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certezza della pena

  1. #1
    Overdose da FdT
    Uomo
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    Predefinito certezza della pena

    Rapine in villa, scarcerati 4 indagati a Brescia

    4 kosovari sono usciti dopo un anno di carcere per decorrenza termini, uno è irreperibile. La Procura non avrebbe presentato né una richiesta di proroga delle indagini né un provvedimento per il rinvio a giudizio. Il Guardasigilli chiede ''informazioni urgenti''

    Milano, 6 mag. (Adnkronos/Ign) - Sono rimasti in carcere per un anno. Poi sono usciti, per decorrenza termini, con l'obbligo giornaliero di firma e di dimora imposto dal gip. Uno di loro è già irreperibile e nuovamente ricercato. E' destinato a far discutere il caso di quattro kosovari accusati di aver messo a punto, nell'aprile dello scorso anno, ben quattro rapine 'violente' in ville dislocate sull'asse Bergamo-Brescia, scarcerati nei giorni scorsi perché, a quanto pare, qualcosa si è bloccato nella macchina della giustizia.

    Alla Procura di Brescia il magistrato titolare del fascicolo, stando alle prime informazioni, non ha provveduto né a chiedere un supplemento di indagini a carico dei quattro rapinatori, né a formalizzare una richiesta di rinvio a giudizio. Eppure, su di loro, gli elementi raccolti al momento dell'arresto erano già indicativi e se non bastasse un loro complice, il quinto della banda, aveva patteggiato la pena riconoscendo di fatto la sua responsabilità rispetto alle accuse che erano state mosse a lui come agli altri.



    Ora, mentre la politica 'grida' allo scandalo e c'è già chi suggerisce un invio urgente degli ispettori di via Arenula in Tribunale, a Brescia, il capo della procura Giancarlo Tarquini ha chiesto una relazione dettagliata al suo sostituto e alla Procura Generale per comprendere come un simile episodio sia potuto succedere. Al telefono il magistrato definisce l'episodio "inammissibile". Spiega che "c'è stato un anno di tempo e i processi a carico di detenuti vanno celebrati nel più breve tempo possibile". Lui, sottolinea, di tutto questo "non ne sapeva assolutamente niente". E, di fronte alle notizie di stampa, non può che sprimere "un grande stupore".

    Tra il 25 aprile e il 1 maggio dello scorso anno la banda aveva gettato il terrore tra Bergamo e Brescia. Agli uomini fermati gli inquirenti avevano attribuito almeno quattro rapine in villa dai contorni drammatici. La prima era avvenuta a Coccaglio, in provincia di Brescia, dove la banda era arrivata al punto di sparare e prendere a sassate i proprietari di un'abitazione che li avevano sorpresi a rubare. Le successive due 'azioni' contestate ai quattro erano avvenute nei giorni successivi, sempre di notte, nella bergamasca, a Credaro e a Cologno al Serio. L'ultimo colpo, in particolare, aveva rischiato di finire in tragedia. Le due vittime, Fausto Brunelli e la moglie Lina erano stati aggrediti a Lonato, frazione di Brescia, mentre tornavano a casa dopo aver chiuso il loro bar.

    I carabinieri della compagnia di Chiari avevano arrestati i rapinatori quella stessa notte, bloccandoli mentre si davano alla fuga a bordo di un'auto sulla quale erano stati trovati circa 8mila euro, alcuni dollari in contanti e dei gioielli. A finire subito in carcere erano stati in 3, 2 kosovari e un romeno. Poi, a 'raggiungerli', erano stati altri 2 complici, cugini, entrambi muratori, di età compresa tra i 29 e i 36 anni, anche loro kosovari.

    Ora le vittime hanno paura. "Mia moglie - ha avuto modo di dichiarare Fausto Brunelli - dopo quella vicenda ebbe prima un infarto, poi una ricaduta. Ora viviamo nel terrore".

    Intanto da più parti si levano cori di protesta per quanto è accaduto. Il consigliere regionale lombardo della Lega Nord Daniele Belotti ha inviato un esposto al ministero della Giustizia con il quale chiede di ''verificare con un'ispezione l'attività della Procura di Brescia al fine di individuare eventuali responsabilità'' e perché ''venga fatta pubblicamente luce da parte della Procura bresciana o dagli ispettori ministeriali sui fatti che hanno portato alla scarcerazione dei 4 presunti rapinatori''. "Una notizia grave e preoccupante", dice Viviana Beccalossi, vicepresidente della Regione Lombardia e deputato del Pdl.

    Si attiva il ministro della Giustizia Luigi Scotti che ha chiesto, attraverso i suoi uffici, al presidente della Corte d'Appello e al procuratore generale di Brescia di ricevere informazioni urgenti sulla vicenda. ''La ripetizione di fatti concernenti scarcerazioni per decorrenza dei termini di custodia cautelare sta giustamente allarmando l'opinione pubblica che chiede cosa non va nella macchina giudiziaria - sottolinea il Guardasigilli -. A Brescia sembra essersi verificato l'ultimo deplorevole caso e, per quanto di mia competenza, non posso che chiedere informazioni urgenti per conoscere esattamente i termini della vicenda''.
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    Forse per la sicurezza , piu che i polizziotti in strada o ronde di volontari ecc.., servirebbero magistrati che lavorano ?
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  2. #2
    obo
    .
    35 anni
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    servirebbero eccome anche loro.
    come ho gia scritto se ci fosse la certezza della pena sono convinto che immigrati, clandestini e italiani stessi prima di fare la stronzata ci pensano su due volte.

  3. #3
    Mai più senza FdT lakeofire
    Uomo 39 anni
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    Ovvio che non fanno niente. Fosse per me li manderei tutti a casa
    Cmq ci sono lo stesso leggi da fare, da rifare e da inasprire

  4. #4
    Overdose da FdT
    Uomo
    Iscrizione: 29/9/2004
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    Predefinito certezza della pena

    In Italia c'è un indulto quotidiano»
    Manganelli: ci troviamo in una situazione di «indulto quotidiano in cui tutti parlano, ma nessuno fa
    (corriere)
    ROMA - La certezza della pena non esiste più. Ci troviamo in una situazione di «indulto quotidiano», in cui tutti parlano ma nessuno fa. Il capo della Polizia, prefetto Antonio Manganelli, non usa mezzi termini per definire lo stato della certezza della pena in Italia.
    NON SI E' FATTO NULLA - «Viviamo una situazione di indulto quotidiano - dice alle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia del Senato - di cui tutti parlano. Ma su cui non si è fatto nulla negli ultimi anni».
    La pena, aggiunge Manganelli, «oggi è quando di più incerto esiste in Italia»; un qualcosa che rende «assolutamente inutile» la risposta dello Stato e «vanifica» gli sforzi di polizia e magistratura. «Non gioco a fare il giurista - prosegue il capo della Polizia - nè voglio entrare nelle prerogative del Parlamento, ma quella che abbiamo oggi è una situazione vergognosa».
    CRIMINALITA' E CLANDESTINITA' - «La criminalità diffusa in Italia ha un segmento di fascia delinquenziale ben identificato che si chiama immigrazione clandestina» ha aggiunto il capo della polizia. «Il 30 per cento degli autori di reato di criminalità diffusa sono immigrati clandestini - ha spiegato ancora Manganelli - ma questa media nazionale del 30 per cento va disaggregata». Così, ha proseguito il capo della polizia, si scopre, che se al Sud i reati commessi da clandestini incidono relativamente poco («i reati compiuti da irregolari si attesta intorno al 30 per cento»), al Nord e in particolare nel Nord est «si toccano picchi del 60-70 per cento». La maggior parte degli immigrati clandestini, sottolinea poi Manganelli, entra in Italia non attraverso gli sbarchi ma con un visto turistico. «Solo il 10 per cento dei clandestini entra nel nostro Paese attraverso gli sbarchi a Lampedusa- dice il capo della polizia- mentre il 65-70 per cento arriva regolarmente e poi si intrattiene irregolarmente». E conclude: «Il 70 per cento di quei crimini commessi nel Nord est da irregolari è compiuta proprio da chi arriva con visto turistico e poi rimane clandestinamente sul nostro territorio». Per contrastare la clandetinità, riflette Manganelli, «occorre quindi non solo il contrasto all'ingresso, ma il controllo della permanenza sul territorio dei clandestini».
    CPT - Dal primo gennaio a oggi, «le forze dell'ordine hanno fermato 10.500 immigrati clandestini per i quali è stata avviata la procedura di espulsione: ma solo 2.400 di loro hanno trovato posto nei Centri di permanenza temporanea» ha reso noto Manganelli. «È un dato che io trovo inquietante - ha ammesso Manganelli -, perchè significa che oltre 8 mila clandestini sono stati "perdonati" sul campo essendosi visti consegnare un foglietto su cui c'è scritto "devi andar via", che equivale a niente».
    «Noi forze dell'ordine diciamo che l'immigrazione clandestina va contrastata con rigore, ma di fatto rinunciamo già in partenza a qualsiasi possibilità di farlo» ha detto ancora Manganelli. In tutto il 2007 - ha spiegato Manganelli - «gli immigrati clandestini fermati e avviati ad espulsione sono stati 33.897, ma solo 6.366 di loro hanno trovato posto nei Cpt: di fatto, 27 mila sono stati destinatari di un ordine scritto (di allontanamento), naturalmente non accolto nella stragrande maggioranza, se non nella totalità, dei casi».
    -------------------------
    la colpa è solo dei giudici o di chi legifera? o il clima politico delle leggi a personam

  5. #5
    SS-Hauptsturmführer Wittmann
    Uomo 42 anni da Reggio Emilia
    Iscrizione: 21/12/2007
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    Quote Originariamente inviata da Usher Visualizza il messaggio
    CRIMINALITA' E CLANDESTINITA' - «La criminalità diffusa in Italia ha un segmento di fascia delinquenziale ben identificato che si chiama immigrazione clandestina» ha aggiunto il capo della polizia.
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    la colpa è solo dei giudici o di chi legifera? o il clima politico delle leggi a personam
    La colpa non è tanto di polizia e giudici (per me), ma delle risorse insufficienti e alcune procedure troppo macchinose o inefficaci.
    Per migliorare di molto la situazione basterebbero piccoli interventi dal punto di vista legislativo ma soprattutto un incremento consistente della capacità dello Stato di rispondere e trattare il fenomeno: più risorse alle forze dell'ordine, più giudici e cancellieri(sono sotto organico dappertutto, ogni giudice deve seguire parecchie centinaia (migliaia in alcuni casi), più carceri per i detenuti,più ctp per trattenere i clandestini in attesa di identificazione e invece, dell'ordine di lasciare il paese, l'accompagnamento coattivo...
    Sono problemi molto pratici e terra a terra,clima politico delle leggi adpersonam (quali stavolta?) non mi pare c'entrino molto..

  6. #6
    Can che dorme Wolverine
    Uomo 39 anni
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    Uno dei perni centrali di tutto, secondo me, è il quasi "obbligo" di passare per TUTTI E TRE i gradi di giudizio anche per delle minchiate.....se invece si facesse come in America, in cui il ricorso ai gradi successivi non è requisito per avere una sentenza definitiva e soprattutto non lo si applica anche per cose piccole, allora sarebbe già un primo importante passo.

    Altra cosa carina sarebbe avere DUE gradi di giudizio invece di tre.......ma va bè, questa è utopia......

    Ulteriore passo avanti sarebbe avere dei magistrati un po' meno schifosamente buoni e "caramellosi"......e pure questa mi sa che è utopia

  7. #7
    Overdose da FdT Yoda
    Uomo 30 anni da Trento
    Iscrizione: 13/9/2007
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    si, concordo col dark, bisognerebbe modificare alcune leggi prendendo esempio da stati stranieri, come punire con la galera ki viene bekkato ubriaco a guidare (in america qlli k sgarrano si bekkano un mese di gattabuia)

  8. #8
    Mai più senza FdT lakeofire
    Uomo 39 anni
    Iscrizione: 11/9/2007
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    Si sa che l'Italia è un paese del peppino.
    Si sa che la giustizia non esiste.
    Si sa come sono i giudici in Italia.
    Si sa come la pensano molti italiano.

    Devo aggiungere altro?

  9. #9
    Sempre più FdT
    Uomo 38 anni
    Iscrizione: 8/10/2004
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    In italia, la legalità non esiste, e per prima cosa non esiste nella testa della gente.

  10. #10
    Mai più senza FdT lakeofire
    Uomo 39 anni
    Iscrizione: 11/9/2007
    Messaggi: 13,624
    Piaciuto: 66 volte

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    Piccolo OT (+o-)

    A Venezia, in tribunale, era uscita una circolare che in pratica diceva ai magistrati di lavorare meno perchè non ci sono impiegati per sbrigare le pratiche, i termini, ecc... (in giustiza non sono afferattissimo )
    Poi ritirata in seguito a tutte le lamentene che ne sono uscite. Penso sia preoccupante la faccenda.

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