Purtroppo, e non lo dico per modestia,
mi manca la maestria di quel Melvìlle (1)
che scrisse come fecero faville
Acàb il grande e là sua bianca bestia (2).
Vorréi potervi ràccontare anch’io
la caccia che da tempo si sviluppa
da bordo di un’eterea scialuppa
tra un’altra balenottera e il buon Dio.
La nostra è una megattera (3) di classe
- un tempo addirittura fu classista:
cantò ‘Balena rossa’ quando in vista
pareva la vittoria delle masse.
Lei era una balena intelligente
seguiva le correnti ma con gusto;
sapeva cambiar rotta al tempo giusto
con mossa repentina ma prudente.
Lei sempre, fosse vezzo o convinzione
- lei, dico, la cetacea fanciulla –
andava sostenendo ch’era il Nulla
il moto primo della Creazione.
Negava del suo Acab l’esistenza,
negava che ci fosse anche la caccia:
soltanto per i bimbi una minaccia,
quasì un racconto mà di fantascienza.
E Dio infuriato lé mandava Socci
e lé mandava Lerner, quell’ebreo;
ma lei faceva a tutti ‘marameo!’
e se ne stropicciava degli approcci.
Ma un dì fu punta dà una torpédine
eppure non cantò ‘Balena rossa’;
piuttosto, folgorata dalla scossa,
tutta fremétte la sùa pinguédine.
Frenò di còlpo l’ipòcrita fuga
e si lasciò arpionàr da Acàb il nume:
cessò di mangiàr l’ateo planctùme
e si cibò di cristiàna lattuga.
Ora il serafico e pio capodoglio
ai balenotteri parla di Gesù,
dice il rosario nuotando a testa in giù
e s’appresta a salire il sacro soglio.
NOTE
1. http://it.wikipedia.org/wiki/Herman_Melville
2. Moby Dick
3. http://www.animalinelmondo.com/anima...php?NewsId=537