Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ed il leader della Lega Umberto Bossi hanno nuovamente dibattuto (con toni aspri da parte del secondo) sui tempi della riforma della giustizia.
Secondo il Cavaliere questa riforma può viaggiare parallelamente con quella del federalismo fiscale, senza fretta, dopo Natale. Il leader leghista insiste invece che prima sia fatto il federalismo poi venga eventualmente affrontato il nodo spinoso della giustizia, sul quale Berlusconi e centrosinistra stanno ancora litigando aspramente.
Proprio sulla giustizia infatti Berlusconi aveva attaccato nuovamente le opposizioni e detto che non c'è possibilità di dialogo visti gli attacchi alla sua persona da esponenti del centrosinistra.
Sui tempi poi il premier ha detto che, visto che in Italia "ci sono due Camere, una può lavorare sulla giustizia ed una sul federalismo".
Il premier aveva aggiunto che per la giustizia non c'è fretta ed ai cronisti che gli chiedevano se andrà dunque dopo Natale aveva risposto: "Penso di sì, non c'è questa urgenza", aggiungendo che "il ministro [della Giustizia Angelino Alfano] sta lavorando molto bene, è aperto a qualunque incontro anche con i magistrati".
IMPOSSIBILE IL DIALOGO CON CHI "TI CHIAMA HITLER"
"Gli italiani sanno che è assolutamente indispensabile una riforma sia della giustizia civile sia della giustizia penale. Abbiamo il dovere di attuare questa riforma per garantire agli italiani di avere un processo giusto", ha detto Berlusconi conversando con i giornalisti prima della riunione del Ppe di questa mattina.
Ma il Cavaliere ha subito aggiunto che "dialogare con chi dice che sono un dittatore, che in Italia c'è un regime, che è colpa tua, che sei Hitler, che sei Videla, che sei il Diavolo, che sei un corruttore politico... voi vi siedereste al tavolo con chi ha di voi questa opinione? E' impossibile, sarebbe una farsa inaccettabile a cui nessuno si potrebbe prestare".
BOSSI: IL CAVALIERE ABBASSI I TONI
Dura la replica del leader leghista che vede il rischio che le polemiche con il centrosinistra -- con il quale invece si cerca di battere la strada del dialogo per portare in porto la difficile riforma federale -- possa rallentare la cosa che sta più a cuore al Carroccio.
Bossi dunque invita Berlusconi ad abbassare i toni con l'opposizione sul fronte della giustizia: "La dichiarazione di Berlusconi sulla giustizia ci mette in grande difficoltà... penso che possa ritardare il federalismo", ha detto Bossi a margine di un convegno alla Camera.
A chi gli chiedeva se il premier debba abbassare i toni, il numero uno della Lega ha risposto: "Sì, perché così può ritardare il federalismo".
"Noi con la sinistra abbiamo cucito, cucito. Ma ora queste dichiarazioni di Berlusconi sulla giustizia ci mettono in difficoltà sul federalismo fiscale. Ho visto in commissione al Senato che per la sinistra c'è un problema politico rispetto all'accordo che noi avevamo già fatto", afferma Bossi, auspicando che Berlusconi "confermi che il governo non ha mutato indirizzo", e che dunque il federalismo resta la sua prima priorità.
"Berlusconi è intelligente, lo ha già capito", esclama, dicendosi convinto che Berlusconi "non voglia ritardare assolutamente il percorso del federalismo".
BERLUSCONI INSISTE: RIFORME IN PARALLELO
In serata però la controreplica, come si diceva, di Berlusconi che dice di non avere nulla da chiarire con Bossi e che le due riforme, giustizia e federalismo, prodeceranno di pari passo in Parlamento.
"No, non c'era nulla da chiarire", ha detto ai cronisti che gli chiedevano se ci fosse stato un chiarimento con il leader leghista: "Feederalismo e giustizia andranno di pari passo, è nel programma".
Il Cavaliere ha poi cercato di gettare acqua sulle polemiche: "C'è accordo assolutamente. C'è un clima fraterno fantastico". Nel pomeriggio, riferendosi ad alcune affermazioni "eccessive" di Bossi aveva aggiunto che andavano capite perché "ognuno si rivolge al proprio elettorato".