranno garantiti altri dodici mesi ai 18mila supplenti annuali. Maria Stella Gelmini, bresciana doc, ministro della Pubblica istruzione, è abituata a stare sulla graticola. «Sono considerata severa e non me ne pento. Ma credo che anche per il Sud la ricetta vincente sia quelle del merito».
Non servono anche risorse «cash»?
«Quelle ci sono. Il problema è sempre stato nella qualità della spesa piuttosto che nella quantità».
Però, quando avete distribuito i fondi agli Atenei, molti rettori del Sud hanno storto il naso.
«Esistono scuole di eccellenza al Nord come al Sud. L’università di Brescia è stata declassata e quella di Benevento promossa. E allora? Trovo davvero sciocca questa polemica. Il nostro obiettivo è quello di garantire una buona scuola al di là del certificato di residenza di ogni studente. Il mio modello è Obama, che ha già annunciato di voler premiare le scuole migliori».
Che cosa farete, in concreto, per il Sud?
«Abbiamo cominciato a distribuire 530 milioni agli atenei sulla base dei risultati. Continueremo su questa strada premiando il merito e combattendo gli sprechi. Tutto il sistema formativo deve fare un salto di qualità».
Insisto: con quali risorse?
«Abbiamo a disposizione 3,270 miliardi per la ricerca e la formazione. Soldi destinati al Mezzogiorno da spendere entro il 2013. Evitando interventi a pioggia».
Le regioni sono d’accordo?
«Sì. Abbiamo già siglato accordi di programma con la Campania, la Puglia e la Calabria. Manca la Sicilia. Vogliamo premiare i progetti che rilancino il territorio e che valorizzino i cervelli del Sud».
La Lega, per la verità, ha altri progetti. Pensa alle gabbie salariali...
«Io credo molto di più alla contrattazione decentrata. Ma quelle della Lega sono estremizzazioni. Non vedo crepe nella maggioranza. E, poi, l’elemento di unità è nell’interesse che Berlusconi ha sempre riservato al Sud. Basta ricordare l’emergenza rifiuti a Napoli. O l’annuncio del ministro Tremonti sulla nuova banca del Sud. Pensare ad un istituto in grado di coinvolgere anche il credito cooperativo rappresenta una scelta vincente».
E per l’istruzione?
«Stiamo ragionando su due progetti: il contrasto alla dispersione scolastica, più alta al Sud che al Nord. E l’interscambio con il mondo del lavoro. A settembre presenteremo un libro bianco con Sacconi sull’integrazione scuola-lavoro. Vogliamo puntare anche sulla ricerca industriale, coniugando innovazione e capacità imprenditoriale».
Allora, proprio non serve un partito del Sud?
«C’è già il Pdl. Non serve una nuova sigla ma una convergenza sui contenuti. Ma non vedo crepe o difficoltà nella maggioranza».
Quali novità si annunciano per settembre, alla ripresa della scuola?
«Stiamo dimostrando di saper coniugare il rigore con la lotta agli sprechi e il miglioramento della qualità del servizio. Ci saranno 16mila immissioni in ruolo. E, saranno garantiti altri 12 mesi di lavoro pieno a 18mila supplenti annuali».
Cosa cambierà per le famiglie?
«Stiamo cercando di ripristinare un’alleanza fra scuola e genitori. Anche utilizzando le tecnologie. Un sms avvertirà, ad esempio, se il figlio non è andato a scuola mentre i voti saranno consultabili on line. Arriverà anche una «carta dello studente», con la fotografia, che potrebbe funzionare anche da badge per l’ingresso a scuola e per usufruire di una vasta gamma di agevolazioni».
Ci saranno novità anche per le valutazioni? I test oggettivi introdotti nell’esame della terza media hanno mostrato che fra Nord e Sud ci sono in media 10 punti di differenza, 7 per l’italiano e 11 per la matematica. Eppure, la maggioranza delle lodi, è nel Mezzogiorno. Come se lo spiega?
«Stiamo puntando molto sulla valutazione. Da noi c’è un preconcetto su questo tema, mentre, gli altri paesi europei sono molto più avanti, per non parlare degli Stati Uniti. Dobbiamo pensare ad un sistema di valutazione oggettiva e omogenea da Nord a Sud».
[fonte Il Mattino]