Piccola osservazione: visto che dall'estero non si hanno mai notizie in questo forum, non potremmo aprire una rubrica?
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(21 luglio 2008)
Recentemente, la televisione multi-statale latinoamericana Telesur ha diffuso una lettera aperta delle FARC-EP al Presidente del Nicaragua, Daniel Ortega, ringraziandolo per la solidarietà espressa negli ultimi mesi e chiedendogli un incontro per trattare tematiche inerenti alla guerra ed alla pace in Colombia. Ortega, coraggiosamente e coerentemente, ha rapidamente risposto in modo positivo, dichiarando la propria disponibilità ad incontrarsi personalmente con rappresentanti della guerriglia. “Ai fratelli delle FARC rispondiamo di sì, che siamo disposti a conversare, siamo disposti a dialogare per contribuire alla pace in Colombia”, ha detto durante un’iniziativa nel dipartimento di Estelí, a nord di Managua.
Il governo narco-mafioso di Uribe Vélez, come era prevedibile, ha reagito infuriato con una protesta diplomatica ufficiale, disprezzando in questo modo il sincero contributo che il Presidente sandinista potrebbe dare allo sforzo di ricerca di una soluzione politica del conflitto sociale ed armato colombiano.
Se la politica uribista di “Seguridad Democrática”, trasposizione in versione moderna della tenebrosa Dottrina della Sicurezza Nazionale di statunitense matrice, è un concentrato di misure repressive, antipopolari e filo-imperialiste con gravi ripercussioni e minacce per i processi progressisti nel continente, la politica internazionale delle FARC, diametralmente opposta, continua ad essere la stessa: lotta per l’unità bolivariana e la Patria Grande latinoamericana, rispetto dei paesi limitrofi aderente alla “Politica di Frontiere” fariana, e sforzo per coinvolgere in modo costruttivo e serio i paesi dell’area (ma non solo) nell’arduo tentativo di trovare una soluzione politica al conflitto.
Questa partecipazione, ovviamente, non può prescindere da una neutralità costruttiva dei paesi facilitatori o amici di un eventuale futuro processo di dialoghi, impraticabile con un governo guerrafondaio come quello capitanato dal binomio terrorista Uribe-Santos.
Ortega, conscio di questa condicio sine qua non, si è guardato bene dal fare dichiarazioni avventate e strumentali alla campagna di demonizzazione del movimento guerrigliero colombiano, evitando dignitosamente di lanciare appelli scapestrati alle FARC, la cui legittima e necessaria lotta risiede non solo nel diritto universale alla ribellione quando a governare un popolo è un regime oppressore, ma anche nel quasi mezzo secolo di resistenza eroica e nell’assenza totale di una reale agibilità politica per fare opposizione in modo legale, come l’ennesimo e recentissimo assassinio di un sindacalista colombiano per mano degli apparati statali, Guillermo Rivera Fúquene, dimostra.
Commissione Informazione dell’Associazione nazionale Nuova Colombia
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