IL PM IPOTIZZA DISASTRO COLPOSO PER LA FRANA AD ISCHIA
NAPOLI - Alle spalle la notte trascorsa fuori, la pioggia del giorno prima e l'incubo della frana, oggi gli sfollati di Ischia chiedono quando potranno tornare a casa. Molte persone attendono un cenno dal Com, il Centro operativo misto, insediato nel comune di Ischia, che dovrebbe pronunciarsi sul rientro dei primi sfollati a breve, forse gia' in serata. A 24 ore dalla frana del monte Vezzi, che ha ucciso quattro persone, un padre, Luigi Buono, e le sue tre figlie, Maria, Anna e Giulia, sepolti dal crollo della loro casa abusiva, al confine con una zona ad alto rischio, Ischia consuma una giornata di rabbia e dolore, di lavoro ma anche di tregua, dal momento che oggi sull'isola splende il sole. Non puo' vederlo Orsola Migliaccio, la donna sopravvissuta alla tragedia che e' in osservazione all'ospedale Rizzoli, assistita dai parenti, con Stella, la nipotina di 3 anni che ha in affido, salva per miracolo come lei.
Le condizioni del tempo favoriscono le ispezioni sulla montagna franata e il responsabile del dipartimento prevenzione e previsioni della Protezione Civile Nazionale, Bernardo De Bernardinis, spiega che un terzo della zona interdetta puo' essere riaperta: ''Riprenderanno le attivita' industriali, non quelle commerciali - sottolinea - mentre chi deve raggiungere casa per prendere oggetti o fare piccole commissioni, deve compilare una scheda, farsi autorizzare e accompagnare dai carabinieri e dai vigili del fuoco''.
Ma questa e' anche la giornata delle polemiche: sotto accusa l'abusivismo edilizio selvaggio. La case evacuate sono abusive e in attesa di condono: e gli sfollati non hanno remore ad ammetterlo: ''Si' la mia e' abusiva, l'ho costruita personalmente. Ma io pago l'Ici. Mi dica il Comune dove devo andare'', confessa uno di loro.
Questione delicata, come ha detto ieri il presidente della Regione Antonio Bassolino, che ha puntato l'indice sui condoni distinguendo pero' fra abusivismo ''speculativo'' e ''di necessita'''. Lo ripete De Bernardinis: ''Di fronte alle costruzioni di Castelvolturno la soluzione sarebbe rapida, la dinamite. Ma qui c'e' un tessuto sociale che deve acquisire consapevolezza del suo territorio''. Le forze dell'ordine del resto hanno dovuto convincere molte famiglie a desistere dal pernottare nelle proprie abitazioni anche ieri notte, dopo la frana. Piu' grave pero' che vi sia una zona dichiarata ad alto rischio per la popolazione dal Pai del 2004 (sulla cartina si chiama R4 ed e' colorata di rosso) e che vi siano a ridosso del confine centinaia di case come quelle delle povere vittime. A che serve definire un zona ad alto rischio se poi non si provvede ad evacuarla? Su questo si interrogano oggi ambientalisti e cittadini e a questa domanda risponderanno i giudici, accertando eventuali responsabilita'. Il pm Francesco Soviero, titolare dell'inchiesta in cui al momento non compaiono i nomi di indagati, ha ipotizzato il reato di disastro colposo. Mentre Orsola, nel dormiveglia cui la costringono i sedativi, in ospedale, oggi ha guardato Stella e ha preso coscienza: ''Ora siamo rimaste sole''.
Non ho parole. :smt009